Cronaca 30 Giugno 2022

Porto: fruitore unico di manodopera e picchi di lavoro, le preoccupazioni del PCI

porto città livorno vista aereaLivorno 30 giugno 2022

Il Partito Comunista Italiano esprime ancora una volta le preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare nel porto di Livorno, in particolare nel fruitore unico di manodopera per i Picchi di lavoro.

La continuazione del blocco degli straordinari e la proclamazione di altri tre giorni di sciopero, unica soluzione vista l’assenza di relazioni sindacali inspiegabilmente interrotte dall’azienda e della vacuità dell’istituzioni preposte al raffreddamento e alla ricerca di un dialogo nelle vertenze che si innescano nella cinta doganale e il metro con il quale misurare l’interesse della comunità portuale sul tema lavoro nel nostro scalo.

Certamente il modello che ormai viene applicato da anni, rispecchia fedelmente l’idea di come si pensa che debba essere il lavoro portuale:

costare il meno possibile ed essere il più produttivo possibile, è già qualcosa che nel nostro scalo si è realizzato da anni; infatti è il porto con il più alto indice di produttività a livello nazionale e con una tariffa dell’art 17 che viene presa a parametro come tetto massimo di appalti e sub appalti del nostro porto; la più bassa di Italia.

Siamo preoccupati anche per le insistenti voci di crisi dell’art 17 che il sindacato denuncia

Voci che giungono dopo che l’azienda e l’autorità di sistema portuale hanno dato il benestare al reintegro della pianta organica con l’assunzione 8 operativi

Vorremmo sommessamente ricordare che ALP è un servizio fornito al porto di Livorno e in quanto tale non è soggetto che necessariamente debba registrare profitti;

anzi proprio per la sua natura precaria gode di un ammortizzatore sociale permanente

Grazie all’art 15 bis l’autorità di sistema portuale può attingere dalle tasse di ancoraggio e stazionamento per equilibrare la situazione di AlP, anche se, la tendenza in questi anni è stata favorire una cultura di una parte politica che ha occupato tutte le case matte del potere istituzionale e ha assorbito su di se la cultura liberista padronale ed una visione proprietaria della cosa pubblica.

Si è tentato a più riprese attraverso contratti a tempo, par time, ecc. ecc. di ridurre il bacino di approvvigionamento di tale azienda, sempre nell’ottica di ridurre i costi della manodopera, precarizzando il lavoro e la vita dei lavoratori,

grazie anche ad una impalpabile politica sindacale che non è riuscita o non ha voluto organizzare i lavoratori in battaglie di respiro generale, relegandoli a vertenze settoriali che hanno contribuito alla frammentazione sociale e culturale dei lavoratori.

 

A nostro avviso l’attacco che viene portato ai lavoratori di AlP, è un attacco generale al lavoro in porto.  E’ evidente che l’art 17 venga preso a parametro come tetto massimo del prezzo del costo della manodopera e su quell’indice si siano modellati al ribasso gli appalti. Quindi abbassare il costo e la retribuzione di tali lavoratori, significa porre l’asticella del costo del lavoro di tutti i prestatori di manodopera ad un livello sempre più basso. Inoltre il fatto che la strutturazione di un contratto di secondo livello che renda dignitoso la vita di chi lavora non sia sostenibile, vista anche la mancanza o la poca consistenza di questa contrattazione in altre aziende portuali, i cui lavoratori sono costretti:

ad un eccessivo ricorso agli straordinari per garantirsi uno stipendio sufficientemente dignitoso per se e la propria famiglia,

sta a significare che non si può andare oltre con la depauperazione del costo del lavoro e la tariffa dell’art 17, debba essere alzata, cosi come non si può pensare che esista per il capitalismo una crescita infinita, altrettanto non si può pensare che i salari dei lavoratori essere ribassati all’infinito

Per questi motivi come partito comunista italiano crediamo che attraverso una seria discussione si debba trovare l’unità di quelle parti sociali, che ancora oggi sento di voler rappresentare gli interessi dei lavoratori e la loro emancipazione, perché essi possano tornare ad essere protagonisti nelle decisioni e nelle dinamiche che nella realtà del esistente si sviluppano, per questo esprimiamo vicinanza e sostegno ai lavoratori di ALP in lotta.

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