Porto, le RSU esprimono massimo sconcerto e preoccupazione per la situazione di Alp
I lavoratori di Alp dopo essersi riuniti in Assemblea esprimono il massimo sconcerto e preoccupazione riguardo alle recenti dimissione dell’Amministratore Unico Matteo Trumpy.
Le preoccupazioni riguardano le dinamiche che si sono create all’interno del porto da dicembre 2021 e che hanno portato alle dimissioni di un Amministratore che, come nessuno nella storia di Alp, ha raggiunto obbiettivi importanti in questi anni.
Arrivato nel 2019 in un momento di grave situazione economica per Alp e che alle porte della pandemia, è riuscito con l’aiuto della RSU e di tutti i lavoratori a ricreare una situazione economicamente stabile, organizzata e soprattutto efficiente per il porto di Livorno; a sottolineare che l’equidistanza dell’Amministratore da tutti i soci fosse un valore aggiunto.
Già nel febbraio 2021, dopo aver appreso della minaccia di dimissioni dello stesso Amministratore ai soci di Alp, questa RSU intervenne pubblicamente a sottolineare il fatto che si stava sostituendo un manager funzionale alla società che in poco tempo aveva già centrato alcuni obiettivi fondamentali per la sopravvivenza della stessa .
Dimissioni che arrivarono a seguito di un mancato supporto societario riguardo a tre punti fondamentali per la strutturazione della società;
la formazione del personale , l’assunzione degli interinali storici e la nostra richiesta di avere dei locali adibiti a bagni ad uso, ed esigenza esclusiva per il personale Alp
Le dimissioni vennero ritirate e venne garantita piena fiducia all’Amministratore da parte della compagine societaria .
Ad oggi si è concretizzata solo l’assunzione degli interinali storici , nonostante Alp abbia in questi anni conosciuto il suo periodo più florido.
Assunzione degli interinali storici per niente scontata in quanto all’Assemblea dei Soci del 16 dicembre 2022 si deliberò la necessità di reintegrare la pianta organica che aveva visto negli anni precedenti lavoratori Alp migrare verso realtà più solide e organizzate del porto di Livorno .
A seguito di questa delibera venne convocata una riunione dall’Autorità di Sistema Portuale, alla presenza di questa Rsu, Sindacati confederali, sindacati di base, Alp e rappresentanti delle Imprese per imporre i criteri di assunzione in Alp, escludendo i lavoratori interinali dalla speranza di assunzione , in quanto a detta dell’AdSP i precari non fanno parte del Piano Organico Porto.
Questa RSU e la segreteria Usb furono le uniche fortemente contrarie a questa decisione, specificando che storicamente in Alp le assunzioni sono state fatte dal bacino dei lavoratori interinali e, sottolineando, che Alp è una società privata, anche se con una esigua partecipazione statale è esente dai ragionamenti della legge 175/2016 riguardante il reclutamento del personale nelle società a partecipazione pubblica.
Inoltre per le altre imprese del porto, anch’esse private , regolamentate dallo stesso regime concessorio non sono mai stati attivati procedimenti simili.
Situazione poi aggravata da alcuni soci di Alp che subito dopo questa “riunione di intenti” procedevano ad assumere nelle loro aziende personale fuori dall’Organico Porto, alla prima esperienza lavorativa professionale con contratti a tempo determinato ai minimi livelli salariali, venendo quindi meno agli accordi presi in Assemblea dei Soci Alp e agli accordi firmati nel Patto per il Lavoro nell’aprile 2021 presso il comune di Livorno.
L’ennesimo foglio di carta, utile a tutti tranne che ai lavoratori dove si esaltano le formule degli appalti e del precariato; talmente tanto utile che il Comune di Livorno una volta posta la firma ha ritenuto bene uscire da qualsiasi discussione su ció che accade nel suo porto.
Nel mentre quindi si procedeva anche alle deliberate assunzioni in Alp, dove abbiamo assistito a gravi e importanti pressioni verso l’Amministratore affinché si assumesse personale evidentemente in esubero da una impresa articolo 16 che verte in una seria crisi aziendale ma che non ha mai aperto uno stato di crisi ufficiale.
Si arriva quindi al maggio 2022, con la pianta organica completata, una situazione economica stabile e in procinto di iniziare una strutturazione operativa con l’individuazione di alcune figure professionali più specializzate per far fronte alle esigenze del porto, nonostante già da tempo immemore si necessità di formazione , progetti che poi rimangono parole tirate per aria .
Questa volta però a dar ragione alle tante richieste di formazione rivolte negli anni c’è il documento “Piano Organico Porto “presentato dalla AdSP e che mette in evidenza le tante criticità gia noi denunciate da anni e anni;
in un articolo pubblicato il 17/2/2022 è la stessa AdSP a evidenziare il quadro espresso dal documento:
https://www.portnews.it/uno-sguardo-sul-mondo-del-lavoro-portuale/.
Il 13 maggio 2022 veniamo a conoscenza solamente tramite la stampa delle dimissioni dell’Amministratore Unico, presentate pubblicamente in un’articolo sulla propria pagina di informazione on-Line da AdSP come un cambio di passo per Alp, ma che invece secondo noi mette i risalto le vecchie e logore diatribe politiche del porto.
Diatribe politiche e di potere che hanno sempre e solo danneggiato Alp e conseguentemente il porto stesso .
Tutto questo è messo in evidenzia dal nuovo Consiglio di Amministrazione del quale fanno parte i rappresentanti di quelle realtà che più di tutte in questi anni hanno piegato i dettami del Contratto di Lavoro Nazionale utilizzando i propri lavoratori per 12 ore al giorno e ogni tanto anche per qualche ora di più, e che sono stati sorpresi più volte nei propri terminal a far svolgere le operazioni portuali ai marinai delle navi, favorendo quindi l’autoproduzione.
Porto, USB: “Autoproduzione, dopo la nostra denuncia i controlli sono aumentati”
Saremo curiosi di vedere e valutare questo fantomatico progetto, di cosa si parla nello specifico e che ad oggi però risulta essere l’ennesimo annuncio propagandistico, tanto che è ancora vacante la carica di direttore operativo, figura necessaria e inderogabile per l’operatività di Alp e per le corrette relazioni sindacali.
A tal proposito richiamiamo l’impresa, dopo aver già mandato una richiesta di incontro, liquidata con un “vi faremo sapere” che evidentemente però vale solo per la RSU, in quanto alcuni lavoratori sono già stati convocati personalmente senza specificarne neanche il motivo.
Se dobbiamo valutare la serietà del nuovo management societario possiamo azzardare che l’avventura non inizia bene, andando in pubblico in tv a parlare di riorganizzazioni senza aver prima informato i 68 lavoratori di cui una buona parte porta avanti Alp da 20 anni.
Lavoratori rappresentati da questa RSU, nel rispetto dei ruoli , unica nel porto di Livorno eletta democraticamente da tutti i lavoratori dell’Impresa e che è già al terzo rinnovo in carica .
Tutto ciò elencato mette solo in risalto un grande problema organizzativo di tutto il Porto di Livorno.
Altresì chiaro ed evidente che non può riguardare solo Alp ma tutto il comparto del Lavoro Portuale necessita di una riorganizzazione complessiva.
Siamo stanchi di articoli 18, spesso partecipati dagli armatori , che esternalizzano e appaltano la quasi totalità del proprio lavoro ad articoli 16 che ormai hanno snaturato la loro identità professionale e sono diventati meri appaltatori di manodopera sostituendosi di fatto all’articolo 17, quindi ad Alp, applicando dumping tariffario per rimanere sul mercato, affidandosi sempre di più al precariato al ribasso , e rimarcato dall‘assenza di contratti integrativi di 2’ livello, impoverendo quindi i lavoratori e il tessuto sociale cittadino.”
Inoltre spesso vediamo nel nostro scalo fantomatici contratti di appalto per il lavoro sulle navi che cambiano dall’oggi al domani o addirittura navi che settimanalmente cambiano banchina in base alle proprie necessità, e in più estromettendo da questo cicli i servizi di rallaggio navetta che vengono appaltati ad altri solo per abbattere i costi della lavoro , tanto è vero che il personale di alcune ditte articolo 16 servizi, o comunque del settore dell’autotrasporto , è tra i più sfruttati e si esubera nell’utilizzo dello straordinario.
Sottolineando il fatto che l’AdSP locale ha dichiarato pubblicamente che “ I pool dell’articolo 17 sono il perno su cui si regge il lavoro portuale in Italia” a Livorno Alp ha un numero inferiore di addetti rispetto alla media nazionale, tutto ciò in un porto dove la produttività è maggiore della media nazionale; tutto ciò dichiarato dallo stesso ente nel Piano Organico Porto pubblicato e già citato precedentemente .
RSU ALP
Massimo Mazza
Giacomo Pupi
Giuliano Giuliani