Post-voto, L’analisi politica di Sinistra Italiana
“«Siamo disponibili a lavorare alla costruzione del nuovo partito della sinistra a patto che indichi una netta discontinuità con il passato, anche generazionale, e abbandoni un profilo troppo simile al Pd pre-renziano».
Parte dalle dichiarazioni del Segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, una mia riflessione sui risultati e sui contenuti di questa campagna elettorale che ha rivelato ancora una volta quanto questa città e questa Provincia non siano un’anomalia ma al contrario, specchio che rivela in anticipo gli scenari nazionali di oggi.
Il deludente risultato raccolto da LeU sul piano nazionale che solo localmente ha avuto un rialzo, grazie alle performance di candidati nuovi e provenienti dalla società civile – e qui mi riferisco al risultato sopra la media regionale ottenuto da Fabrizio Pucci in questa provincia – testimonia la debolezza di un progetto da rivedere profondamente. Spesso la bontà e il fine di un’idea, quando viene tradotta in realtà, troppo velocemente, non porta i risultati sperati, soprattutto se una parte importante di chi la rappresenta, ha storie pesanti alle spalle e non costituisce come emerso, un valore aggiunto nemmeno nei numeri, ma anzi, si dimostra un freno per i fardelli portati dal recente passato politico che un cambio di rotta tardivo, forse tradisce in parte obiettivi diversi. E lo dico con rammarico profondo, tutto ciò è già molto chiaro e delineato a livello di cronaca, locale e nazionale poiché suffragato dalle tante dichiarazioni scomposte e solitarie post voto di alcuni esponenti di LeU. Sarebbe tanto utile quanto indispensabile capire le ragioni di un fallimento e assimilarne la lezione. Ripensare davvero chi siamo, chi vogliamo rappresentare e che tipo di messaggio vogliamo portare, va ben oltre la necessità di un ricambio generazionale. Per questo sono necessari passaggi utili a stabilire in modo democratico quale sia, non il destino di una formazione unitaria che è chiaro sia utile quanto indispensabile oggi per ricostruire la sinistra, ma le reali motivazioni che ne decretino i contenuti fondanti. Da qui, la proposta di un sereno e democratico confronto interno si impone come unica via percorribile. Sono certa che Sinistra Italiana nazionale e a scendere, ogni ordine e livello della sua classe dirigente saprà trovare il momento a breve giro per una sintesi che sia consultazione e aiuti ad aggiustare il tiro, dal momento che gli equilibri di rappresentanza parlamentare sono cambiati così come è cambiata la percezione dei cittadini nei nostri confronti”.
Fanno sobbalzare le dichiarazioni di chi “dà per scontato e ‘naturale’ un appoggio certo da parte di LeU. Inoltre l’acronimo LeU – MdP è un refuso o il prologo di qualcosa che dimentica la triplice composizione della lista? Sarebbe utile in queste ore di fervente lavoro politico, avere qualche risposta nel merito. Oppure è ormai dato acquisito attestarci tutti sul comportamento del Governatore Rossi che da padrino di MdP, si intesta a giorni alterni senza discussioni collegiali, uscite a mezzo stampa a firma LeU senza aver concordato linea e contenuti?
Il Governatore gioca un ruolo super partes o veste gli abiti di Giano Bifronte? Per le posizioni prese, prima, durante e dopo la campagna elettorale, ha dimostrato di voler forzare un percorso già reso molto difficile in fase di discussione delle candidature da proporre in Toscana per via dei ‘paracadutati’. Tutto questo ha pesato sulle scelte di linea e indebolimento politico che aveva indirizzo invece alternativo, si è presentato agli elettori, come rimarca efficacemente e senza appello Nicola Fratoianni, con il volto di una compagine da ‘PD pre – renziano’. Tutto ciò mi fa dire ora che non è mai stato l’obiettivo di Sinistra Italiana e per questo abbiamo vissuto quanto meno a Livorno, con amarezza, lo sbiadimento progressivo di radicalità, dal momento che temi caldi come quello della sanità pubblica avrebbero messo in difficoltà la campagna unitaria di LeU per le scelte regionali mai adeguate nonostante le molte dichiarazioni verbali, ad un cambio di passo reale e concreto. Oggi il coro di voci che si infittisce di slanci verso il PD ora che Renzi pare, e dico pare non a caso, abbandoni il timone della nave, fa da contraltare a quel ‘riprendiamoci la ditta’.
Sinistra Italiana non ha mai avuto ditte da difendere.
Non importa più se dall’interno o dall’esterno, però c’è LeU e credo nessuno dentro SI voglia diventi un cavallo di Troia e niente più. Per questo serve non buttare via il bambino con l’acqua sporca, ma rivedere le reali motivazioni di un contenitore comune.
La fragilità del momento storico fotografata dal voto, dove è evidente la deriva antidemocratica portata in dote da un’avanzata della Destra oggi unita più che mai, dovrebbe porre una radicalizzazione dei contenuti e un ragionamento lucido nei confronti di chi realmente potrà rappresentare oggi uno sbarramento a questo scenario così pericoloso. Lo testimoniano molto bene le dichiarazioni di Nichi Vendola e Nicola Fratoianni favorevoli ad un’apertura con appoggio esterno al Governo del M5s. Condividere un’agenda programmatica è fondamentale per uscire dalle secche per il Paese, un’agenda chiara e strutturata per punti, irrinunciabili per Sinistra Italiana così come legati a stretto giro al programma alternativo proposto da LeU.
Il M5s è cresciuto, maturato e si è strutturato, perciò sarebbe stupido quanto riduttivo non comprenderne il ruolo, non solo per la forza confermata dal voto, ma per la sua capacità di forzare le istituzioni nel paese, viste oggi come causa e non come cura di un danno procurato ai cittadini a causa delle leggi emanate dagli ultimi due governi. Il ruolo di LeU, nonostante il peso specifico di soli 18 parlamentari, credo si debba assestare come dice in modo chiarissimo Nichi Vendola sulla discussione di punti irrinunciabili. Io credo che non si debba soprassedere a queste proposte: abolizione delle legge Fornero, del Jobs Act, della Buona Scuola e vada richiesto il ripristino dell’Art.18.
Respingere a scatola chiusa qualsiasi rapporto come sta facendo il PD, atteggiamento condiviso per altro dal Governatore Rossi, mi pare poco proficuo e poco illuminato.
Significa non aver compreso il malessere profondo del paese e cosa rappresenti lo spirito di servizio della politica nei confronti di chi vuole rappresentare.
Ammettere di aver sbagliato è un merito quando serve a migliorare la vita delle persone. Ritroviamo questo coraggio”.
Simona Ghinassi
Coordinatrice Sinistra Italiana – Federazione di Livorno