Cronaca 19 Aprile 2021

Prendendo spunto dalla vicenda di Malika, AGEDO: “esistiamo per aiutare a superare le difficoltà del coming out”

agedo logoLivorno 19 aprile 2021

“I media e i social ultimamente si sono molto occupati della triste vicenda di Malika, la ragazza che dopo aver dichiarato in famiglia di essere lesbica è stata scacciata di casa.

Essere lesbica, gay o avere un’identità di genere non in linea col proprio sesso biologico è una condizione seppure naturale, generalmente non prevista.

Non è prevista dalla persona omosessuale o con varianza di genere, nè da familiari, insegnanti, compagni, amiche e amici.

Spessissimo i sentimenti che queste persone provano sono quelli di essere sbagliate e comunque l’unica o unico sulla faccia della terra.

Il coming out è un processo lungo, che inizia quando la persona incomincia a porsi il problema di dare un nome ai sentimenti che prova:

sarà amicizia? solo attrazione? oppure amore?

Riconoscersi, riconoscere il proprio diritto ad essere felice ed amare, riconoscere la legittimità ad esistere e alla visibilità non è un percorso facile.

C’è chi si perde per strada condannandosi ad una vita vuota e triste; chi cerca di farla finita nella convinzione che la propria sia una vita che non merita di essere vissuta; ancora chi sceglie di nascondersi e rompere i rapporti con le persone che dovrebbero essere più vicine nel timore del giudizio altrui o di deludere.

Eppure, è proprio l’atto di rivendicare il proprio diritto ad essere felice e amare nel modo in cui la natura ha stabilito, che permette di instaurare un rapporto vero e autentico con le altre persone e soprattutto con quelle che stanno più a cuore.

 

Dobbiamo profonda gratitudine a chi ci regala la sua autenticità, anche se questa non era prevista, anche se all’inizio sembra incrinare tutti i piani, i progetti, le fantasie che avevamo immaginato.

Quando i genitori, i fratelli, le sorelle, i parenti, le amiche e gli amici più intimi vengono a conoscenza dell’omosessualità o della varianza di identità sessuale di una persona a loro cara, spesso la prima reazione è di incredulità, di terra che frana sotto i piedi, a volte di rabbia e di vergogna.

Sono sentimenti legittimi. Le informazioni su questi aspetti della vita sono spesso distorte da pregiudizi, stereotipi e disinformazione.

È necessario metabolizzare l’informazione per ricomporre il puzzle dell’identità dell’altro per riconoscerlo come figlio o figlia amata e riscoprire la bellezza della relazione autentica tra persone che sanno chi è l’altro di fronte a sé.

Le famiglie sono quegli intrecci relazionali di amore, aiuto, conforto, sostegno, condivisione, stimolo all’interno dei quali chiunque dovrebbe sentire di essere giusto e di essere al posto giusto.

Sono queste le famiglie da proteggere e tutelare, indipendentemente da chi sono i membri che le compongono o quali siano le loro identità o condizioni sociali o personali.

 

È comprensibile che un fatto imprevisto crei un terremoto all’interno di una famiglia, ma se c’è la consapevolezza e la volontà di essere veramente “famiglia” si lavora affinché dalle macerie nascano rapporti più belli e profondi rispetto a prima.

A.GE.D.O., Associazione di genitori, parenti ed amici di persone LGBT+ esiste per aiutare a superare le difficoltà che il coming out può creare, per ritrovare la serenità nelle relazioni familiari e riconoscersi e rispettarsi nell’autenticità del proprio essere”.

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