Cronaca 19 Luglio 2022

Problematiche trasporto pubblico, USB racconta la sua verità

usb livorno bandiereLivorno 19 luglio 2022 – Problematiche trasporto pubblico, USB racconta la sua verità

Il Coordinamento autoferrotranvieri USB Toscana a seguito degli articoli stampa inerenti i vari mallanni del trasporto pubblico, interviene con un comunicato (che riportiamo integralmente) dando la sua versione sui mali del settore

“In quest’ultimo periodo si susseguono articoli stampa che descrivono i vari malanni che affliggono il TPL in Toscana.

Si passa dall’insoddisfazione della regione Toscana per il servizio erogato dai nuovi gestori, al cronico “sotto organico” dovuto all’assenza di conducenti da assumere o per quelli in malattia causa COVID.

Dalla pessima condizione del parco veicolare, al futuro taglio di chilometri della rete, ai subappalti, alle conseguenze dei danni prodotti dagli ex gestori con le giuste rivendicazioni dei lavoratori.

L’insieme di tali e tante criticità potrebbe sembrare, vista dall’esterno, frutto di una concomitanza di eventi clamorosamente sfortunati.

L’analisi di chi il settore lo conosce, perché lo vive direttamente, non può che rilevare ciò che in realtà è assolutamente evidente:

si tratta delle ovvie conseguenze di una strategia politica fallimentare fatta di incompetenza e opportunismo.
Pertanto riteniamo necessario spiegare la realtà delle diverse criticità dal punto di vista di chi il declino del settore l’ha vissuto e pagato sulla propria pelle.

I governi locali e nazionali, negli ultimi decenni, hanno fatto leva sulla loro stessa inadeguatezza nella gestione delle aziende di servizi pubblici (prima utilizzate per il mantenimento e/o la creazione di sacche elettorali e il posizionamento di politici e politicanti del momento) per giustificarne la concessione ai privati, cogliendo così le nuove opportunità economiche e personali offerte dalla privatizzazione.

Definiremmo, quindi, quantomeno grottesco il finto stupore che oggi manifesta la Regione Toscana per le più che prevedibili conseguenze di tali precise scelte politiche.

Nell’ultimo trentennio il potere di acquisto del salario della categoria si è ridotto del 35 – 40%; le condizioni di lavoro hanno subito un drammatico peggioramento; i costi e la complessità per il conseguimento delle abilitazioni professionali sono aumentati a dismisura.

Al contempo, la domanda di lavoro del trasporto merci su gomma (con retribuzioni più alte) ha avuto un notevole incremento.

Tutto questo ha portato all’inevitabile e scontata carenza di nuovi conducenti per il TPL.

L’aumento della malattia per COVID degli autisti è soltanto l’ovvia conseguenza del:

recente ripristino dell’accesso dell’utenza dalla porta anteriore;

conseguente rimozione delle barriere che consentivano il distanziamento fisico del conducente;

carenze nell’igienizzazione degli ambienti comuni, troppo spesso angusti e malsani.

Le pessime condizioni del parco veicolare non sono solo da attribuire alla vetustà delle vetture e alla conseguente irreperibilità dei pezzi di ricambio ma anche alla precisa scelta di smantellamento delle officine e della manutenzione interna a favore dei service privati.

Di fatto si registrano già significativi malfunzionamenti e una manutenzione a dir poco discutibile delle vetture di nuova generazione.

Per quanto concerne poi il taglio dei chilometri e i servizi in subappalto; giudichiamo vergognoso che i proclami d’indignazione provengano proprio da quegli enti e sindacati Toscani che hanno sottoscritto le regole della gara regionale per il TPL condividendone, di fatto, gli stessi contenuti che ora contestano.

Grottesche, e perfino surreali, sono inoltre le vicende che hanno portato alla sanzione da 3,5 milioni di euro comminata dall’Antitrust alle aziende uscenti, per avere ostacolato il subentro dell’azienda aggiudicatrice.

Tutti i comuni hanno condiviso la scelta della regione Toscana di mettere a gara un lotto unico per poi, incredibilmente; dare mandato alle aziende di ricorrere contro l’aggiudicazione con la conseguenza che,:

oltre al tempo e alle enormi risorse economiche sprecate nei vari ricorsi, occorreranno altri soldi pubblici per pagare le sanzioni.

Gli unici a pagare veramente, come sempre, sono e saranno i lavoratori; oggi con la prestigiosissima multinazionale (forse all’estero, perché qua è al momento più disorganizzata e tecnologicamente arretrata della peggiore bottega di paese), e ieri con “carrozzoni” pseudo pubblici, continuano a lavorare enormemente sottopagati e in condizioni assolutamente insostenibili.

Crediamo che la categoria debba trovare al suo interno le energie, le risorse e la necessaria determinazione per riprendersi ciò che ha perso e che le spetta.

È ormai troppo tempo che assistiamo a rinnovi al ribasso del CCNL e dei contratti aziendali; alle scelte opportunistiche dei partiti; alle leggi contro i lavoratori e il diritto allo sciopero; alla privatizzazione; ai continui tagli alle risorse, alle speculazioni.

Ci hanno tolto un lavoro dignitoso e una prospettiva occupazionale per le nuove generazioni.

Siamo convinti che soltanto attraverso un coordinamento delle varie realtà provinciali insieme alle rivendicazioni, possiamo ribaltare i rapporti di forza. Non c’è niente di impossibile In tutto ciò.
Il futuro della categoria dipende solo dalla determinazione dei lavoratori”.

 

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