Protesta comunità tunisina, FdI: “Solidarietà alle forze dell’ordine per le gravi offese ricevute”
Il Portavoce Giacomo Lensi, il Coordinatore Comunale e Capogruppo Andrea Romiti, il responsabile regionale del Dipartimento Legalità, Sicurezza e Immigrazione Lorenzo Baruzzo e il provinciale del Dipartimento Stefano Maio esprimono solidarietà alle Forze dell’Ordine per le gravi offese ricevute durante la manifestazione che si è svolta a seguito del decesso del ragazzo tunisino morto affogato per sottrarsi ad un controllo di Polizia e intervengono sulla vicenda.
“A Livorno accade come nelle piazze di spaccio del Sud” dicono Lensi e Romiti “pensiamo al quartiere Sanità a Napoli oppure a Ballarò a Palermo, spesso in quei posti abbiamo visto scene ai telegiornali di manifestazioni contro le Forze dell’Ordine che facendo il loro lavoro, con grandi rischi e difficoltà, procedevano ad arresti degli esponenti locali”. E continuano “la zona piazza Garibaldi e piazza della Repubblica è una piazza di spaccio, con vedette, pusher e organizzazioni criminali che traggono grandi profitti da questa attività e quindi hanno grandi interessi a che la situazione non cambi. Le scene durante la manifestazione di ieri con offese e gravi accuse alle Forze dell’Ordine sono le stesse che avvengono in molti quartieri malfamati del Sud e non possiamo accettare che tutto questo accada nella nostra città.”
“Il porto di Livorno è per la ‘ndrangheta la porta di ingresso di tonnellate di droga, questo dicono le ultime indagini che sono agli onori della cronaca” – affermano i responsabili del Dipartimento Sicurezza Baruzzo e Maio – “Tonnellate di droga che poi devono essere vendute nelle piazze di spaccio per dare soldi alle cosche ‘ndranghetiste, in modo da permettergli di fare affari nel mondo imprenditoriale. E la grande indagine sulla ‘ndrangheta in Toscana che sta scuotendo i vertici regionali del PD, dimostra proprio questo passaggio tra attività di spaccio e imprenditoria malata. La ‘ndrangheta ha potuto smaltire scarti di lavorazione altamente tossici facendo grandi affari e inquinando gran parte della nostra meravigliosa Toscana”.
I vertici del partito livornese Romiti e Lensi pongono una riflessione sull’aspetto umano della vicenda: “I colpevoli di questa morte assurda lontana da casa di questo ragazzo tunisino, sono proprio quei partiti che vogliono un’ immigrazione incontrollata, che fanno venire ragazzi africani con i barconi e con le loro grandi speranze, li usano fino a quando l’accoglienza dei migranti frutta alle cooperative e poi li lasciano al loro destino ed è qua che spesso scelgono la strada più semplice, quella della criminalità, braccia per lo spaccio della droga”.
In modo unanime concludono: “Se questo ragazzo fosse venuto in Italia in modo regolare con il posto di lavoro solo se effettivamente disponibile, come avviene nei Paesi civili, non avrebbe condotto una vita ai margini della società e soprattutto non avrebbe fatto questa morte assurda, affogando perché scappava dai controlli delle Forze dell’Ordine. Massima vicinanza al prezioso operato delle Forze dell’Ordine che si trovano sotto attacco mediatico da parte di chi ha forse l’interesse a tutelare questo sistema criminale, che passa dalla tratta degli esseri umani, allo spaccio di sostanze stupefacenti per arrivare alla criminalità organizzata che distrugge l’economia e inquina le nostre terre.”