Protocollo Comune-CCN, “Documento disaggregante”
A seguito della firma del protocollo di intesa tra Comune e CCN, le associazioni di categoria, Confesercenti e Confcommercio si esprimono così:
“PER IL COMMERCIO IN CITTA’ SERVE UNIRE LE FORZE, LE ASSOCIAZIONI INTERROGANO L’AMMNISTRAZIONE
La firma del Protocollo di intesa tra Amministrazione comunale e CCN avvenuta venerdì mattina è il punto di arrivo di un percorso al quale abbiamo, come associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore commercio e servizi, partecipato dando – finché abbiamo potuto – il nostro costruttivo contributo di idee e consigli: sarebbe stata una gran bella giornata per il commercio della città se al tavolo, ciascuno con i propri ruoli (istituzionale per il comune, di concertazione per le associazioni di categoria e operativo per i CCN), ci fossimo stati seduti tutti .
Come associazioni siamo attive – non da ora ma da decenni! – sul sostegno ai CCN quali strumento utile ad attivare azioni di sostegno alla valorizzazione del commercio di vicinato in contrasto con scelte forsennate che sovente in passato e non certo solo a Livorno le amministrazioni comunali hanno fatto di dare spazio alla grande distribuzione organizzata.
Ed proprio in virtù di questa esperienza, della quale non solo non facciamo mistero ma al contrario ci vantiamo, che ci interroghiamo sul percorso che ha voluto avviare l’attuale amministrazione con la modifica del precedente Protocollo di intesa tra il Comune di Livorno e o Centri Commerciali Naturali al momento riconosciuti.
Nel corso di numerose riunioni abbiamo espresso le nostre perplessità sul valore disaggregante che il documento appena ratificato assume e che, a nostro avviso, tutto farà tranne che sostenere gli interessi generali del sistema commerciale cittadino. E lo diciamo nostro malgrado, perché ciò che intuiamo è la volontà di caricare i CCN di funzioni e responsabilità che per la loro dimensione e pesantezza non sono in grado di assolvere in quanto avrebbero bisogno oltre che di risorse economiche – delle quali non sono nelle condizioni di disporre – anche di strumenti di valutazione generale che sono patrimonio storico dei soggetti che per natura e missione sono invece tenuti ad esprimere.
Ci interroghiamo – e rivolgiamo questa riflessione all’Assessore Baldari – su quale voglia essere davvero la scelta dell’Amministrazione in tema di sostegno al commercio di vicinato specie quello del centro città, che stretto tra le morse della crisi economica, delle tasse e dei parcheggi ha bisogno di una sinergia di intenti e di una politica aggregante e corale che riesca, attraverso una visione di sistema (e non di piazza), ad attivare azioni e produrre programmi di intervento condivisi capaci di salvaguardare un patrimonio di imprese e posti di lavoro senza il quale la città non potrebbe sopravvivere”.