Qualità dell’aria, il rapporto Arpat alla commissione congiunta Livorno-Collesalvetti-Pisa
Livorno 12 febbraio 2025 Qualità dell’aria, il rapporto Arpat alla commissione congiunta Livorno-Collesalvetti-Pisa
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In data 11 febbraio 2025, ARPAT ha preso parte alla commissione ambiente congiunta
organizzata dai Comuni di Livorno, Collesalvetti e Pisa dove ha illustrato lo stato della qualità
dell’aria nella zona interessata e l’attività di monitoraggio di ARPAT sia attraverso la rete
regionale per il monitoraggio della qualità dell’aria che con campagne specifiche sul territorio,
frutto di accordi con altri soggetti istituzionali, come l’Autorità di Sistema Portuale del Mar
Tirreno Settentrionale e i comuni di Collesalvetti e Livorno.
Bianca Patrizia Andreini, responsabile del Centro regionale per la qualità dell’aria, ha illustrato
ai presenti, assessori e consiglieri comunali delle tre amministrazioni, quanto realizzato
dall’Agenzia, presentando i dati ambientali raccolti, in particolare, i risultati dei monitoraggi
per la qualità dell’aria realizzati dal 2018 al 2025 nell’area che va da Calambrone, a sud di
Pisa, fino alla postazione Livorno-Cappiello, a sud di Livorno.
I dati presentati riguardano, in particolare, le tre stazioni della rete regionale toscana
posizionate nel comune di Livorno e la stazione di Livorno-Stagno e le campagne indicative
effettuate all’interno dell’area portuale di Livorno in cinque postazioni e all’interfaccia porto
città in tre postazioni.
Il contesto normativo è rappresentato dal decreto legislativo 155/2010 e successive
integrazioni e modifiche, che rappresenta la normativa attualmente vigente in materia di
qualità dell’aria. Questa norma non disciplina le emissioni odorigene, per cui vige, in Italia,
un’altra normativa di riferimento.
Gli inquinanti di riferimento sono quelli definiti a livello europeo come importanti per valutare
la qualità dell’aria, solo nella stazione di Livorno-Stagno viene anche monitorato H₂S, che è
un inquinante odorigeno.
Le campagne indicative sono anch’esse normate nel decreto 155/2010, durano in media 15
20 giorni, per stagione, nell’anno e i dati raccolti, secondo questi criteri dettati dalla norma,
possono essere confrontati con i valori limite vigenti.
ARPAT ha svolto le campagne indicative nell’area portuale di Livorno, grazie ad un accordo
con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e, successivamente,
attraverso un progetto Interreg Marittimo – AER NOSTRUM (si veda a tale proposito la nostra
notizia: https://www.arpat.toscana.it/notizie/2023/progetto-aer-nostrum/il-monitoraggio
della-qualita-dellaria-nei-porti-di-livorno-e-portoferraio-per-il-progetto-aer-nostrum)
nell’ambito del quale, presso due postazioni già sede di precedenti rilevamenti, sono state
effettuate nuove campagne indicative per i parametri normati.
All’interno del progetto AER NOSTRUM, a livello di studio, sono stati anche utilizzati i dati “al
minuto”, osservando microparticelle, nanoparticelle, NO, NO2 e SO2. Inoltre, è stata realizzata
una mappatura del territorio, a partire da Calambrone fino alla zona sud di Livorno, tramite
campagne con campionatori passivi per biossido di azoto e di zolfo.
Gli ultimi monitoraggi realizzati sono quelli in piazza Grande, via Cavour e Mercatino
americano a Livorno a seguito della convenzione con lo stesso comune.
Con riferimento, invece, a Collesalvetti, in particolare alla zona di Stagno, per molto tempo, il
Comune di Collesalvetti ha messo a disposizione la fornitura elettrica grazie alla quale ARPAT
ha potuto mantenere, in quella zona, un autolaboratorio in affiancamento alla centralina di
Livorno -Stagno i cui dati sono stati già presentati in precedenti sedute della commissione
ambiente del Comune di Collesalvetti.
In occasione della presentazione alla commissione consiliare ambiente congiunta, sono stati
riportati anche i valori limite vigenti previsti dal decreto legislativo 155/2010 e quelli contenuti
nella recente direttiva europea sulla qualità dell’aria (Direttiva UE 2024/2881), che dovrà
essere recepita entro due anni. I nuovi limiti dovranno essere applicati dal 2030.
La situazione della qualità dell’aria nell’area di Livorno e Collesalvetti risulta la seguente.
PM 10
L’attuale valore limite per il PM10 è 40 microgrammi-metro cubo come media annuale, questo
valore sarà dimezzato dal 2030. I valori della rete regionale, dal 2018 al 2024, rispettano già il
limite della media annuale della futura direttiva, 20 microgrammi-metro cubo.
Le campagne indicative, che sono state fatte in porto e nell’interfaccia porto-città, mostrano
che alcune postazioni rispettano già il futuro valore limite mentre altre no. Per quanto riguarda
il valore limite giornaliero per il PM10 il numero di superamenti nella zona costa è molto
ridotto e, per lo più, attribuibile a polveri provenienti dal Sahara.
PM2,5
È un inquinante monitorato da molti anni in una stazione di traffico e in una stazione di fondo
della rete regionale. Il valore limite attuale è 25 microgrammi-metrocubo e le due stazioni
hanno, entrambe, registrato valori molto inferiori a quest’ultimo. Rispetto, invece, al futuro
valore che, come già detto, sarà in vigore nel 2030, i dati sono molto vicini al rispetto dello
stesso, eccetto per alcune postazioni all’interno del porto.
NO2
Per questo inquinante, il valore limite attuale è 40 microgrammi-metro cubo, il valore futuro
sarà 20 microgrammi-metro cubo. I valori misurati presso la stazione di traffico della rete
regionale, Livorno Carducci, nella prospettiva futura, risultano lontani dal limite futuro
previsto al 2030.
Per quanto riguarda, invece, i valori delle campagne indicative, per la postazione di Piazza
Cavour, possiamo dire che, a livello di media annuale, questa rispetta il futuro valore limite, le
altre, al contrario, mostrano valori superiori al futuro limite con una differenza più o meno
elevata.
Nella zona di Stagno, invece, si ha già un ampio rispetto del valore limite.
Nell’ambito del progetto AER NOSTRUM, negli stessi periodi delle campagne indicative, sono
stati posizionati campionatori passivi in 13 postazioni distribuite da Calambrone a Livorno-
Cappiello. Il metodo, normato da UNI ma non previsto dalla legislazione vigente, è stato utile
per monitorare contemporaneamente tante postazioni con campagne indicative. Lo scopo
principale dell’utilizzo di questi strumenti non è quello di certificare la qualità dell’aia ma
mappare un territorio e avere un’indicazione sulla variazione spaziale di un certo inquinante.
In questo modo l’Agenzia ha potuto confermare le informazioni già rilevate, confrontandole
con altre campagne indicative e con i dati registrati dalle centraline della rete regionale.
Per quanto riguarda i risultati, si hanno livelli più elevati in porto e all’interno della città, dove
NO2 viene prodotto anche dal traffico cittadino e dal riscaldamento, mentre allontanandosi
dalla stessa, i valori di questo inquinante si riducono; a Calambrone, ad esempio, i livelli di
NO2 sono molto bassi.
Ricapitolando, in sintesi, possiamo affermare che nelle stazioni fisse dal 2020 ad oggi con
riferimento al
• PM10, i valori rilevati in questa zona sono stabili ormai da diverso tempo. Fatta
eccezione per la stazione di Livorno-Carducci, i valori si attestano vicini al futuro limite
di riferimento, pari a 20 microgrammi-metro cubo;
• PM 2,5, le stazioni che rilevano questo inquinante mostrano dati stazionari con valori
vicino al futuro valore limite;
• Biossido di azoto, fatta eccezione per la stazione di Livorno-Carducci, si registrano
valori tendenzialmente al di sotto dei venti microgrammi-metro cubo. Solo la stazione
di traffico mostra una tendenza alla riduzione, in tutte le altre il trend è stazionario.
SO2
Si tratta di un inquinante caratteristico di questo territorio per la presenza del porto e della
raffineria. Nella normativa attuale, gli indicatori sono il numero di superamenti della media
oraria, che non viene superata in Toscana da molti anni, e il valore limite della media
giornaliera, che è pari a 125 microgrammi metro-cubo e diventerà, con la futura normativa, 50
microgrammi-metro cubo.
Per questo inquinante, si è fatto riferimento solo alle massime medie giornaliere rilevate nelle
due stazioni fisse, prendendo in considerazione il valore più elevato registrato negli ultimi sei
anni di monitoraggio. Nelle campagne indicative, invece, è stata riportata la media giornaliera
con il valore più elevato. In tutti i casi, i valori registrati risultano molto inferiori al valore di
riferimento dell’attuale normativa. La media annuale si attesta intorno a uno-due
microgrammi-metro cubo, molto vicino al limite di rilevabilità strumentale.
Altri inquinanti monitorati sono il benzene, il benzo(a)pirene e metalli su PM10 e CO. Tutti
sono stati monitorati in diverse campagne indicative effettuate nell’ambito della convenzione
con l’Autorità di sistema portuale oltre che in una specifica campagna a Stagno e, infine
anche in una stazione fissa, Livorno-La Pira, dove il monitoraggio è annuale.
Tutti i livelli degli inquinanti monitorati, benzene, CO, benzo(a)pirene e metalli, risultano al di
sotto dell’attuale valore limite.
Nell’ambito del progetto AER NOSTRUM sono stati realizzati nell’area portuale alcuni
approfondimenti, utilizzando il monitoraggio di micro e nano particelle con alta risoluzione
temporale con i dati al minuto. Si tratta delle prime misure di questo tipo in Toscana e,
trattandosi di metrica non normata, l’attività è stata realizzata solo per finalità di studio. In
questo caso, ARPAT ha combinato i dati al minuto di strumentazioni diverse e parametri
diversi per interpretare questi dati con riferimento alla “sorgente porto” e provando a correlare
gli stessi con i passaggi navali e le soste. L’attività è stata fatta prevalentemente nel sito di
Calata Bengasi, in diverse stagioni dell’anno.
ARPAT ha valutato i dati al minuto PM10, PM2,5 e PM1, raccolti con un contatore ottico di
particelle, i dati di nanoparticelle con nanoscan, la direzione e velocità del vento, i dati di
ingresso, uscita delle navi e i dati di attracco forniti dall’Autorità portuale e i dati degli
inquinanti gassosi.
In sostanza, ad esempio, è stato possibile rilevare i casi in cui, rispetto alla postazione di
monitoraggio, la fonte di PM10, 2,5 e 1 era collocabile all’interno dei punti di attracco delle
banchine.
Abbinando i dati “al minuto” di strumentazioni diverse (micro e nanoparticelle e inquinanti
gassosi) si ottiene un quadro degli effetti del traffico marittimo. I dati al minuto, uniti alla
direzione e velocità dal vento, consentono di identificare effetti che non risultano visibili
tramite le medie orarie e giornaliere. I passaggi navali, quando hanno ricadute sul sito di
monitoraggio, hanno effetti importanti e di durata molto breve sui livelli degli inquinanti.
Con riferimento, poi, ai dati raccolti nelle recenti campagne, realizzate a seguito della
convenzione con il Comune di Livorno, ARPAT sta valutando alcuni dati al minuto per capire
se è possibile associarli a precisi eventi.
L’unico tracciante utilizzabile risulta essere SO2, per le fonti industriali. L’altro inquinante, per
il quale possono essere disponibili i dati al minuto, NO che in aria si trasforma in NO2, è una
sostanza emessa da qualsiasi combustione e non si può determinare se la fonte sia il porto, il
traffico cittadino o il riscaldamento.
L’Agenzia ha verificato la contemporanea presenza di alcuni valori, mediati su 10 minuti, di
biossido di zolfo e di monossido di azoto più elevati rispetto alla media in alcune giornate,
eventi che non sarebbero apprezzabili utilizzando il tempo di mediazione orario previsto dalla
normativa. Questi eventi sono stati associati alle informazioni sulla direzione e velocità del
vento.
Tutto questo ci porta a dire che si possono effettuare studi, approfondimenti con metriche
diverse da quelle previste dalle normative o linee guida, e questi sono utili solo per analizzare
alcuni fenomeni, ma non servono per valutare l’esposizione media della popolazione.
Infine, ARPAT ha valutato i dati registrati nel 2024 nelle centrali di Livorno e Collesalvetti con i
valori limite previsti dalla futura normativa. Da questo raffronto emerge che, per il PM10 tutte
le postazioni, eccetto Livorno-Carducci, già rispettano la normativa che entrerà in vigore nel
2030; per il PM2,5 anche la postazione di Livorno Carducci è in linea con i futuri valori.
Per quanto riguarda gli ossidi di azoto, che rappresentano una criticità in diverse postazioni di
traffico della Toscana, la centralina di Livorno-Carducci si mostra in linea con quanto
registrato in altre città toscane.
Possiamo concludere, dicendo che la nuova normativa, contenuta nella recente direttiva
europea, prevede l’introduzione di nuovi limiti, ma contempla, tra l’altro, anche la revisione
della zonizzazione, della classificazione, della rete e dei piani di valutazione.
La futura normativa non si limita alla valutazione dell’esposizione media dei cittadini ma
punta a studiare anche specifici hotspot, ovvero punti particolarmente critici per
l’inquinamento atmosferico in presenza di particolari condizioni, esempio zone
congestionate, aree industriali e simili.
Una particolare attenzione è rivolta anche alle polveri ultrasottili, rispetto alle quali è
necessario approfondire le conoscenze, anche se, al momento, non è stato ancora definito un
metodo unico a livello europeo per il loro monitoraggio.
Tutto questo richiede, come detto, una rivalutazione delle postazioni di monitoraggio che
interesserà molte aree della Toscana, compresa la zona di Livorno, Collesalvetti e Pisa.