Ambiente 11 Ottobre 2019

“Ra.Ri e Lonzi, quale futuro?” Biasci (Lega) alla Regione: “Quali sono le azioni programmatiche per le due aziende?”

Roberto BiasciLivorno 11 ottobre 2019 – Il consigliere regionale della Lega, Roberto Biasci, ha rivolto un’interrogazione alla Regione nella quale chiede di conoscere quale futuro si prospetta per la RA.RI e per la Lonzi Metalli.

In particolare “se siano state effettuate le necessarie verifiche delle volture delle autorizzazioni alle aziende che sono subentrate e quali possano essere le possibili soluzioni di riconversione delle due imprese che non comportino il ripetersi di eventi che, a suo tempo, ebbero a determinarne il sequestro, anche al fine di salvaguardare i posti di lavoro”.

Per Biasci è opportuno che la Regione affidi ad ARPAT una verifica straordinaria per l’accertamento delle condizioni ambientali nei due siti e nelle aree limitrofe a questi al fine di procedere alle eventuali bonifiche ambientali dei terreni e/o falde acquifere”.

Come si ricorderà le due aziende di gestione e trattamento di rifiuti erano finite sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità giudiziaria e sequestrate per presunti traffici illeciti di rifiuti.

Dopo il loro dissequestro ed il successivo passaggio ad altre aziende, IREOS per la RA.RI. e Liveco per la Lonzi, si è acceso il dibattito per la loro delocalizzazione in altre aree, alleviando così il disagio lamentato dalle comunità dei residenti ed al tempo stesso salvaguardando i livelli  occupazionali.

In questo senso, il consigliere leghista ha chiesto alla Regione “se non ritenga di dover sollecitare la delocalizzazione delle attività delle due società, contestualmente alla opportuna bonifica degli attuali siti”.

Biasci, infine, ha chiesto di sapere se la Regione “non ritenga di dover chiedere al comune di Livorno di provvedere alla modifica dell’art. 25 e suoi collegati del proprio Regolamento urbanistico allo scopo di autorizzare, per il futuro, insediamenti di attività produttive potenzialmente nocive ed insalubri purché ad una congrua distanza dalle abitazioni.

Al contempo, chiede che vengano promosse indagini epidemiologiche tese a verificare l’incidenza di patologie tumorali tra i residenti ed i lavoratori occupati nelle aziende dei quartieri nord della città che si presentano come rilevanti fonti di inquinamento ambientale.