Rapinò la tabaccheria Nevini, in carcere 40enne livornese pluripregiudicato
Alle Sughere B.L., 40enne livornese pluripregiudicato.
Aveva colpito nel primo pomeriggio del 6 ottobre scorso, quando, dopo essere entrato nella tabaccheria travisato ed armato; aveva puntato la pistola al volto del dipendente – “scarrellandogli” l’arma in faccia” – e rubato dal registratore di cassa oltre 500 euro; per poi darsi alla fuga, dopo aver intimato alla malcapitata vittima, con urla minacciose, di non chiamare la Polizia.
Le indagini, prontamente avviate dalla Squadra Mobile e dirette dalla Procura della Repubblica di Livorno; pur rese particolarmente complicate dall’assenza di sistemi di videosorveglianza efficienti, si sono comunque da subito incanalate nella giusta direzione.
Sviscerando gli ambienti della criminalità locale e con i metodi “tradizionali”; incrociando gli spunti investigativi derivanti dall’accurata conoscenza del tessuto criminale con le risultanze delle testimonianze assunte e delle individuazioni fotografiche effettuate.
Gli investigatori erano riusciti così, nel giro di poche ore, a dare un nome all’autore della rapina.
Alcuni giorni dopo è stato rintracciato ed arrestato in flagranza mentre si accingeva a prendere un treno con al seguito una pistola Beretta calibro 7,65.
La Beretta è risultata rubata quest’estate in un appartamento; munita di slitta per alloggiamento di silenziatore sulla parte terminale della canna, con tanto di “colpo in canna” ed altri due proiettili nel caricatore.
B.L., aveva inoltre con se anche una carta d’identità “rumena” contraffatta e dello stupefacente, di cui era assuntore.
In relazione alle ipotesi delittuose per cui era stato arrestato in flagranza; il pluripregiudicato era già stato destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere ed associato a “Le Sughere”, ove il personale della Squadra Mobile gli ha notificato l’ulteriore ordinanza custodiale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno in relazione ai gravi elementi indiziari emersi a suo carico per la rapina alla tabaccheria Nevini ed in considerazione della sua “elevatissima pericolosità sociale”, che ne rendeva quanto mai concreto il pericolo di reiterazione di reati.