Aree pubbliche 23 Luglio 2022

Recupero padiglione della Mescita, lo stato di conservazione e la metodologia di intervento

Livorno 23 luglio 2022

Lo stato di conservazione del padiglione delle Mescite e del Porticato Adiacente. Ecco come di presenta al momento dell’inizio dei lavori dei restauro

Tutto il complesso termale si trova in pessimo stato di conservazione. L’abbandono e la trascuratezza negli anni ha notevolmente accelerato il processo di degrado e disfacimento dell’immobile.

Ad aggravarne ulteriormente la già precaria condizione fu la costruzione nel 1982 del cavalca ferrovia davanti all’entrata principale che isolò la struttura dalla città opprimendola e nascondendola completamente.

Il Padiglione delle mescite e il Porticato adiacente, oggetto dell’intervento, mostrano anch’essi il passaggio del tempo e dell’incuria. Ha subito atti vandalici ed è diventato luogo di rifugio per persone senza fissa dimora.

Al momento dell’esecuzione di una campagna di saggi l’accesso al padiglione delle mescite è avvenuto tramite il porticato adiacente.

I locali si presentano pieni di macerie, detriti, guano e vario materiale di precedenti interventi, le tre porte che si affacciano sul giardino sono state chiuse da una muratura in malta e mattoni forati; gli infissi delle finestre sono in parte staccati e in parte distrutti.

 

Le superfici delle pareti presentano un diffuso attacco biologico di muffe; muschi e licheni oltre che di vegetazione superiore radicata, questo ha quasi completamente alterato le cromie originali.

Le ripetute infiltrazioni di acqua piovana e di risalita di umidità, hanno accelerato il distacco e in molti casi la perdita degli intonaci arrivando alla struttura murale composta da laterizio, pietra comune e pietra locale.

Sono visibili sulle aperture e nella parte bassa vari interventi eseguiti con malte cementizie.

Porticato ovest

Le pitture murali dei soffitti sono notevolmente danneggiate ma ancora leggibili. Sono presenti delle lacune dovute al distacco e perdita dell’intonaco a causa di infiltrazioni di acqua piovana dal tetto che hanno messo a nudo il ferro del cemento armato di cui è composto.

Alcune porzioni di decorazione sono state ricoperte da scialbi; in alcune zone sono visibili delle alterazioni cromatiche dovute ad infiltrazioni di acqua piovana e conseguente migrazione in superficie dei sali e delle ossidazioni ferrose.

Le pitture murali dell’abside sono fortemente deteriorate, essendo poste tra le finestre il processo di degrado si è accelerato compromettendone quasi totalmente la lettura.

 

Il dilavamento ha favorito un generale indebolimento e perdita della pellicola pittorica. Sono visibili porzioni di colore totalmente sollevato e irrigidito, nella parte bassa della decorazione la perdita dell’intonaco mostra una muratura composita.

La fascia perimetrale dell’abside è arricchita da un ampio rivestimento murale realizzato con piastrelle in ceramica da terra fino alla base delle finestre. Qui sono presenti delle lacune dovute alla perdita di maioliche smaltate da dove sgorgava l’acqua termale.

Sala interne al padiglione delle mescite

Abside maiolicato – sala delle mescite

Le colonne presenti nelle sale sorreggono gli architravi in cemento armato. Esse hanno finiture in stucco marmorino e terminano con un capitello corinzio di malta rifinito a calce o gesso di colore bianco avorio. L’unica parte pigmentata giallo-ocra sembra la foglia centrale. Il fusto, anch’esso di malta cementizia, sembra cavo all’interno e presenta una finitura come il capitello con colorazioni che variano dall’ocra al verde.

Gli stucchi delle cornici in gesso sono in buona parte andati perduti. Quelli rimasti sono in mediocre stato di conservazione, anneriti da polveri sedimentate e muffe.

Anche la stanza adiacente alla sala della mescita presenta, come l’abside, delle pitture murali e maioliche alle pareti. Anch’esse appaiono in pessimo stato di conservazione, soprattutto la parete a destra dell’entrata principale che è in buona parte priva di intonaci a causa dei dilavamenti di acqua piovana dovuti al crollo della copertura.

Anche la parte alta della parete frontale e laterale sinistra sono prive di intonaco, contrariamente alla parete di entrata che vede la decorazione estendersi fino alla parte alta, terminando con un cornicione con modanature in rilievo

Interno della sala della mescita

Questo ci fa presuppone che la copertura potesse essere più alta di quella attuale. Le decorazioni si presentano completamente offuscate da polveri sedimentate, muffe, scialbi e incrostazioni. I pigmenti stesi su una superficie liscia probabilmente una finitura a calce o gesso; presentano una sottile carbonatazione in superficie che offusca la brillantezza del colore. In alcune zone sono invece indeboliti e tendono a disgregarsi, sono visibili lacune e cadute dell’intonaco.

Su due pareti sono presenti i telai in ferro delle vetrate completamente ossidati che favoriscono, oltre ai dilavamenti ferrosi, il distacco degli intonaci adiacenti.

Come sulle pareti dell’abside anche qui troviamo un rivestimento in maioliche in cattivo stato di conservazione dovuto alla perdita delle ceramiche dalle quali fluiva l’acqua termale e alla frattura e rottura delle piastrelle.

 

Il porticato di accesso alle sale si presenta in pessimo stato di conservazione; le cattive condizioni della copertura favoriscono le infiltrazioni di acqua piovana che accelerando il processo di ossidazione dei ferri della struttura in cemento armato, facilitando il distacco degli intonaci.

La superficie è ricoperta da muffe e licheni oltre che da vegetazione superiore radicata; vari strati di scialbo e le alterazioni cromatiche dovute al dilavamento, alterano completamente le cromie originali degli ornati e delle campiture del soffitto, delle pareti e dei pilastri.

La fascia decorata di collegamento tra l’architrave e il soffitto è stata ricoperta da scialbi. Durante l’esecuzione dei saggi sono emerse delle decorazioni bianche su fondo rosso. (sono visibili delle decorazioni analoghe nel porticato dell’altro padiglione).

Le colonne del porticato sono in calcestruzzo armato, il fusto appoggia su una base quadrata ed è diviso a metà da due cornici ad anello, sulla sommità troviamo un capitello dorico.

La superficie esterna del fusto delle colonne è completamente dilavata e non presenta nessun tipo di cromia. Sui capitelli invece, troviamo residui di tinteggiatura giallo ocra, la superficie interna, sotto due strati di scialbo, presenta delle colorazioni sul capitello e delle tracce di colore sul fusto.

Particolare del soffitto, perdita di porzioni di intonaco

Soffitto, perdita delle cornici in gesso e porzioni di intonaco

 

La metodologia di intervento

Si premette che prima dell’intervento di restauro di tutti gli apparati decorativi che fanno parte degli ambienti oggetto di recupero, al fine di un miglior risultato delle lavorazioni; sarà necessario e prioritario un intervento sulle coperture che ad oggi si presentano ammalorate.

Sarà indispensabile anche la demolizione delle murature eseguite in precedenti interventi e lo sgombero dei locali da macerie e detriti, il ripristino degli infissi o almeno la chiusura temporanea delle aperture.

L’intervento di restauro delle pitture murali sulle volte e sulle pareti inizierà con un trattamento di disinfezione da colonie di microrganismi autotrofi o/e eterotrofi applicato a pennello e/o spruzzo e successiva rimozione meccanica o manuale della vegetazione superiore.

 

Le lavorazioni proseguiranno con il preconsolidamento della superficie pittorica che mostra cadute di colore e delle pigmentazioni particolarmente indebolite dalla perdita del legante.

Si procederà con il ristabilimento della adesione della pellicola pittorica con l’uso di resina acrilica  in emulsione a bassa concentrazione. Verrà applicata a spruzzo e/o a pennello interponendo un foglio di carta giapponese e successiva pressione a spatola. (nelle percentuali da stabilirsi in corso d’opera secondo il livello di assorbimento della superficie).

L’intervento procederà con la rimozione di depositi incoerenti, quali polveri e particellato sedimentati sulla superficie pittorica con l’utilizzo di pennellesse a setola morbida e aspiratori a bassa pressione.

La pulitura della pellicola pittorica sarà eseguita con l’utilizzo di spugne naturali e acqua demineralizzata, pennellesse e spazzolini di setola morbida.

Dove la superficie mostrerà depositi di sporco di natura oleosa o altro sarà necessario; l’applicazione di materiale assorbente e sali inorganici, interponendo un foglio di carta giapponese alla superficie nei tempi da stabilirsi in corso d’opera.

Le zone che presentano scialbi saranno trattate a mezzo meccanico; con l’utilizzo di bisturi e spatole, inumidendo precedentemente la superficie con acqua, attendendo i tempi di reazione e successivamente si procederà con l’asportazione stratigrafica delle pitture.

 

Le zone che mostrano interventi decorativi a secco e/o che non sopportano molto l’utilizzo di acqua; saranno trattate con una leggera tamponatura con acqua demineralizzata e spugne naturali, interponendo un foglio di carta giapponese.

Il consolidamento delle porzioni di intonaco distaccato sarà effettuato con iniezioni di resine acriliche a bassa concentrazione; intervento preceduto da iniezioni di acqua e tensioattivo al fine di favorire la penetrazione della resina. Dove necessario verranno inoltre eseguite iniezioni con malte a basso peso specifico a base di calce e inerti, necessarie per il riempimento di distacchi dal supporto murario e conferire nuova stabilità alla superficie.

Successivamente verrà realizzata la rimozione meccanica di stuccature eseguite durante precedenti interventi che per composizione e morfologia risultino inidonee alla superficie circostante nei casi di stuccature in malta o materiali scarsamente coerenti.

In seguito saranno stuccate le fessurazioni, fratturazioni e lacune con malta di colorazione e granulometria simile all’originale, ovvero;

con sabbie selezionate ed esenti da limo e calce francese oppure malte idrauliche e calce selezionata.

 

Le lacune sugli intonaci che presentano una finitura liscia saranno lavorate con materiali (esempio: la stesura in più mani di grassello di calce) simili all’originale ad esempio mediante stesura di grassello di calce.

L’intervento di ripresa e ricostruzione pittorica delle stuccature, delle parti abrase e delle zone alterate cromaticamente sarà eseguito con colori naturali ad imitazione dell’originale.

La ricostruzione inizierà mediante l’acquisizione della parte di decorazione originale tramite ricalco su carta lucida, forellatura della riproduzione e successivo “spolvero” con terra naturale.

 

Se necessario la ricostruzione pittorica sarà patinata al fine di ottenere una maggiore integrazione con la decorazione originale. I dilavamenti, ove non sarà possibile rimuoverli in fase di pulitura, saranno integrati con colori a tempera stesi a velatura ottenendo così unità di lettura dell’intera superficie decorata.

Le pareti, gli architravi, le colonne e i capitelli, avendo una finitura in marmorino, malta preparata con grassello di calce mescolato a polvere di marmo, saranno trattate con la stessa tecnica e con le stesse cromie dell’originale.

 

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