Referendum, “Il popolo sovrano ha deciso”: batosta politica per sinistra e sindacati. Un regalo al Govervo che ne esce più forte
Livorno 9 giugno 2025 Referendum, “Il popolo sovrano ha deciso”: batosta politica per sinistra e sindacati
Con un’affluenza attestatasi dal 30,58 al 30,60 per i vari quesiti – ben al di sotto del quorum necessario del 50%+1 –, i referendum dell’8 e 9 giugno non hanno raggiunto la soglia di validità. In questo modo, le cinque consultazioni abrogative – una sul tema della cittadinanza e quattro relative al mondo del lavoro – vengono annullate per scarsa partecipazione, certificando il fallimento della linea politica della sinistra e dei sindacati.
Le proposte referendarie – promosse da Cgil (+ Europa, Radicali e altre forze civiche) – riguardavano:
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Reintegro obbligatorio dopo licenziamenti ritenuti illegittimi, anche per contratti post‑Jobs Act.
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Eliminazione del tetto alle indennità per licenziamenti nelle piccole imprese.
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Limitazione dell’uso dei contratti a termine.
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Abrogazione della responsabilità solidale per infortuni nei subappalti.
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Riduzione da 10 a 5 anni del tempo di residenza per ottenere la cittadinanza italiana.
Il flop referendario rappresenta una sconfitta netta per chi ha promosso i quesiti. La realtà dei fatti mostra che le proposte non sono riuscite a coinvolgere né a convincere gli elettori: segno che, oltre alla forma dello strumento referendario, è il contenuto stesso delle battaglie della sinistra ad apparire sempre più distante dai problemi concreti dei cittadini.
Per la sinistra e i sindacati, costretti ora ad ammettere l’insuccesso, si tratta di una sconfitta politica e culturale. Nonostante abbiano mobilitato risorse, comitati e testimonial – da Landini alla segretaria del PD Elly Schlein –, non è bastato: il quorum resta irraggiungibile, con i dati finali che attestano un sonoro x%.
Il popolo ha “deciso” – astenendosi – e l’esito del referendum, pur non essendo vincolante, ha un valore politico inequivocabile: rafforza le forze di governo, che appaiono in sintonia con un elettorato sempre più scettico verso il riformismo ideologico della sinistra. I quesiti restano, dunque, sepolti insieme a una strategia che non ha saputo parlare al Paese reale.
I DATI NAZIONAI