Referendum inceneritore, Legambiente: “Quesito lungo e assai poco chiaro”
"Non appare corrispondere ad una reale esigenza della città nella realtà odierna"
Il direttivo del circolo Legambiente/Livorno in merito alla proposta di referendum propositivo cittadino sul tema della gestione dei rifiuti, per il quale è in corso in città una raccolta di firme, ritene opportuno esprimere la propria opinione.
“Il quesito proposto, lungo e assai poco chiaro, non appare corrispondere ad una reale esigenza della città nella realtà odierna:
1 – sia il percorso di chiusura dell’inceneritore del Picchianti;
2 – sia investimenti per impianti alternativi ed in linea con i principi dell’economia circolare:
sono di fatto già contenuti non soltanto nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa dagli attuali amministratori del Comune e dell’azienda municipalizzata, ma negli atti da questi prodotti (deliberazioni, accordi sottoscritti con Comune di Capannori, piano industriale Aamps).
Un referendum così concepito rischia anzi di disorientare e chiede ai cittadini di esprimersi non su un indirizzo preciso con un secco sì o con un no,
su proposte industriali vaghe in cui l’unica indicazione certa è la misura sovradimensionata rispetto alle esigenze locali e che dovrebbe quindi essere oggetto di decisioni da parte di autorità sovracomunali, non del Consiglio Comunale come chiede il quesito.
L’espressione della volontà dei cittadini attraverso gli strumenti democratici della partecipazione è certamente positiva, anche quando non si richiede di raggiungere un quorum
Proprio per difendere il valore di questi strumenti occorre ricorrervi con raziocinio e parsimonia, dato anche il costo non indifferente a carico di tutti i cittadini. Non ci sembra questo il caso.
Ci preoccupa inoltre il fatto che:
gli impianti di trattamento meccanico-biologico e le fabbriche dei materiali, a cui si riferisce il quesito, siano molto spesso utilizzati per produrre combustibile solido (plasmix e CSS) da utilizzare non solo negli inceneritori, ma anche negli impianti di produzione di metanolo (waste-to-methanol).
Non vorremmo che la presenza di un impianto simile a due passi dalla raffineria ENI potesse favorire il progetto del gassificatore, che i Comuni di Livorno e Collesalvetti stanno cercando di scongiurare con l’appoggio dei cittadini e di tutte forze politiche a livello locale.
A nostro parere questioni così complesse non possono risolversi con un semplice referendum
E’ quindi necessario che le istituzioni chiariscano subito se e come intendono interpretare la proposta contenuta nel quesito, così come riteniamo sia doveroso per Aamps, Retiambiente o eventuali investitori privati chiarire subito con estrema precisione se è possibile realizzare un simile progetto industriale, dove vogliono realizzarlo, cosa dovrebbe produrre, con quali tecnologie e con quali impatti ambientali”.