Ambiente 3 Agosto 2023

Riaccensione TVR, Rifiuti zero: “Delirio sindacale sull’inceneritore di Livorno”

Livorno 3 agosto 2023

“Delirio sindacale sull’inceneritore di Livorno” è così che Rifiuti zero Livorno inizia il suo commento replicando al recente intervento di un sindacato Aamps sulla riaccensione del termovalorizzatore.

Il comunicato stampa di replica al sindacato di Rifiuti

“Uno dei sindacati di Aamps afferma pubblicamente che l’inceneritore livornese sarebbe stato riavviato dall’azienda in questi giorni, dopo la misteriosa chiusura provvisoria di giugno, avvenuta in seguito (così almeno è stato raccontato) ad analisi sulle ceneri effettuate…a febbraio.

Il sindacato, forse già ferito nell’orgoglio dall’inchiesta in corso della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza sulle assunzioni a valanga all’interno di Aamps  e sugli sprechi milionari del tanto amato inceneritore, pensa bene di festeggiare la riapertura dell’impianto con la solita propaganda da quattro soldi.

Vogliamo ringraziarlo, perché replicare a certe affermazioni  ci offre l’occasione per diffondere quello che emerge dai documenti ufficiali di Aamps (e che ha spinto la magistratura e la finanza ad intervenire).

 

Innanzitutto sostenere, come fa il sindacato, che anche le scorie pericolose non costituiscono un rischio per la cittadinanza, rappresenta una contraddizione in termini: è evidente che se un rifiuto viene classificato come “pericoloso” vuol dire che è pericoloso, altrimenti verrebbe giudicato innocuo.

Quale sarebbe la “sicurezza” di cui si vanta questo sindacato? Quella rappresentata da contro-analisi svolte 4 mesi dopo le analisi di Arpat?

Possono solo dimostrare che adesso le ceneri non sono (più?) pericolose, di certo non possono dimostrare che lo fossero le ceneri analizzate a febbraio (risultate pericolose) e quelle prodotte dall’inceneritore nel periodo precedente ed in quello successivo.

Fossimo al posto del sindacato, saremmo anche più cauti nel definire le ceneri dell’inceneritore del tutto non pericolose.

Forse lo è una parte di esse, ma sicuramente non è così per una quota importante del totale delle ceneri emesse dall’impianto, visto che da decenni viene appaltato all’esterno (pagando oltre un milione di euro l’anno di soldi pubblici), un costosissimo servizio di smaltimento delle ceneri “contenenti sostanze pericolose” (codice EER 190113*).

Si informino, questi sindacati che – a quanto pare – non sanno neanche di cosa stanno parlando:
https://www.aamps.livorno.it/web/wp-content/uploads/2022/11/PRV-139-RTI-GREENTHESIS_Settentrionale-trasporto-trattamento-ceneri-leggere.pdf

Quanto alle solite favole sulle ulteriori sicurezze che l’inceneritore dovrebbe assicurare alla città:

 

1) autosufficienza per lo smaltimento dei rifiuti, evitando emergenze:

FALSO, gli altri impianti del gruppo Retiambiente (di cui fa parte Aamps) sono già in grado di sostituire l’inceneritore, tanto è vero che lo hanno fatto durante la chiusura di quest’anno, durante i 4 mesi di manutenzione lo scorso anno e dovrebbero farlo anche per ben due anni, in caso di lavori di adeguamento per consentire in futuro il rispetto della normativa (attualmente derogata);

2) mettere in sicurezza il bilancio dell’azienda:

FALSO, basta leggere a pagina 5 del piano di concordato e a pag. 11 del dossier firmato Aamps (“Inceneritore, perché va superato”), in cui si addebitano all’impianto decine e decine di milioni di ammanchi di cassa e perdite, semplicemente perché tenerlo acceso costa molto più di quello che incassa;

3) Tari al sicuro grazie al “reddito” prodotto dall’impianto:

FALSO, visto che per ripianare i debiti dell’inceneritore, finiti nel concordato, la tariffa è stata aumentata del 15% e non accenna a scendere.

La favola dello spegnimento di un mese che sarebbe costato 1 milione di euro, inoltre, merita il titolo di “barzelletta dell’anno”: se fosse vero, l’anno scorso la chiusura dell’inceneritore per 4 mesi avrebbe prodotto un buco nel bilancio di 4 milioni…e in caso di lavori di adeguamento (invocati dal sindacato) lo stop di due anni all’inceneritore provocherebbe oltre 20 milioni di ammanchi di cassa, mandando in fallimento non solo Aamps ma tutto il gruppo Retiambiente.

Si tratta evidentemente di enormi fandonie, diffuse con notevole sprezzo del ridicolo.

Passando a cose ben più serie, ci spaventa constatare come i sindacati Aamps non pronuncino una sola parola sulla sicurezza dei lavoratori a proposito del fatto che, nel verbale della conferenza dei servizi convocata dalla Regione Toscana il 31 maggio scorso per discutere dell’inceneritore di Livorno, sia stato segnalato, tra l’altro, che:

– “mancano le procedure per il controllo radiometrico”, obbligatorie per legge, quindi non sembra esserci nessun controllo sulla presenza di materiale radioattivo;

– non è stato depositato il piano di emergenza interno;

– non risulta consegnato il piano di gestione in caso di incidenti.

Chi ci pensa alla sicurezza dei lavoratori?”

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