Rifiuti Zero: “Il Comune ha gettato la maschera sull’inceneritore”
Coordinamento provinciale Rifiuti Zero:
“Il Comune ha gettato la maschera sull’inceneritore, grave la decisione della Giunta
Abbiamo sempre messo in guardia dal pericolo di un progressivo accentramento verso la nostra città delle attività di smaltimento inquinante dei rifiuti di mezza regione.
E’ servito a poco invitare gli interessati a leggere il piano di concordato Aamps, che non prevede affatto la chiusura dell’inceneritore ma lo sviluppo del suo utilizzo da parte delle città che hanno spento di recente i loro impianti, come Pisa, o hanno evitato di costruirli.
Resta un mistero il motivo di tale operazione, dato che il ripianamento dei debiti è interamente a carico della tariffa, mentre l’inceneritore, con le sue enormi spese di funzionamento e manutenzione, viene indicato dallo stesso concordato come il “principale fattore di crisi aziendale” (a pari merito con l’evasione della TIA-TARI). Quindi non serve a pagare i debiti ma a crearli.
Con l’aumento della raccolta differenziata è possibile per i livornesi fare a meno dell’inceneritore, inviando in discarica solo il 20% dei rifiuti (gli indifferenziati), invece delle ceneri nocive prodotte dalla combustione. Ma la decisione approvata dalla Giunta Comunale lo scorso 6 novembre, involontariamente tragicomica, ha finalmente fatto chiarezza: chiedendo agli uffici, ormai a pochi mesi dalle elezioni, di “avviare un percorso” per l’elaborazione di un semplice “atto di indirizzo” per la futura “programmazione” della chiusura dell’inceneritore, ammette esplicitamente che fino ad oggi nessuno ha provveduto a lavorare per raggiungere tale obiettivo, effettivamente non previsto in nessun atto ufficiale di Aamps (concordato, bilancio, PTF, ecc.). Erano solo parole: in questo contesto la famosa “perizia asseverata” non è altro che un preventivo messo agli atti, ma privo di rilevanza (così come i relativi accantonamenti, che potrebbero essere dirottati per altre esigenze).
Nel frattempo, mentre a Livorno si gioca con gli equivoci, le altre città toscane si liberano dei propri impianti inquinanti e convogliano verso di noi i loro rifiuti da bruciare e farci respirare, facendo della nostra città il punto d’arrivo dei loro traffici di monnezza: dalle 25.000 tonnellate importate a Livorno ogni anno, stiamo rapidamente superando le 40.000 tonnellate/anno, con un obiettivo “a regime” (pag. 14 del concordato) di oltre 53.000 tonnellate/anno. Più del doppio!
Perché vogliono punire l’impegno dei livornesi nella raccolta differenziata, trasformandoci nella pattumiera della Toscana?”