Aree pubbliche 13 Novembre 2023

Rifiuti zero lancia l’allarme inceneritore: “Dati sballati, Il mega-debito è insostenibile”

Livorno 13 novembre 2023 – Rifiuti zero lancia l’allarme inceneritore: “Dati sballati, Il mega-debito è insostenibile”

Abbiamo trasmesso nuove osservazioni alla Regione Toscana, che mercoledì 15 novembre riunirà la Conferenza di servizi per valutare i dati forniti da Aamps, teoricamente utili a dimostrare la sostenibilità economica dei lavori di adeguamento dell’inceneritore di Livorno, necessari per garantire il rispetto della normativa e il rinnovo dell’autorizzazione scaduta lo scorso 30 ottobre.

Nel documento di  Aamps vengono formulate 4 simulazioni, con un preventivo di costi da sostenere che va da 25 a 34 milioni di euro, da ripagare in 3 o 4 anni chiedendo ai comuni delle province di Livorno, Lucca, Pisa e Massa un corrispettivo per smaltire i rifiuti nell’inceneritore di Livorno pari ad almeno 155 euro a tonnellata, che potrebbe salire fino a 182 euro a tonnellata. I comuni scaricherebbero poi queste spese sulla TARI chiesta ai cittadini.

Tali corrispettivi vengono confrontati da Aamps con quelli di una presunta media di mercato di 170/180 euro a tonnellata, un confronto che fa apparire conveniente e sostenibile l’adeguamento dell’inceneritore di Livorno rispetto all’utilizzo di impianti alternativi.

Ma la realtà è ben diversa: incredibilmente, la media di mercato dichiarata da Aamps di 170/180 euro a tonnellata non riguarda lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati (codice EER 20.03.01), cioè la tipologia di rifiuti trattata nell’inceneritore di Livorno, ma quello dei rifiuti combustibili (codice EER 19.12.10) che vengono smaltiti in appositi impianti industriali, come alcuni cementifici.

Che senso ha confrontare il corrispettivo per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati negli inceneritori con quello per lo smaltimento di dei rifiuti combustibili nei cementifici?

Se confrontiamo invece, correttamente, i futuri corrispettivi necessari per lo smaltimento nell’inceneritore di Livorno, cioè da 155 a 182 euro a tonnellata, con i corrispettivi pagati da Aamps durante i periodi di fermata dell’inceneritore negli ultimi anni, che vanno da 135 a 152 euro a tonnellata, è evidente che tutte le simulazioni di investimento presentate da Aamps per prolungare l’attività dell’inceneritore sono economicamente insostenibili.

Il confronto dev’essere fatto tra impianti che trattano le stesse tipologie di rifiuto, non tra inceneritore di Livorno e cementifici che trattano rifiuti completamente diversi!

Aamps ha anche presentato il conto del presunto danno economico che l’azienda avrebbe sopportato a causa della fermata dell’inceneritore per 38 giorni durante la scorsa estate, che secondo l’azienda ammonterebbe ad oltre 1,2 milioni di euro, tra mancati ricavi e maggiori costi.

Ammettere la correttezza di questo calcolo, a nostro avviso inesatto, significherebbe dover aggiungere alle simulazioni presentate da Aamps per i costi di adeguamento dell’inceneritore altri 12 milioni di euro, visto che il periodo di fermata dell’impianto per effettuare i lavori necessari non sarebbe di 38 giorni ma di almeno un anno.

Questo comporterebbe la necessità di coprire i costi totali netti con un corrispettivo da richiedere ai comuni per lo smaltimento dei rifiuti nell’inceneritore pari ad un minimo di 225 euro a tonnellata, che potrebbe arrivare fino ad oltre 253 euro a tonnellata.

Si tratta di cifre enormemente superiori sia a quelle sostenute da Aamps durante l’ultimo periodo di fermata dell’inceneritore (148 euro a tonnellata, estate 2023) sia a qualsiasi media di mercato si voglia calcolare.

Invitiamo quindi la Regione Toscana ed il Comune di Livorno, chiamato ufficialmente ad esprimere la propria posizione definitiva entro mercoledì prossimo, a rigettare i conti evidentemente non corretti presentati da Aamps ed a riconoscere l’insostenibilità economica, oltre che ambientale, di qualunque ipotesi di proroga di attività dell’inceneritore di Livorno.

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