Coordinamento Rifiuti-zero su Lonzi e Rari: “Valutare l’assunzione dei lavoratori altrove, no a frettolose riaperture”
“Di fronte all’inchiesta “Dangerous Trash”, che ha coinvolto la città di Livorno ed in particolare le aziende Lonzi e Rari, colpite da provvedimenti cautelari compreso il sequestro degli impianti di gestione dei rifiuti, si torna a parlare di delocalizzazione delle stesse in altre zone o comunque di riapertura, per tutelare i lavoratori che rischiano di perdere il posto.
A nostro parere è necessario prima di tutto fare chiarezza, dato che si è parlato di oltre 50 indagati ma per ora sono stati divulgati solo una decina di nomi. Non sappiamo ancora, quindi, quali sono i confini esatti di questa gravissima inchiesta giudiziaria: quanti sono i dipendenti indagati e soprattutto chi sono i “soggetti legati alle istituzioni” che secondo il PM garantivano protezione “a livelli molto alti”.
Auspichiamo quindi che le autorità competenti non consentano riaperture o delocalizzazioni finché la magistratura non avrà fatto piena luce sulla vicenda.
Per quanto riguarda i posti di lavoro, non solo la politica potrebbe incentivare lo sviluppo di nuove aziende private nel settore del riciclo, che potrebbero riassorbire molti lavoratori delle società sequestrate, ma ricordiamo anche che il piano industriale Aamps prevede l’attivazione di piattaforme di selezione e pre-trattamento delle varie frazioni differenziate dei rifiuti, per rendere l’azienda autonoma rispetto agli appaltatori esterni, oltre all’assunzione di decine di nuovi dipendenti.
Verificando la compatibilità con la normativa ed il piano di concordato, l’attivazione di tali piattaforme potrebbe essere accelerata ed accompagnata da un bando di concorso pubblico con meccanismi di punteggio premianti per chiunque abbia già esperienza nel settore e ovviamente non sia coinvolto nei procedimenti penali in corso”.
Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno