Rigassificatore Piombino, Alleanza Verdi Sinistra interroga il sottosegretario all’ambiente Barbato. “Risposta insoddisfacente”
L’On. Eleonora Evi (Alleanza Verdi Sinistra) presenta interrogazione a risposta immediata in commissione attività produttive di Montecitorio.
La risposta del sottosegretario all’Ambiente Barbaro assolutamente insoddisfacente.
Ennesimo colpo mortale alla transizione ecologica, non è garantita ne’ la tutela ambientale ne’ la sicurezza del territorio di Piombino
L’on. Eleonora Evi coportavoce nazionale di Europa Verde e parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, ha presentato insieme a Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli la seguente interrogazione a risposta immediata al governo in Commissione Attività Produttive di Montecitorio, in relazione all’arrivo nel porto della città di Piombino di una nave rigassificatrice.
Il testo dell’interrogazione :
— Al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2023, nel porto di Piombino ha attraccato la nave rigassificatrice Golar Tundra, comprata da Snam nel 2022 per circa 330 milioni di euro, e che dovrebbe fornire 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno;
la nave è ora a Piombino nonostante le proteste e la dura opposizione di questi mesi portate avanti con forza dai cittadini, dalle associazioni e comitati no-rigassificatore, dalle forze politiche, nonché dallo stesso sindaco di Piombino, peraltro dello stesso partito politico della Premier, e fortemente contrario al rigassificatore nel porto della «sua» città;
la presenza a Piombino della nave, non fornisce alcuna garanzia in termini di rischio di incidenti rilevanti, di impatto dell’impianto sulla salute pubblica e sull’operatività del porto una volta ubicato il rigassificatore. La nave è approdata nonostante sono state saltate le necessarie fasi autorizzative a tutela dell’ambiente e della sicurezza, e sotto questo aspetto sarebbe necessario ripensare alla nuova proroga di tre mesi concessa a Snam per indicare la collocazione definitiva offshore della nave;
a conferma delle criticità sanitarie e ambientali del rigassificatore si ricorda che l’ISS, l’Istituto superiore di sanità, aveva già chiesto a Snam di integrare i documenti presentati, per avere maggiori garanzie sugli effetti sull’ambiente del medesimo rigassificatore e dei lavori per realizzarlo e spiega che occorre aumentare i sistemi di monitoraggio e controllo;
si rammenta che la nave rigassificatrice Golar Tundra, insiste su un territorio già gravato da criticità ambientali e sanitarie, tanto che rientra tra Siti di interesse nazionale (SIN), anche in conseguenza della presenza di stabilimenti altamente inquinanti. Nel SIN di Piombino sono presenti complessivamente 31 siti da bonificare;
il ricorso ai rigassificatori, pensato per aumentare la sicurezza energetica nazionale, in realtà non riduce la nostra dipendenza dall’estero, e non garantisce alcuna maggiore autonomia e autosufficienza energetica del nostro Paese, garantita invece da un convinto investimento nelle rinnovabili –:
stante l’approdo a Piombino della nave rigassificatrice, autorizzato contro la volontà espressa dai cittadini e dalle diverse associazioni e movimenti, quali iniziative urgenti si intendano adottare per garantire la piena sicurezza dell’infrastruttura energetica di cui in premessa e aumentare realmente l’autosufficienza energetica del nostro Paese, abbandonando finalmente il ricorso alle fonti fossili e accelerando con decisione sugli investimenti nelle energie rinnovabili.
La risposta del governo tramite il sottosegretario all’ambiente Claudio Barbaro (FdI):
“Riguardo l’approdo nel porto di Piombino della nave rigassificatrice Golar Tundra, è necessario innanzitutto evidenziare come il procedimento autorizzativo relativo all’installazione è stato condotto da un Commissario Straordinario – il Presidente della regione Toscana – appositamente nominato, nonché svoltosi in ottemperanza alle norme speciali adottate dall’esecutivo agli inizi del 2022.
Tali norme sono volte a fronteggiare le ripercussioni determinate dal conflitto russo-ucraino e, come noto, in termini di sicurezza dell’approvvigionamento di gas per la produzione di energia elettrica.
In particolare, le suddette norme hanno previsto tempistiche stringenti per il rilascio del titolo autorizzativo, con l’obiettivo principale di assicurare un aumento della capacità di rigassificazione nazionale già dai primi mesi del 2023. Tuttavia, il procedimento è stato condotto sempre nel rispetto dei principi generali della legge n. 241 del 1990, attraverso l’adozione del modulo procedimentale della conferenza di servizi, svoltasi in modalità sincrona.
Pertanto, sono stati raccolti tutti i pareri delle Amministrazioni coinvolte, per consentire il rilascio dell’autorizzazione all’installazione della nave rigassificatrice, nel rispetto di quanto previsto in materia di sicurezza e di salute pubblica.
Le comprensibili preoccupazioni di cittadini e associazioni, emerse anche nel corso dell’istruttoria, sono state considerate durante il suo svolgimento.
La procedura si è conclusa positivamente a seguito del rilascio dei pareri tecnici da parte di tutti gli Enti coinvolti, che hanno inoltre imposto le rispettive prescrizioni.
Tali Enti vigileranno sulla corretta attuazione della normativa di settore, per consentire l’esercizio dell’impianto nel rispetto di tutti i necessari principi di sicurezza. Si ritiene dunque che la sicurezza dell’infrastruttura sia stata ampiamente valutata nella fase precedente al rilascio dell’autorizzazione.
Il raggiungimento da parte del nostro Paese dell’autosufficienza energetica rende indifferibile un percorso di importante sviluppo delle fonti rinnovabili.
Purtuttavia, atteso che il gas naturale rappresenta una fonte di transizione, vanno altresì considerati i fattori contingenti che hanno determinato la scelta del rigassificatore.
La necessità di installare tale impianto è derivata dalle notevoli criticità potenziali ed effettive, atteso che nel 2021 il gas russo ha coperto circa il 40 per cento del fabbisogno nazionale di gas, e la riduzione di tali flussi, avviata sin dall’avvio del conflitto, avrebbe potuto pregiudicare notevolmente la capacità nazionale di coprire il proprio fabbisogno.
Il Governo ha risposto immediatamente, decidendo di installare due impianti per garantire l’approvvigionamento di gas; contestualmente si evidenzia che, trattandosi di unità galleggianti e non di impianti fissi, gli stessi sono caratterizzati da una flessibilità intrinseca, consentendone l’adeguamento alle esigenze nazionali, sia in termini di ubicazione che di vita di esercizio.
Nel confermare che l’obiettivo a medio termine rimane lo sviluppo delle rinnovabili, si ribadisce che – in una fase transitoria – la necessità di dover assicurare i necessari approvvigionamenti energetici hanno portato a dover incrementare la capacità di rigassificazione per sopperire alla dipendenza dei flussi di gas russo, quantomeno finché non verranno raggiunti importanti obiettivi di installazione di impianti di energia rinnovabile.”
(resoconto stenografico Camera Deputati)
La replica dell’On. Eleonora Evi prima firmataria dell’interrogazione parlamentare :
Siamo insoddisfatti delle risposta fornite dal governo: non ci siamo ne’ sulle autorizzazioni e neanche sull’ autosufficienza energetica
Sul primo aspetto, innanzitutto ad oggi manca ancora l’AiA e il Tar ha rinviato il suo pronunciamento di merito al prossimo mese di luglio: appare incredibile quindi che si possa procedere in questo modo senza le necessarie valutazioni ambientali e di sicurezza di questa infrastruttura “a rischio di incidente rilevante”.
Ed è semplicemente assurdo , come ha confermato il presidente della Regione Toscana Giani , che la nave rigassificatrice entrerà in funzione al più presto e pertanto si va avanti e si andrà avanti, qualunque sia l’esito nelle aule della giustizia amministrativa.
Sul fronte autosufficienza energetica – ha proseguito la parlamentare ambientalista – abbiamo ascoltato la solita narrazione da parte del governo: c’è forse bisogno di sottolineare come questa narrazione sia distorta e fallace?
Addirittura questo rigassificatore è stato definito “la nave della libertà”, ma libertà da cosa? Semmai libertà di continuare a vendere gas e farci profitti miliardari, anche perché il gas non potrà mai portarci verso l’autosufficienza se semplicemente cambiamo fornitore.
Infine, il paradosso dei paradossi: l’Italia nel 2022 ha esportato +197% di gas, circa 4,6 mld mc (praticamente tanto quanto la capacità del rigasificatore di Piombino di 5mld mc!) pertanto questa ennesima infrastruttura fossile serve solo a trasformare il nostro Paese, utilizzando il territorio di Piombino, nell’ ormai “famoso” hub del gas per rifornire l’Europa.
Da parte nostra continueremo a contrastare una scelta che rappresenta l’ennesimo colpo mortale – ha concluso Evi – a quella transizione ecologica che servirebbe come non mai al nostro Paese, e che non garantisce nè la tutela ambientale nè la sicurezza del territorio di Piombino.