Rigassificatore Piombino, Giani sul cantiere: “Rendiamo un servizio all’Italia, l’impianto: un volano di sviluppo” (Video)
Piombino (Livorno) 26 gennaio 2023
Rigassificatore di Piombino, Giani sul cantiere: “Lavori procedono spediti e in sicurezza”
Il presidente: “Rendiamo un servizio all’Italia, ma l’impianto costituisce anche un volano di sviluppo”
Visita stamani, 26 gennaio, del presidente della Toscana Eugenio Giani al cantiere Snam di Piombino, dove si lavora per l’arrivo della nave rigassificatrice Golar Tundra, che rimarrà nel porto della città per tre anni, e il suo collegamento, con una tubatura di otto chilometri e ottocento metri, alla dorsale tirrenica del gasdotto che attraversa la penisola. Il quaranta per cento dei lavori è già concluso e per maggio si ipotizza la conclusione ed entrata in funzione dell’impianto.
“Tutto sta procedendo al meglio” commenta Giani, che prima ha visitato il cantiere nella palude attorno al parco eolico – dove la condotta che arriverà dal porto, passando sotto ad un braccio di mare di un chilometro e duecento metri, si allunga lungo il litorale per poi deviare ad angolo retto verso l’interno – e poi ha effettuato un sopralluogo al cantiere sulla banchina est della darsena nord al porto, dove la nave, lungo poco più di trecento metri, ormeggerà e dove il gas liquido a 172 gradi sotto zero tornerà gassoso e a temperatura ambiente.
“I lavori e il posizionamento delle tubature sta avvenendo in assoluta sicurezza, con opere di alta ingegneria” testimonia Giani: come lo scavo, ad esempio, sotto il braccio di mare, effettuato con una fresa che toglie la terra, quaranta metri al di sotto del fondale, e contemporaneamente spinge all’interno la tubatura del diametro di circa un metro e venti centimetri dove passerà il gas.
Oggi nel cantiere operano più di 450 persone, tra appalto e subappalti, con quaranta addetti dedicati alla direzione dei lavori. Ventuno sono le ditte subappaltatrici – tre della provincia di Livorno e sette della Toscana – e 147 i fornitori , di cui ancora 27 del livornese e 35 toscani. Attualmente risiedono sul posto più di trecento lavoratori in trasferta.
“E’ evidente che tutto questo ha un impatto positivo sul sistema economico, l’indotto e l’occupazione: tutta forza lavoro che si riversa su Piombino e la Toscana” si sofferma Giani. I presidente ha chiesto informazioni anche sui numeri e le azioni messe in campo per la sicurezza: 96 mila ore lavorate, fino ad oggi, senza incidenti e monitoraggi periodici sulla qualità dell’aria, il rumore e le vibrazioni, sulla fauna, la flora e il paesaggio, sull’ambiente marino, le acque e i suoli, in attuazione delle prescrizioni che hanno accompagnato l’autorizzazione all’opera.
“Quando a maggio la nave rigassificatrice potrà entrare in funzione permetterà di immettere nella rete nazionale fino a cinque miliardi di metri cubi di gas l’anno – ricorda ancora il presidente – Una boccata di ossigeno per il fabbisogno energetico dell’Italia che ridurrà così drasticamente la propria dipendenza dalle forniture russe. Dopo un anno arriverà anche il rigassificatore di Ravenna. Ma possiamo dire che Piombino e la Toscana in questo momento stanno dando molto all’Italia”.
Il presidente si sofferma infine sul capitolo delle compensazioni. “La strada che dovrà arrivare al porto – dice – , la possibilità di operare sulla bonifiche con la strada di cantiere provvisoria, in terra battuta, che è stata costruita per il tubo del gas e che potrà aiutare ad entrare in zone altrimenti paludose, e poi gli sconti in bolletta e le energie rinnovabili costituiscono un volano di sviluppo che questa attività porta in termini di lavoro, innovazione e prospettive in una città che vuole presto veder rilanciato anche il polo siderurgico”. “La banchina dove ormeggerà la nave – conclude Giani – fu realizzata per smontare la Costa Concordia naufragata all’isola del Giglio (poi smantellata invece a Genova ndr) e per la prima volta dopo sette anni trova finalmente una sua vocazione, che che rende peraltro un servizio fondamentale a tutti gli italiani”.
Intanto al porto si lavora a tamburo battente. Si allestiscono le fondazioni della torre alta venticinque metri, circa la metà dell’altezza della nave, che dovrà sorregere le manichette. Si prepara la strada per il passaggio della tubatura e le opere necessarie al sistema anticincendio e di gestione dell’impianto: cinquecento segnali e parametri saranno scambiati, una volta operativa, tra nave e sala di controllo. E già si pensa anche all’organizzatrice delle entrata e uscita delle navi gasiera del porto, che potrebbe avvenire di notte per evitare di creare intralcio alle altre attività.