Ambiente 28 Ottobre 2017

Rimosso a Gorgona “palangrano ad ami”. Il pesce sequestrato andrà in beneficenza

La Guardia Costiera risale ad un peschereccio catanese attualmente in stazza a Viareggio

Intervento della Guardia costiera a Gorgona a tutela delle risorse marine e dell’ambiente in aree protette.

Sono 9 i chilometri di lunghezza di un “palangaro ad ami” scoperto e fatto rimuovere nelle acque protette di Gorgona dalla Guardia costiera di Livorno.

I militari intervenivano sul posto con una motovedetta, a seguito di una segnalazione della Polizia penitenziaria, trovando l’isola completamente circondata dall’attrezzo da pesca.

Dal numero di matricola segnato sulle una boette, si risaliva ad un peschereccio catanese attualmente di stanza a Viareggio per la campagna di pesca del pesce spada.

Detto motopesca, in qualche modo venuto a conoscenza dei fatti, ancor prima di essere rintracciato, provvedeva a lanciare una chiamata via radio per denunciare la perdita dell’attrezzatura.

Alla chiamata rispondeva la sala operativa della Capitaneria di porto che ordinava al comandante del motopesca di recarsi sul posto del ritrovamento e seguire le disposizioni della motovedetta.

Veniva così imposto il recupero a bordo del palangaro –sotto stretta sorveglianza degli uomini della Guardia costiera.

Oltre 3 ore venivano impiegate dall’equipaggio per la completa rimozione di svariate migliaia di ami, tutti innescati e calati intorno all’isola, comprese le zone di mare più protette destinate a parco.

Oltre 100 kg, il pescato catturato. Venivano pertanto sottoposti a sequestro penale 1 tonno rosso e 1 pesce spada, specie ittiche per le quali le norme nazionali ed internazionali prevedono stringenti regole per la loro cattura, nonché 1 grossa cernia bruna del peso di oltre 15 kg, di notevolissimo pregio sotto l’aspetto biologico marino, 1 scorfano ed 1 lampuga.

Un bottino per certi aspetti fortunatamente limitato in relazione alle potenzialità di un’attrezzatura, armata con migliaia di ami, che qualora non fatta rimuovere dalla Guardia costiera avrebbe determinato un considerevole impatto sulle risorse e conseguente notevole pregiudizio per l’ecosistema marino, in una zona altamente protetta da un punto di vista ambientale.

La Guardia costiera, sentita l’autorità giudiziaria di Livorno, sta ora svolgendo indagini al fine di verificare in particolare se le dichiarazioni del comandante del peschereccio, un messinese di 53 anni residente a Lido di Camaiore, sulla perdita dell’attrezzatura siano veritiere, ovvero non siano state soltanto un tentativo per sollevarsi dalle responsabilità del fatto illecito. Fatto per il quale le norme in materia ambientale sulla protezione delle aree destinate a parco prevedono sanzioni a carattere penale.

Il prodotto sequestrato, dopo l’autorizzazione sanitaria del servizio veterinario dell’Usl di Livorno sarà donato ad enti di beneficenza.