Aree pubbliche 19 Agosto 2022

Rinnovamento ospedale di Livorno, Italia Nostra: “Serve nuova proposta per salvare il parco Pertini”

parco pertini parterre

Area del Parterre, veduta dall’alto

Livorno 19 agosto 2022 –

Italia Nostra (Associazione Nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione) interviene sulla salvaguardia del Parco Pertini minacciato dal progetto di nuovo Ospedale di Livorno

Serve una nuova proposta per salvare il parco Pertini nell’ambito del rinnovamento dell’ospedale di Livorno.

Italia Nostra Firenze aderisce all’appello lanciato da comitati e associazioni culturali ed ambientaliste (Comitato Salviamo il Parterre; LIPU Livorno; OTU “Osservatorio Trasformazioni Urbane”; Quartieri Alberati; Quartieri Uniti Eco Solidali) contro la realizzazione del progetto di rinnovamento dell’ospedale di Livorno presentato dal Comune.

L’iniziativa promossa dai firmatari dell’appello in difesa di un importante bene storico artistico e ambientale rispecchia pienamente l’azione di Italia Nostra in difesa del patrimonio culturale e del paesaggio, secondo quanto affermato all’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana.

In particolare Italia Nostra condivide le principali ragioni che motivano l’appello ossia:

1. La distruzione di uno spazio pubblico di qualità di valore storico e monumentale.

Riteniamo grave che anziché avviarsi verso i nuovi paradigmi di sviluppo economico e sociale posti dalla recente pandemia da Covid 19, si continui a rispondere alle esigenze di potenziamento delle strutture sanitarie con lo stile tecnocratico degli anni 60 a scapito del patrimonio storico culturale e ambientale.

Qualsiasi altra città proteggerebbe un parco progettato da Pasquale Poccianti; uno degli architetti più noti del periodo neoclassico toscano, che ha marcato l’identità stessa di Livorno con opere emblematiche.

La cosiddetta “compensazione” proposta con la distruzione di 4 padiglioni per creare nuovi spazi verdi in sostituzione di quelli occupati dal nuovo monoblocco

non può pretendere di rimpiazzare un parco storico divenuto un luogo carico di valore simbolico; di capacità di socializzazione, sia per le qualità intrinseche (arricchite da attrezzature culturali e ricreative) che per l’integrazione col servizio pubblico dell’ospedale adiacente.

2. Il travisamento della volontà espressa dalla consultazione popolare del 2010.

Il monoblocco proposto solo apparentemente si presenta come scelta di recupero coerente col referendum perché è fuori del perimetro dell’attuale ospedale; distrugge il parco e di fatto sostituisce l’ospedale attuale, abbandonandolo e sottoponendolo a pressioni di nuove destinazioni speculative, mentre al contempo compromette il luogo sociale composto da un parco storico e uno dei più importanti servizi pubblici urbani.

Anche dal punto di vista paesaggistico si ribadisce che l’imponenza della nuova struttura (con i suoi accessi, i parcheggi, le dimensioni) altera la percezione dell’intero viale Carducci e cancella la presenza del vecchio ospedale e del parco, anziché integrarsi in esso.

Non si può non accennare ad un altro argomento ossia che la vicenda Covid ha insegnato che occorre sviluppare una maggiore umanizzazione e territorializzazione dell’assistenza; che il grande ospedale monoblocco tradizionale non offre; mentre un complesso come quello auspicato dal referendum si presenta da questo punto di vista più versatile per la gestione delle epidemie.

Da questo punto di vista la distruzione dei 4 padiglioni per creare nuovi spazi verdi in realtà distrugge strutture ammodernate di recente e adatte ad una più efficace organizzazione sanitaria.

3. La possibilità/necessità di effettive alternative di recupero urbano che rilancino la città pubblica.

Non è accettabile che la nuova amministrazione non sviluppi un serio progetto di recupero urbano che, rispettando il parco, prenda in considerazione; come suggerito dai documenti presentati dalla comunità livornese, le altre aree adiacenti pubbliche anche se di proprietà di altre istituzioni (come ad esempio l’ex ospedale militare dismesso limitrofo, che potrebbe essere utilizzato come sede temporanea durante i lavori di rinnovo del vecchio ospedale e in seguito come ulteriore espansione di servizi socio-sanitari e culturali).

L’ospedale potrebbe così diventare un esempio di riqualificazione del patrimonio pubblico da estendere al resto della città ossia di una politica che utilizzi i fondi del PNRR per rilanciare la città pubblica, coinvolgendo gli abitanti con progetti moderni a basso costo che creino dentro la città poli, assi e sistemi di spazi e servizi collettivi.

4. Il mancato rispetto delle leggi regionali n. 65/2014 e n 46/2013.

La nuova proposta occupa suolo attualmente non edificato e quindi contrasta con la legge regionale n. 65/2014, per di più con un’attrezzatura pubblica.

Il progetto riguarda un grande intervento per il quale è prescritto un dibattito pubblico ai sensi della legge regionale 46/2013.

La procedura prescelta dall’amministrazione sulla base di un accordo di programma del 2019, fra le sole istituzioni coinvolte; si fonda su un progetto diverso dall’ipotesi precedentemente condivisa con la cittadinanza e pertanto richiede l’apertura di un processo di partecipazione non limitato alla discussione della variante urbanistica come se la sede del nuovo monoblocco fosse già stata discussa pubblicamente.

Dando invece l’esempio contrario, quello di una scelta politica che persegue modelli tecnocratici superati, lontani dai bisogni sociali e dal benessere delle persone; in spregio ai valori collettivi del paesaggio, alle stesse leggi regionali, all’uso comune e alla riqualificazione cauta e precisa del patrimonio pubblico; ad un uso accorto degli investimenti pubblici, si distrugge il senso sociale della comunità e si accelerano i fenomeni di disgregazione politica e disaffezione alla partecipazione reale.

Lo spreco di denaro pubblico che discende dalla scelta politica presa:

225 milioni di euro che si aggiungono ai 55 milioni spesi per adeguare l’ospedale negli ultimi anni; merita l’interesse della Corte dei Conti, considerata la superficialità del confronto svolto a suo tempo fra le varie ipotesi e il mancato rispetto delle leggi regionali vigenti.

Si ritiene infine che:

vada arrestata la procedura di variante in corso;
si debba riaprire un percorso nuovo di recupero del complesso dell’ospedale partendo da paradigmi architettonici e funzionali diversi da quelli avanzati, in stretto collegamento con la Soprintendenza e in modi trasparenti;
vada richiesta all’Autorità regionale di partecipazione di aprire una nuova fase di dibattito pubblico sulle modalità di recupero dell’ospedale esistente;
si debba stabilire un tempo ridotto per la progettazione e per la consultazione degli abitanti in modo che il cambio di percorso non allunghi i tempi di realizzazione del progetto.

Leonardo Rombai
Presidente di Italia Nostra-Sezione di Firenze

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