Riparazioni navali, Intervista a Netti: Jobson, i progetti su Livorno e rinascita del bacino in muratura.
Possiamo fare di Livorno il primo polo Italiano nelle manutenzioni nautico navali di lusso
LivornoPress ha incontrato Massimo Netti, il quale ci ha fatto il punto sulle attività e le aspettative di Jobson Italia nel campo delle riparazioni navali e non solo.
Come siete organizzati in termini societari, di capitali e di forza lavoro?
«Jobson fa capo alla sede direzionale Jobson Italia di La Spezia, la quale negli ultimi anni ha ampliato il suo già presente “Service Armatoriale” in altri porti e siti strategici per la navigazione nazionale ed internazionale. Jobson dispone di basi tecniche, nostre consorelle “service”, in porti come: La Spezia (Direzione), Genova, Livorno, Tangeri, Cipro, Amburgo, Svizzera (sezione”studi”), Singapore, Oman, Shanghai, e prossimamente a Panama. Queste basi dipendono dalla sede generale Jobson Italia a La Spezia».
«Ogni base è costituita da dirigenza, contabili, e forza tecnica; la maggior parte di quest’ultima è inquadrata proprio a La Spezia e comprende 110 tecnici specializzati tra Workshop e Tecnici di Propulsione Nave, oltre alla parte direzionale tecnica di uffici in sede operativa. Il secondo distaccamento della sede Jobson Italia è collocato in Zona alla Prima e comprende tutti i contatti tecnici internazionali, le parti commerciali e di contatto diretto “service armatoriale” ed emana le direttive di refitting navale in corso. Il distaccamento degli uffici Master è guidato dal dir. generale Alessandro Bardi».
«Fanno parte della dotazione aziendale anche vari capannoni, con all’interno particolari di ricambi dei motori navali, in genere provenienti dalla nostra clientela. Le consorelle nazionali ed internazionali sono guidate da direzioni e contabili ed hanno una media di dipendenze tecniche di circa 25/30 tecnici specializzati in propulsioni ed in ausilio delle aziende locali che collaborano con noi, in base alle commesse navali».
Quali attività svolgete a Livorno e dove?
«A Livorno, collocata nell’interporto di Guasticce, vi è una delle sopracitate basi tecniche, fondata nel 2012 e denominata “Jobson Group Livorno”, questa base esegue “service” del porto a tutti i clienti navali che ne fanno richiesta, come: Grimaldi Linee, Sardinia, Tirrenia, Hapag Lloyd, CGM, MSC, MSC Cruiser, Costa C.Cruiser, Peter Hoffen Gmbk, Evergreen e altri».
«Le lavorazioni eseguite dai tecnici di Guasticce sono applicate prevalentemente su navi internazionali. La stessa base opera dal 2013 con un’ATI (associazione temporanea di impresa) di subcontractor “ATI Jobson Group Livorno”, che racchiude l’operatività di collaborazione tra il porto di Livorno ed il porto di Piombino. Detta ATI “JGL”, racchiude 29 Aziende strettamente livornesi con un potere operativo di 220 soggetti».
«Nel 2015 una sezione di questa base tecnica è stata dedicata (grazie all’esperienza dei tecnici riguardante i propulsori 2 Stroke e 4stroke) all’apertura di un ramo aziendale sul settore Ricerca propulsione, denominato “Jobson tecnologies”. In questa sede sono stati collocati tre propulsori Navali Wartsila, Modello R . 550 speed-1 MGW. Su questi propulsori vengono studiate e lavorate tutte le funzioni e modifiche per nuovi combustibili ed/o emissioni Nox»
Il vostro personale da dove proviene?
«la base tecnica o Centro ricerche, è un pullulare di persone in arrivo per studi, ricerca, verifiche o scambi di parere tecnico: si parte da livornesi per arrivare a svizzeri, ingegneri francesi, ecc.».
«Il personale strettamente appartenente al settore “service” o di “dirigenza tecnici” inquadrati sono in maggior parte tutti italiani, livornesi i restanti, alcuni ucraini con abitazione e famiglia a Livorno. L’ATI comprende livornesi e personale di Piombino».
Avete partecipato alla gara per il bacino galleggiante? cosa non vi convince del bando?
«Si, abbiamo partecipato come società Jobson Italia alla gara pubblica dei Bacini di Carenaggio / aree e specchi acquei appartenenti. Abbiamo partecipato formando un team di gruppo ATI, Jobson italia-in collaborazione di Livorno e Camad Ex Fincantieri di Napoli».
«Il Bando ha avuto tempo di essere stato ben visualizzato dai nostri tecnici e dalla direzione stessa di Jobson italia, per le tipologie navali appartenenti alla clientela jobson Italia. Il bando è risultato buono e accettabile nelle sue parti di linea, anche se tenuto conto della notevole esposizione economica per il ripristino del sito operativo. Questo bando va visto in un’ottica generale dell’area, nell’obiettivo – grazie alla collaborazione generale e dei vicini, di creare uno sviluppo navale di alta tecnologia nel settore crocieristico-cruiser, andando così a collocare nel mercato mondiale Livorno come il più Importante polo tecnologico nel refitting nautico-navale di lusso del Mediterraneo».
Il neo-presidente Corsini, ospite al Propeller, parlando del bacino in muratura aveva espresso delle perplessità sull’attualità di questa opera. Quale è la vostra posizione?
«Credo Che il neo-presidente Corsini sia un buon tecnico; arrivato da poco a Livorno, avrà tempo di valutare con calma e dal vero le grandi potenzialità di questo bacino, che risulta da classifica internazionale il 7° del mondo nella sua proporzione, nella sua tecnologia di impostazione e di collocazione alla bocca del porto per le evoluzioni navi in ingresso o attracco»
«Bisogna prendere nota che tutti i bacini in Italia o in Europa – per non parlare del mondo – hanno un’età media di 60/70 anni ed oltre; sono stati quindi costruiti all’inizio dello sviluppo di un porto o di una città, ed oggi sono rimasti rinchiusi dalle varie espansioni.
Il nostro è un giovane bacino degli anni 80, pertanto ha soli 36 anni. Studiato e costruito con un grande concetto tecnico, nelle sue parti tecnico-strutturali ed operative, ha molti elementi da valutare positivamente.
Lo si vede dalla linea di costruzione parallela al flusso di via navale ed è uno dei pochi studiati e costruiti trasversalmente al vento di Libeccio per la sicurezza dell’attracco navi. Si vedano al riguardo i carrelli di traino automatici per l’ingresso nave, la porta di chiusa bacino, studiata a scomparsa e ribalto di tipo “Arrol” (una delle pochissime nel mondo), il tunnel creato per accedere direttamente con i servizi dai piazzali all’interno della platea.
È un progetto unico nel mondo. Sono molti gli aspetti che portano ad apprezzare questo progetto oggi risultato eccellente, al quale è possibile applicare un refitting basato sulla tipologia del mondo navale cruiser nella media dimensione.
Certamente va valutato e tenuto di conto che in questi ultimi 15-20 anni dalla chiusura del Cantiere Navale Fratelli Orlando le tipologie delle navi sono cambiate, così come sono cambiate le normative sulle lavorazioni e sugli impatti ambientali nelle città parallele ai porti (vedesi l’avvento della normativa Port Green).
Pertanto tutte le azioni o sviluppi in detta zona devono rispettare la città e la zona circostante, nel principio de “l’andare migliorando e non regredire”».