Attualità 9 Luglio 2022

Risultati delle prove Invalsi, una scuola ancora più ingiusta di prima

Una vera e propria Caporetto, decretata da risultati impietosi

Livorno 9 luglio 2022

L’ingiustizia della scuola italiana è ancora una volta dimostrata, come se non lo fosse  abbastanza dai dati OCSE, dalla pubblicazione dei  risultati delle prove Invalsi.

Alla maturità solo il 52% degli studenti ha raggiunto il livello MINIMO di competenze ; al sud il 40%.

 

Una vera e propria Caporetto, decretata da risultati impietosi, i quali certificano che uno studente su due è impreparato e che la Dad ha di  fatto aumentato la disparità fra le scuole.

 

L’ascensore sociale è sostanzialmente fermo, anzi pare scorrere verso il basso, con buona pace di tutte quelle forze politiche che, a parole, si sono fregiate di volerlo sbloccare.

Purtroppo ad oggi, nessuno pare riesca a smentire  la vulgata per la quale “in Italia resti quello che nasci”.

 

Le condizioni di “partenza” rimangono determinanti per stabilire la posizione sociale degli individui, alla luce di fattori ambientali quali:

il quartiere di provenienza, le scuole frequentate, vincoli familiari e legami di amicizia.

Le misure di sostegno che molti  governi hanno perseguito, percorrendo la strada di liberazione dal bisogno economico, spesso rivelatasi una forma elegante di carità, sono state  improduttive.

Sono state ignorate  le richieste da parte delle fasce sociali medio basse di un’ opportunità di crescita e di riscatto sociale, percependo l’aiuto dello Stato come precondizione  di partenza, ma non come esito finale di tale impegno.

Il miglioramento della società attraverso l’attuazione di misure progressiste  e riformiste di eguaglianza sostanziale e di giustizia sociale, non è mai  stato oggetto di politiche di medio e  lungo periodo o di riforme strutturali idonee a stimolare la mobilità sociale, come ad esempio una riforma  del sistema fiscale.

Classi dirigenti autoreferenziali, la cui selezione non sempre è fondata sul merito, ma sulla fidelizzazione,   e  soprattutto, lambite da uno scarso ricambio negli ultimi trent’anni, hanno costretto la società, e più che mai la scuola, che ne è lo specchio principale, a sfornare risultati che puntano verso una scarsa qualità e che piazzano costantemente il nostro Paese in fondo alle classifiche europee per quanto riguarda l’istruzione.

Pensare a un modello di sviluppo  che consenta alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni, senza compromettere la possibilità delle generazioni future è  sembrato e continua a sembrare un obiettivo utopistico. Nel nostro Paese milioni di giovani ne fanno le spese.

Nell’ Istruzione pubblica l’ autoreferenzialità  delle classi dirigenti è palese e dimostrata dal fatto che nessuno sembra domandarsi come mai i docenti esprimono una visione della scuola evidentemente incompatibile con quella della dirigenza.

L’ autoreferenzialità e lo scollegamento dalla realtà di chi ha governato la scuola in questi ultimi anni è dimostrato dai risultati di queste ultime prove Invalsi. E sinceramente siamo stanchi di  dovere registrare giustificazioni per le assenze.

Cristina Lucetti

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