Politica 17 Giugno 2017

Contro il ritorno dei Voucher sotto falso nome.

 Sinistra Italiana Livorno  in piazza con la CGIL a Roma

Contro il ritorno dei voucher sotto falso nome, contro l’ennesimo scippo di democrazia, è fondamentale riempire la piazza chiamata dalla Cgil per oggi sabato 17 giugno a Roma.

Come è capitato altre volte, nel corso di questi anni, il governo targato Pd ha dato un sonoro ceffone al mondo del lavoro.

Hanno prima liberalizzato l’utilizzo dei voucher in ogni settore, a tutto vantaggio dei grandi gruppi imprenditoriali, che hanno potuto così fare una vera e propria opera di sostituzione delle forme contrattuali, depotenziando le possibilità contrattuali dei lavoratori.

E hanno così contribuito a creare una enorme sacca di lavoro “grigio”, altro che eliminazione del lavoro nero. Milioni di persone impiegate nei servizi a Juventus FC, MC Donald’s, Best Union Company, Stroili gioielli, e altri colossi milionari, che hanno ballato per mesi sulla soglia fra il legale e l’illegale.

Senza considerare quanto accaduto in alcuni settori dell’agricoltura, in cui il pezzo di carta del voucher è servito come paracadute per nascondere i fenomeni odiosi del caporalato e dello schiavismo dei lavoratori sottoposti a turni massacranti nei campi, paghe da fame e reclutamento in pieno stile ‘800.

Siamo così arrivati a 141 milioni di voucher venduti in un anno, scatenando la reazione indignata dei lavoratori.

La Cgil fortunatamente ha deciso di ricorrere a un referendum, raccogliendo 3 milioni di firme. Viene indetto il referendum dal governo e qui arriva il bello.

Per paura del voto democratico, il governo interviene con un decreto in cui abolisce i voucher, salvo poi reinserirli in una Commissione Bilancio, quasi di nascosto, proprio il giorno prima della data in cui era stato indetto il referendum.

Ancora una volta, quindi, le questioni del lavoro hanno a che fare con la democrazia, con l’agibilità degli spazi democratici per i lavoratori, per i più deboli della nsotra società, cui il Partito Democratico, in buona compagnia delle destre, ha progressivamente sottratto diritti e potere contrattuale, per trasferirlo nelle mani di chi è già sufficientemente forte e tutelato, perché dispone dei capitali e dei mezzi di produzione.

Il lavoro è oggi un bene sempre più raro e sempre meno disponibile e chi ha le redini in mano dell’offerta di lavoro è già di per sé (per le condizioni del mercato) ben più forte e ben più tutelato di chi un lavoro lo cerca, o di chi ce l’ha ed è costretto a tenerselo stretto. Qualunque lavoro sia, e a qualunque condizione.

Per questo, sabato 17 giugno Sinistra Italiana – Federazione di Livorno sarà in piazza per il lavoro e per la democrazia. Perché vengano riconosciuti i diritti dei lavoratori e perché venga riconosciuto il diritto a potersi esprimere per quei milioni di cittadini cui è stata sottratta la possibilità di scegliere e di decidere, con un abile trucco da maghetti.

Quando ci si interroga sull’avanzata dell’antipolitica, e quando ci accusano di essere la “sinistra radicale e minoritaria”, bisognerebbe chiedergli: è minoritario e radicale pretendere diritti, o è estremista chi mortifica il diritto democratico del cittadino, che poi non ha altra scelta se non l’astensione?

È minoritario pretendere cambiamenti radicali nel quadro europeo e italiano, o è estremismo quello di chi toglie il cappello di fronte ai potenti, mentre utilizza il pugno duro con i più deboli, rendendoli sempre più deboli, divisi, ricattabili, riducendoli con il cappello in mano?
Abbiamo l’urgenza di riaprire una nuova stagione, che sia in grado di fornire le risposte giuste a queste domande. Che sia in grado di restituire dignità, reddito, diritti e tutto quanto è stato tolto alla parte più numerosa del nostro Paese, da un’oligarchia composta dal potere economico e da un potere politico genuflesso.

Una nuova stagione passa dalla piazza del 17 giugno, come dall’appuntamento lanciato da Tomaso Montanari e Anna Falcone, per il giorno dopo, domenica 18 giugno al Teatro Brancaccio di Roma, dalle 9,30.
Noi ci saremo, in tante e tanti, per lanciare un messaggio semplice: rialziamo la testa.