Rossi su Piombino: “Passi avanti tra luci ed ombre”
Piombino 17 gennaio 2020 – “Tutto sommato è stata una riunione positiva. Mi pare infatti che le cose stiano procedendo, anche se più lentamente di ciò che vorremmo, ma nella direzione giusta”.
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, fotografa così l’incontro che si è tenuto questa mattina a Roma, al Ministero dello sviluppo economico per fare il punto sull’attuazione del programma di rilancio dell’area di crisi industriale complessa di Piombino e al quale erano stati convocati 4 ministeri (ma quelli dei Trasporti, dell’ambiente e per il Sud non hanno partecipato) e altri sette soggetti (tra i quali Terna, RFI, Invitalia, Comune di Piombino e Autoritá portuale) oltre alla Regione Toscana.
Dopo l’annuncio del breve rinvio (la consegna del documento da parte di JSW Steel Italy é attesa per la prossima settimana) della presentazione del Piano industriale, sul tavolo sono rimaste comunque questioni importanti a partire da quella della realizzazione delle infrastrutture viarie e della fornitura di energia elettrica e gas al nuovo porto.
“Se non vogliamo – ha precisato il presidente Rossi su questo punto – che i 250 milioni di investimento che la Regione ha dedicato alla realizzazione delle nuove banchine restino inutilizzati, é necessario fornire certezze sui tempi entro i quali potranno disporre degli allacciamenti ai servizi le 14 aziende che si sono dette disponibili ad insediare le loro attività nel nuovo porto di Piombino. Entro l’inizio di febbraio presenteranno i loro progetti con i quali si impegnano a mantenere a Piombino le loro attività per un minimo di dieci anni”.
Nel sollecitare un’accelerazione nella fornitura delle utilities, Rossi ha detto che occorre anche considerare le aree retrostanti alle banchine per realizzare un retroporto. A suo giudizio il Governo dovrebbe esporsi maggiormente e convocare un tavolo con tutti i soggetti che devono provvedere alla infrastrutturazione, perché sottoscrivano un Accordo di programma in cui si definiscano impegni precisi e tempi certi.
“Così come – ha aggiunto Enrico Rossi – chiedo ad Invitalia di utilizzare i circa 18 milioni di euro che ha a disposizione per offrire opportunità di finanziamenti alle imprese disponibili ad insediarsi a Piombino. Noi siamo disponibili ad integrarli con i fondi europei che la Regione gestisce. Se le bonifiche della falda idrica sono a buon punto, é invece necessario convocare una apposita riunione per definire compiutamente la questione dei cumuli di materiali che devono essere smaltiti”.
Su richiesta esplicita del presidente é emersa una novità per ciò che riguarda l’adeguamento del costo dell’energia. Secondo Giorgio Sorial, vice capo gabinetto del ministro, quando Jindal realizzerà il forno elettrico, avrà energia allo stesso costo delle altre imprese italiane e a prezzi perfettamente in linea con quelli europei: un bell’incentivo per JSW a dar pronto corso all’investimento più volte annunciato per la realizzazione del forno elettrico.
E, da questo punto di vista, il presidente Rossi ha detto che nell’incontro avuto con lui prima di Natale ha ricevuto rassicurazioni dall’imprenditore indiano circa la sua volontà di insediarsi stabilmente a Piombino e di aggiungere ai circa 220 milioni di investimento già effettuati, altri 15-20 nei laminatoi e di procedere con il programma di sviluppo annunciato.
Terminata la riunione al Mise, il presidente ha incontrato una delegazione sindacale per informarla sugli esiti della riunione del mattino. Con loro ha sottolineato quindi “la necessità di fare sistema”.
“Dobbiamo far sì – questo il suo auspicio – di far emergere Piombino a livello nazionale, facendolo diventare un esempio di decarbonizzazione della produzione di acciaio. Ho parlato anche con Ferrovie dello Stato che conferma i suoi impegni di acquisto e che presto bandirà una nuova gara per le rotaie, rispetto alla quale dovremmo seguire l’esempio di altri Paesi europei che nei bandi riservano fino all’80% delle commesse al produttore nazionale. Infine sarebbe importante avere l’attenzione del ministro Patuanelli, il cui interesse verso quello che é comunque il secondo polo italiano dell’acciaio, darebbe una risposta alla grande disponibilità mostrata dai lavoratori nello sforzo per il rilancio di Piombino”.