Attualità 31 Agosto 2023

Salario minimo, l’indecisione del PD, Potere al Popolo: “da 9 a 6 euro l’ora a seconda degli ospiti, da Schlein a Ichino”

"Misura mai apprezzata dal PD se non in questi ultimi tempi in cui si è dovuto accomodare all’opposizione"

Aurora Trotta consigliere Potere al Popolo

Aurora Trotta consigliere Potere al Popolo

Livorno 31 agosto 2023 – Salario minimo, l’indecisione del PD, Potere al Popolo: “da 9 a 6 euro l’ora a seconda degli ospiti, da Schlein a Ichino”

La nota politica di Potere al Popolo:

“Giustamente il Partito Democratico esulta per la presenza della Schlein a Livorno che ha cercato di portare una ventata di aria fresca parlando di salario minimo; una misura nata inizialmente su proposta della grillina Catalfo.

Misura mai apprezzata dal PD se non in questi ultimi tempi in cui si è dovuto accomodare all’opposizione.

Nei lunghi anni di governo precedenti invece, mai una legge o una proposta sul tema. Insomma all’opposizione si sta comodi e si può fare caciara e apparire di sinistra.

Tra l’altro con una proposta molto al ribasso (solo 9 euro lordi) che non prevede adeguamento automatico all’inflazione, ma anzi prevede ulteriori aiuti alle imprese nel pagare gli aumenti salariali.

Ma in tutto ciò, il Partito Democratico livornese, smaltita la sbornia dei 4 Mori, si appresta ad ospitare Pietro Ichino alla Festa dell’Unità venerdì prossimo in un dibattito che parla proprio di lavoro, dal titolo; “La trappola demografica: welfare, mercato del lavoro e immigrazione”.

Ma cosa sarà mai stato chiamato a dire dal palco del PD Ichino sul tema di welfare e lavoro?

Se la ricetta del PD livornese è quella del giuslavorista, vi rammentiamo ciò che ha fatto in questi ultimi anni:

Ichino è colui che ha abolito l’articolo 18, colui che ha votato per mantenere le pensioni d’oro ai supermanager pubblici, l’amante del lavoro precario (vedasi cosa ha combinato ai precari della scuola); il sostenitore dell’austerity del governo Monti, del pacchetto Treu, della legge Biagi e delle gabbie salariali; della riforma Fornero che definì un passo avanti nella gestione delle relazioni tra lavoratori e imprese.

Considerato di destra anche dall’ala moderata di Enrico Letta che lo ha attaccato più volte accusandolo “di fare il gioco delle tre carte” sul welfare. Ichino che ha scritto anche un libro per attaccare i lavoratori del pubblico impiego e la loro inefficienza dal titolo “I nullafacenti”.

 

Il 18 giugno 2020 in piena pandemia Ichino si scagliava contro i lavoratori in smartworking (https://tinyurl.com/8dv52yef) chiedendo se avessero davvero lavorato da remoto anche gli addetti ai musei, gli uscieri, il personale tecnico delle varie sedi chiuse, gli ispettori delle varie amministrazioni. Forse Ichino voleva tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici in pandemia? Ovviamente senza nessun attacco ai manager della pubblica amministrazione.

Non più tardi di un mese fa, la sua incredibile apertura al salario minimo…

MA con le gabbie salariali, una pratica da 1800 che prevede che il tuo salario si adegui a quale sia la tua regione, dove ovviamente il nord diventa sempre più ricco, e il sud ancora più povero.

Ah, dimenticavamo, il costo del lavoro, Ichino lo fissa in un salario minimo di 6 euro l’ora, da modificare a seconda della ricchezza della vostra regione (https://tinyurl.com/2p8zv4r9)!!!

Insomma complimenti al Partito Democratico e al suo invitato. Dopo l’ubriacatura per la Schlein, il vero volto del PD con le ricette di Ichino su Welfare e lavoro, tra l’altro in un dibattito organizzato con l’aiuto dei renziani livornesi, gli unici alleati che questo PD merita”.

Potere al Popolo Livorno

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