Salvetti e Menicagli ringraziano i tre “Testimoni del Teatro e per il Teatro a Livorno”
Livorno 10 febbraio 2021
“La cultura, che trasmette la memoria e offre spazio alla creatività, è risorsa preziosa. Un patrimonio che rende tutti più ricchi. Di umanità anzitutto.
La cultura, l’arte, non sono mai ambiti separati della vita”: con queste parole, un anno fa (era il 12 gennaio 2020) da un importante Teatro italiano, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella richiamò l’attenzione di tutti sul valore ed il ruolo della cultura nel nostro paese.
Un messaggio che così proseguiva: “La cultura spinge all’innovazione.
Nel renderci consapevoli del cammino percorso, ci dà il coraggio di andare avanti. Insieme. Come comunità”.
Tutto ciò assume una valenza ancora più forte oggi, in un momento tanto difficile, con le sale teatrali chiuse da quasi un anno e tanta incertezza anche per l’immediato futuro. Per questo ci piace ricordarle.
Comunità ed innovazione:
in questo periodo il Teatro Goldoni di Livorno ha cercato di mantenere un legame stretto con la propria mission istituzionale ed il proprio pubblico, producendo 18 spettacoli (tutti fruibili gratuitamente sulla rete) nel rispetto dei limiti e dei vincoli oggi imposti, con il lusinghiero successo di oltre 30.000 visualizzazioni in soli tre mesi e l’interesse di network nazionali; altri ne stiamo preparando ed entro febbraio contiamo di dar vita ad un’Orchestra e Coro della Fondazione Goldoni in modo da ampliare ancora di più l’offerta musicale, in attesa di poter tornare finalmente nel luogo tanto caro alla frequentazione ed alla memoria di questa città.
Se queste sono le linee ed i propositi con cui il Teatro di tradizione livornese prosegue nel suo lavoro di creatore di opportunità culturali, di incontro e relazioni sociali, vogliamo rivolgere in questa parte iniziale dell’anno un pensiero ed un riconoscimento a chi prima di noi, negli anni (tanti), si è speso umanamente e professionalmente a favore del Teatro nella nostra città:
Marco Bertini, Giovanni Lippi e Giuseppe Pancaccini.
Il primo, che per tante belle stagioni è stato espressione della funzione istituzionale pubblica per la cultura declinata anche in questa stessa Fondazione; un imprenditore teatrale privato l’altro, che con la sua azione per decenni ha fatto sì che Livorno detenesse un primato per capienza e numeri di spettatori con due luoghi simbolo come La Gran Guardia e l’Odeon; un artista il terzo, interprete in oltre mezzo secolo di carriera come attore, autore e regista, della livornesità più autentica e creativa.
Sono loro i nostri “Testimoni” del Teatro e per il Teatro a Livorno
A loro va il nostro ringraziamento per tutto quello che hanno fatto e li avremo con noi, quando vorranno, dalla riapertura del Goldoni in poi, attraverso una “Gold Card” realizzata esclusivamente per loro.
Un riconoscimento per chi ha contribuito a far sì che Livorno sia stata nel tempo più viva, più ricca di cultura, socialità e svago.
Cose di cui, se mai ce ne fosse stato bisogno, la pandemia ci ha fatto avvertire non solo la mancanza, ma l’assoluta necessità, collettiva prima ancora che individuale.
Foto Andrea Trifiletti/Bizzi