“Salviamo il pioppo in via Edda Fagni”, lettera aperta a Sindaco e associazioni
Livorno 17 aprile 2021
Lettera aperta al sindaco del Comune di Livorno, ai Responsabili del Verde Urbano, alle associazioni ambientaliste e a tutti i cittadini.
“Buongiorno, vi scrivo per conto di un albero, un pioppo bianco per la precisione.
Io mi chiamo Rita ed abito a Porta a Mare, Livorno. Da un po’; come tutti sappiamo, Porta a Mare sta diventando un grande centro di riqualifica urbana; con la ristrutturazione del vecchio cantiere Orlando e la costruzione di nuovi nuclei abitativi.
Ecco in quel grande cantiere aperto da molto tempo è nato un albero 10 anni fa che è cresciuto
Ha superato inverni freddi ed estati torride, alluvioni, geli, libecciate, di tutto senza che nessuno lo aiutasse in alcun modo, senza essere annaffiato ne potato ne curato.
Da piccolo alberello che era nel 2010 adesso è un albero adulto che fa parte del verde urbano, ed è casa di molti piccoli volatili.
Lui è unico in tutta Porta a Mare, e con unico non intendo magico, ma intendo il solo albero.
Da sempre l’albero si trova dentro il cantiere sul confine della recinzione in via Edda Fagni e li cresce felice, ma ho il timore che, in seguito alla riqualificazione dell’area, verrà sradicato ed ucciso solo perché non è l’albero deciso in progetto.
Con questa lettera vi chiedo di avere buon cuore e che nel caso l’albero sia stato designato alla morte, vi chiedo di salvarlo.
Mi potreste dire che “verranno piantumati altri alberini al posto di quello” e io vi chiederei “perché?”
Perché sostituire, un albero già adulto e che ha dimostrato di resistere alle condizioni della zona, con dei nuovi alberini.
Da un punto di vista economico, quell’albero è gratis, è nato e cresciuto da solo e non fa danni da nessuna parte, non è troppo debole da perdere rami, non è un albero che distrugge le strade, non chiede nulla.
Da un punto di vista sentimentale, è un albero e merita come tutto quello che vive, di essere lasciato vivere.
Comprendo le possibili necessità urbanistiche ma vi prego di pensarci”.