#salviamoleimprese, il terziario mobilitato in piazza Grande. Le 10 richieste
Livorno 1 marzo 2021
A un anno dall’esplosione della pandemia da COVID in Italia il terziario gli imprenditori di Confcommercio e Confesercenti di tutta la regione scendono in piazza uniti in tutti i capoluoghi i provincia.
Per il nostro territorio l’appuntamento era a Livorno in piazza Grande:
tre lunghe file ordinate di imprenditori e collaboratori hanno esposto in completo silenzio dei cartelli che chiedono alla politica attenzione e misure concrete in aiuto delle categorie più colpite.
Ristoranti, pubblici esercizi, hotel, palestre, guide turistiche, stabilimenti balneari, locali da ballo e intrattenimento ma anche negozi, agenti, professionisti.
Tutte le categorie del commercio; del turismo; dei servizi e delle professioni erano rappresentate nella catena umana che si snodava sulla piazza, osservando non solo le misure di distanziamento ma anche un assordante e doloroso silenzio.
“Le associazioni di categoria e gli imprenditori del terziario sono stati i primi a credere nell’opportunità di misure drastiche che potessero fermare l’epidemia.” – afferma la presidente provinciale Confcommercio Francesca Marcucci.
“Abbiamo accettato con grande senso di responsabilità tutte le misure di sicurezza imposte dal Governo, e abbiamo investito tempo e denaro nella formazione degli addetti, nella sanificazione e protezione, nell’adeguamento degli spazi.
Ma i nostri sforzi e il nostro senso di responsabilità non ha fermato la pandemia, il piano vaccinale va avanti troppo lentamente, così stiamo attaccati alle esili zattere di salvataggio di fidi bancari e ristori arrivati da Governo e Regione, troppo poco per avere ancora fiducia in un lieto fine.
Per questo le imprese si mobilitano: per far capire che dietro alle partite iva ci sono persone, famiglie, dipendenti che rischiano grosso”.
Continua la presidente provinciale Confesercenti Maristella Calgaro:
“Siamo pronti ad adottare altri protocolli, a cambiare ancora, ma non possiamo rinunciare alla dignità del lavoro.
Salute e lavoro possano convivere. Siamo fortemente preoccupati non solo per il futuro delle nostre imprese, ma anche per quello dell’occupazione, soprattutto alla luce dell’eventuale sblocco al divieto dei licenziamenti.
Distruggere l’economia nel nostro Paese significa distruggere anche il diritto al lavoro e alla salute”.
I direttori di Confcommercio e Confesercenti, rispettivamente Federico Pieragnoli e Alessandro Ciapini, sintetizzano così le richieste urgenti a sostegno delle imprese di commercio, servizi e turismo:
- ristori immediati parametrati sulla perdita di fatturato;
- riapertura in sicurezza di tutte le attività chiuse;
- moratoria fiscale per gli anni 2020-2021;
- proroga della cassa integrazione e della moratoria dei mutui e finanziamenti fino al 31 dicembre 2021;
- rimodulazione delle locazioni commerciali e blocco degli sfratti;
- taglio del cuneo fiscale che grava sulle imprese;
- creazione di un piano “ripartenza” per il terziario;
- vaccinazione immediata di imprenditori e addetti del terziario;
- pagamento immediato di tutti i bonus ristori e indennizzi sospesi;
- passaporto sanitario europeo per spostamenti Ue.