Sanità: abolito da oggi il contributo di 10 euro per la digitalizzazione
Una vittoria per i cittadini grazie a SI Toscana a Sinistra
Livorno – Da oggi, lunedì 1° aprile viene abolito il contributo di 10 euro per la digitalizzazione, dovuto finora da tutti gli utenti per le prestazioni specialistiche di diagnostica per immagini. La misura era già stata annunciata nella conferenza stampa di fine anno, e adottata con una delibera del febbraio scorso che ha approvato una mozione presentata da SI Toscana a Sinistra. Il contributo di 10 euro era stato introdotto in seguito alla Finanziaria del 2011, che imponeva alle Regioni un gettito, attraverso l’adozione di superticket.
La Toscana introdusse i ticket aggiuntivi, facendo però la scelta di graduarli in base al reddito, ed esentando dal pagamento le famiglie con reddito inferiore ai 36.000 euro. Nel 2012 introdusse il contributo di 10 euro per la digitalizzazione, da applicare a tutte le prestazioni di diagnostica per immagini (Rm, Tc, ecografie, Rx, scintigrafie). Un contributo dovuto da tutti gli utenti (fino a un massimo di 30 euro l’anno) e applicato anche alle prestazioni erogate in pronto soccorso e cui non segue il ricovero.
La Regione Toscana vuole sostenere i cittadini e le famiglie ( sempre grazie alla mozione presentata da SI Toscana a Sinistra ) , riducendo i costi per l’accesso alle prestazioni sanitarie. Per farlo, utilizzerà i risultati del percorso di razionalizzazione della spesa intrapreso in quest’ultimo anno. In Toscana il contributo di 10 euro per la digitalizzazione pesa sul bilancio della sanità per circa 18 milioni (12,5 milioni per le prestazioni ambulatoriali, 5 per il pronto soccorso). Secondo i calcoli fatti dagli uffici regionali, i minori ricavi saranno compensati: dalle risorse assegnate alla Toscana in base alla ripartizione del fondo di 60 milioni previsto dalla legge nazionale 205 del 27 dicembre 2017, “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020”; e dai risparmi sui costi d’esercizio delle aziende sanitarie, da realizzarsi nell’ambito del complessivo percorso di efficientamento e razionalizzazione in atto nel Servizio sanitario regionale, senza che si determini la necessità di finanziamenti aggiuntivi a carico del bilancio regionale in favore di Asl e enti del SSR.