Cronaca 18 Aprile 2021

Sanità, Cgil esprime preoccupazione riguardo agli ordini di servizio dei medici di cardiologia

Monica_Cavallini_CgilLivorno, 18 aprile 2021

Monica Cavallini, vicesegretaria generale Cgil provincia di Livorno e Simone Assirelli, funzionario Fp-Cgil provincia di Livorno con delega alla sanità esprimono preoccupazione riguardo agli ordini di servizio dei medici di cardiologia

“Come organizzazione sindacale siamo fortemente preoccupati delle notizie che ci giungono in merito ad ordini di servizi che dovrebbero investire i medici di cardiologia dell’intera Asl Nord Ovest a seguito di alcune carenze venutasi a creare rispetto alla cardiologia in Garfagnana.

Riteniamo doveroso dover dare risposte ai cittadini di tale realtà, ma contestualmente siamo allarmati rispetto a situazioni di criticità ulteriori che questa decisione potrebbe procurare nei confronti di altri presìdi ospedalieri già provati – come del resto tutto il territorio – dalle difficoltà legate al Covid.

La carenza in quella realtà rappresenta solo un pezzo del puzzle legato alle carenze di personale all’interno dell’Azienda e non vorremmo che questo sistema di ordine di servizio diventi un modus operandi per gestire la mancata programmazione che da diverso tempo stiamo denunciando in termini di dotazioni organiche della dirigenza e del comparto.

La mancanza di una programmazione sanitaria ha causato la grave situazione attualmente in essere.

In una fase di forte criticità si assiste ad una risposta aziendale confusa ed improduttiva.

Si è provveduto, tramite emissione di ordini di servizio, a distogliere personale dai reparti di cardiologia di tutti i presìdi ospedalieri dell’ATNO (Lucca, Massa, Pontedera, Livorno), anch’essi peraltro in carenza di personale e con compiti assistenziali anche nei reparti Covid, e ad inviarlo ad espletare turni di servizio presso il presidio di Castelnuovo.

A questo proposito vogliamo ribadire che lo strumento dell’ordine di servizio non può, per sua natura, essere strumento di programmazione di attività assistenziale che non sia realmente emergenziale e non mera conseguenza di una assenza di programmazione sanitaria.

La decisione intrapresa dall’azienda, per noi erronea, produrrà necessariamente, da un lato, una sensibile riduzione delle prestazioni sanitarie nei presìdi dai quali i cardiologi verranno distolti (presìdi, ripetiamo, già in difficoltà per una carenza di personale aggravata dall’attuale crisi pandemica che ha coinvolto tutto il personale sanitario chiamato ad apportare il proprio contributo) e dall’altro, essendo l’organizzazione assistenziale organizzata, per volontà dell’ Azienda, in guardie (non inserite in un contesto di continuità assistenziale e percorsi assistenziali specifici), potrà produrre solo risposte emergenziali.

Tutto ciò orienterà sempre di più il cittadino verso scelte di tipo privatistico, nelle quali cercare risposte alla propria domanda di salute.

Chiediamo quindi:

  1. l’immediata assunzione a tempo indeterminato del personale medico volto a coprire le carenze di organico.
  2. La messa in atto di una programmazione sanitaria adeguata in grado di rispondere in termini qualitativi ai bisogni di salute dei territori
  3. L’apertura urgente di un tavolo di Area vasta che affronti la tematica in modo organico e non a spot

 

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