Scienze e tecnologia 15 Agosto 2023

Scienza – Progetto ORACLE: estrarre ossigeno dal suolo lunare

progetto oracleScienza 16 agosto 2023 –  Scienza – Progetto ORACLE: estrarre ossigeno dal suolo lunare

Un futuro entusiasmante nell’esplorazione spaziale si profila grazie alla sinergia tra l’Agenzia Spaziale Italiana e il Politecnico di Milano.

La Luna, il nostro satellite naturale, è da sempre una meta ambita e affascinante per l’esplorazione spaziale. Ma per poter realizzare missioni di lunga durata e basi permanenti sul suolo lunare, è necessario trovare soluzioni innovative per sfruttare le risorse disponibili in loco. Tra queste, una delle più importanti è l’ossigeno, indispensabile per la vita umana e per la produzione di carburante.

Per questo motivo, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e il Politecnico di Milano (POLIMI) hanno siglato un accordo riguardante l’ambizioso progetto di sviluppo e validazione di una delle tecnologie chiave per abilitare la presenza umana di lunga durata sul nostro satellite naturale. Il progetto, battezzato Oracle (Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment), rientra nelle ricerche tecnologiche in corso a livello internazionale dedicate a ricavare dall’ambiente di un altro corpo celeste (Luna o Marte) le risorse necessarie alla vita di una base locale abitata.

Oracle si basa su una tecnologia già studiata e verificata in laboratorio dai ricercatori del gruppo di ricerca ASTRA del Politecnico di Milano.

 

Si tratta di un processo carbotermico che permette di estrarre ossigeno dalla regolite, il materiale che costituisce il suolo lunare3. La regolite è composta principalmente da ossidi metallici, come silicio, alluminio, ferro e magnesio.

Riscaldando la regolite a temperature elevate (oltre 1000°C) in presenza di carbonio, si ottiene una reazione chimica che libera ossigeno gassoso e produce una lega metallica.

L’ossigeno può essere quindi raccolto e utilizzato per vari scopi, mentre la lega metallica può essere sfruttata per la costruzione di strutture o componenti.

L’obiettivo del progetto Oracle è quello di realizzare un primo impianto dimostrativo da poter lanciare entro il 2028, sfruttando una delle opportunità di volo commerciali tra quelle attualmente in via di sviluppo in diversi Paesi.

 

L’impianto sarà concepito per essere imbarcato su uno dei prossimi lander lunari e dimostrare, in loco, la fattibilità e l’efficienza del processo carbotermico.

Si tratterà di uno dei primi esperimenti sul suolo lunare, il cui successo è fondamentale per supportare le future attività umane e robotiche di superficie previste in questo decennio sul nostro satellite.

“L’estrazione e lo sfruttamento delle risorse sul posto è una capacità chiave per l’esplorazione sostenibile, come quella che stiamo pianificando per la Luna”, dice Raffaele Mugnuolo, responsabile dell’Unità Esplorazione, Infrastrutture Orbitanti e di Superficie e Satelliti Scientifici dell’Asi.

“In questo senso, contiamo che il progetto si riveli di interesse globale in una prospettiva futura e che consenta all’Italia di detenere una tecnologia strategica. In questa nuova stagione di ritorno alla Luna – prosegue – il nostro Paese si sta preparando al meglio per essere presente e Oracle ci darà l’opportunità di consolidare il ruolo di primo piano in programmi di ampio respiro come Artemis”.

 

Per Michèle Lavagna, responsabile scientifico del progetto per il Politecnico di Milano, “la sfida è notevole, ma altrettanto intensi sono la motivazione e l’entusiasmo del gruppo che contribuirà fattivamente ad un momento storico unico nello scenario dell’esplorazione spaziale come il ritorno sulla Luna, dando seguito ai risultati ottenuti in laboratorio per produrre in loco la prima goccia d’acqua lunare”.

Il progetto Oracle rappresenta quindi un’occasione unica per l’Italia di dimostrare la sua eccellenza nel campo delle tecnologie spaziali e di contribuire alla realizzazione di un sogno che affascina l’umanità da secoli: vivere sulla Luna.

 

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