Sciopero generale Cgil, in migliaia al corteo di Livorno per chiedere lo stop al massacro a Gaza
Livorno 19 settembre 2025 Sciopero generale Cgil, in migliaia al corteo di Livorno per chiedere lo stop al massacro a Gaza
Al corteo organizzato dalla Cgil a Livorno in occasione dello sciopero generale proclamato per chiedere di fermare il massacro a Gaza hanno partecipato migliaia di persone. L’adesione allo sciopero nei posti di lavoro è stata elevata.
Stamani un fiume di persone ha invaso pacificamente le strade del centro per gridare tutto il proprio dolore per quanto sta avvenendo in Palestina. Al corteo di Livorno (uno dei tre organizzati dalla Cgil in Toscana) hanno partecipato anche le lavoratrici e i lavoratori provenienti da Pisa, Massa Carrara, Lucca e Grosseto.
“Vorrei che la passione di tutta questa gente – ha dichiarato il segretario generale della Cgil provincia di Livorno Gianfranco Francese – arrivasse a tutti i bambini e le donne di Gaza. Noi siamo qua per loro. A Gaza e in Palestina non c’è una guerra, ma il massacro di un popolo inerme: tutto ciò nell’indifferenza totale dei governi occidentali, tra cui quello dell’Italia”.
Francese ha aggiunto: “Il governo italiano farebbe bene ad attivarsi seriamente per ottenere il cessate il fuoco in Palestina e per proteggere la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla”.
Il governo criminale di Netanyahu – ha proseguito Francese – dev’esser boicottato: “Ci appelliamo perciò alla comunitá portuale affinchè non permetta l’attracco e la partenza di navi con armi israeliane. Per fortuna c’è ancora una parte importante della popolazione israeliana che si ribella al proprio governo fascista e nazista: speriamo che queste persone riescano a far sentire sempre di più la propria voce”.
Al termine del corteo è intervenuto, tra gli altri, anche Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana: “Dalla manifestazione di stamani parte un messaggio forte: a Gaza c’è una situazione inumana, stop al genocidio del popolo palestinese, stop alla deriva bellicista. Senza pace non c’è giustizia sociale né lavoro”.