Sciopero generale Cgil, in migliaia in corteo a Livorno. Tante persone in strada anche a Piombino, Cecina e Portoferraio
Livorno 3 ottobre 2025 Sciopero generale Cgil, in migliaia in corteo a Livorno. Tante persone in strada anche a Piombino, Cecina e Portoferraio
Stamani a Livorno in occasione dello sciopero generale proclamato a livello nazionale dalla Cgil per Gaza e la Global Sumud Flotilla sono scese in piazza migliaia di persone. Molto partecipati anche i cortei organizzati a Piombino, Cecina e Portoferraio. L’adesione allo sciopero è stata elevata: una grande risposta da parte di tutto il territorio livornese.
“È stata una grande e bellissima manifestazione di popolo – ha dichiarato il segretario generale della Cgil Livorno Gianfranco Francese – il nostro territorio sa da che parte stare e lo ha dimostrato ancora una volta invadendo pacificamente le strade con bandiere, striscioni e musica e chiedendo nuovamente il cessate il fuoco e il riconoscimento dello Stato di Palestina, l’apertura di corridoi umanitari e il rilascio degli attivisti della flottiglia”.
Il corteo di Livorno è partito dalla Stazione centrale, si è snodato tra i quartieri popolari Sorgenti Fiorentina e Garibaldi (numerosi i negozi che in segno di solidarietà hanno abbassato le saracinesche e salutato i manifestanti) e dopo esser transitato in piazza della Repubblica e davanti a Palazzo civico si è concluso con una serie di interventi in piazza del Luogo Pio (a prender la parola anche il sindaco Luca Salvetti).
“Nelle ultime ore – prosegue Francese – abbiamo subito continue provocazioni. In un Paese democratico non si possono sentire parole come quelle del presidente del consiglio o del ministro dei trasporti. Forse pensavano di intimidirci? Hanno ottenuto l’effetto contrario. Quello di oggi è uno sciopero politico. Le piazze di questi giorni dimostrano che il governo di questo Paese è già in minoranza”. Francese ha concluso mettendo in guardia: “La mobilitazione prosegue, non ci fermeremo. Non dobbiamo però cadere nelle provocazioni: cercheranno di far passare una grande mobilitazione popolare politica e umanitaria in un problema di ordine pubblico per scatenare la repressione e criminalizzare questo grandioso movimento”.