Sciopero TPL, Usb: “no ai tagli in provincia, salario dignitoso, sicurezza dei passeggeri”
Livorno 23 gennaio 2024 – Sciopero TPL, Usb: “no ai tagli in provincia, salario dignitoso, sicurezza dei passeggeri”
“Mercoledì 24 gennaio scioperiamo 24 ore per un salario dignitoso, migliori condizioni di lavoro, la tutela della sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri, la difesa del diritto di sciopero, il rilancio del servizio pubblico contro le privatizzazioni”. Lo dichiarano dal sindacati Usb Livorno e proseguono: “Le motivazioni sono tanto serie quanto urgenti sono le risposte che occorrono. Lo sappiamo bene anche in Toscana, specialmente a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale. La gara: il risultato finale della politica di liberalizzazione del trasporto pubblico portata avanti dal PD dal 2010, conclusa a inizio 2016 del servizio regionale su gomma dal 2020 al 2031 cui, è bene ricordarlo, nessuna forza politica si è mai opposta, salvo indecenti speculazioni elettorali dei nazionalisti da cortile, a tempo ormai scaduto, allorché si paventava l’avvento di una multinazionale.
E quanto ai sindacati ricordiamo benissimo che CGIL, CISL e FAISA erano del tutto a favore, addirittura ritenendola la panacea per ogni male che affligge il trasporto pubblico locale. Ma i milioni di chilometri di tagli previsti erano nel bando, e che la gara rappresentasse, dopo l’esperienza “propedeutica” di CTT Nord, l’atto finale della cessione a soggetti privati del trasporto pubblico locale era chiaro a chiunque, era di pubblico dominio.
E quali ci si aspettava che fossero gli effetti, ci chiediamo, della logica del profitto calata nella gestione di un servizio pubblico a forte valenza sociale, che per sua stessa natura dovrebbe funzionare sulla base di logiche del tutto diverse?
Chi può riconoscere anche solo un filo di onestà intellettuale a quelli che oggi, sindacati e partiti politici, gridano allo scandalo per il taglio delle corse alle acciaierie di Piombino piuttosto che per l’isolamento di zone remote della regione tagliate fuori dalla rete del servizio?
Per non parlare di chi non si capacita dell’impossibilità di reperire nuovi conducenti e delle dimissioni dei sempre più che abbandonano in cerca di altro (avviene su tutto il territorio nazionale), a fronte di salari ormai indecorosi per un lavoro estenuante che si divora l’esistenza stessa del lavoratore, compromettendone inderogabilmente la sfera privata.
Gli effetti della privatizzazione, ovunque la si attui, e avviene ormai indistintamente da nord a sud, sono sempre gli stessi:
drammatico peggioramento delle condizioni di lavoro, minori salari e sicurezza sul lavoro, minore quantità – e spesso qualità – di servizio.
In una frase: rimodulazione gestionale secondo logiche di bilancio. E in tal senso in Toscana siamo soltanto agli inizi, sia ben chiaro a tutti. Ecco perché scioperiamo, oltre alla necessità ormai conclamata di rivendicare il sacrosanto diritto allo sciopero stesso e perfino di mettere in discussione la Legge 146/1990, legge liberticida, tra le più restrittive in tutta Europa, probabilmente alla radice dell’incredibile declino della categoria negli ultimi decenni.
Oggi gli autoferrotranvieri devono, perché uniti possono farlo, riprendersi i diritti perduti, riconquistare dignità del lavoro e dei salari, opporsi con forza alle privatizzazioni e con la stessa forza chiedere il ritorno a un servizio interamente in mani pubbliche, che risponda concretamente alle reali necessità della cittadinanza e che funzioni secondo i più moderni standard qualitativi a livello europeo. In questo senso è importante il sostegno e la solidarietà anche delle altre categorie a maggior ragione adesso che i recenti tagli in questione vanno a colpire tutti.
Occorre un cambio di passo netto, perentorio, occorrono coraggio e unità. Le battaglie non si perdono, si vincono sempre”