Cronaca 7 Settembre 2018

Scoperto a Vada un villaggio dell’età del ferro

Scoperto un villaggio dell’età del ferro

Scoperto dall’Università di Pisa a Vada, nel quartiere di età romana, un villaggio dell’età del Ferro specializzato nella produzione del sale

ROSIGNANO MARITTIMO — Un villaggio specializzato nella produzione del sale risalente all’età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.) è emerso nel corso di una campagna di scavi condotta questa estate dall’Università di Pisa a Vada.

In particolare, i giovani archeologi allievi dei corsi di laurea in Beni culturali e Archeologia hanno trovato, estremamente frammentati, numerosi grandi contenitori e sostegni per focolari che servivano per bollire l’acqua salmastra e quindi produrre il sale.

“La scoperta rivela che le dune costiere su cui poi vennero costruiti gli edifici romani erano in precedenza occupate da un insediamento dove si produceva sale, a conferma della lunga storia della vocazione produttiva del territorio – racconta la professoressa Simonetta Menchelli dell’Ateneo pisano– quando infatti Rutilio Namaziano nel 417 d.C. visitò Vada documentò proprio la presenza di saline in piena funzione, e la produzione continuò anche in l’età medievale, menzionata in numerosi documenti d’archivio, e il sale ha accompagnato la storia del distretto volterrano sino ai nostri giorni, come dimostrano gli stabilimenti di Saline di Volterra”.

La campagna di scavo durata tre settimane ha inoltre portato alla luce anche i resti di alcuni edifici di epoca romana fra cui delle botteghe, in una delle quali è stato individuato un forno da pane, e una schola, cioè la sede di rappresentanza di una delle corporazioni che gestiva le attività economiche di Vada Volaterrana, costituita da più ambienti pavimentati in marmo fra cui una grande esedra semicircolare.

Alle attività sul campo, coordinate da Paolo Sangriso, Francesca Bulzomi, Alberto Cafaro, Stefano Genovesi e Silvia Marini, R. Marcheschi, hanno partecipato anche gli allievi della Vada Volaterrana Summer dell’Università di Pisa, in gran parte provenienti da paesi extra-europei, e alcuni studenti del Liceo Fermi di Cecina attraverso i piani di alternanza scuola-lavoro.

Gli scavi rientrano in un progetto pluriennale su Vada Volaterrana, il sistema portuale di Volterra in età etrusca e romana, localizzato nel territorio dell’attuale Vada, portato avanti nell’ambito dell’insegnamento di Topografia antica della professoressa Simonetta Menchelli. Il progetto è realizzato con il contributo delle società Ineos e Inovyn e in collaborazione con il Comune di Rosignano Marittimo e il Museo Archeologico Comunale di Palazzo Bombardieri, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Pisa-Livorno.

Ed ecco un ulteriore approfondimento rispetto al comunicato:

Nell’ambito dell’insegnamento di Topografia antica (prof. S. Menchelli) da anni è in corso un progetto di ricerca riguar­dante Vada Volaterrana, sistema portuale di Volterra in età etrusca e romana, grosso modo localizzabile nel territorio di Vada (Rosignano M.mo, LI) e ben noto nelle fonti letterarie antiche, da Cicerone a Rutilio Namaziano ed oltre. Tale progetto viene svolto in sinergia con la competente Soprintendenza Archeologica, con il Comune ed il Civico Museo Archeologico di Rosignano M.mo, e con il supporto economico delle Società Ineos e Inovyn

In località S.Gaetano è stato portato in luce un settore del quartiere retroportuale costituito da magazzini, due edifici termali, fontane, strutture di servizio, botteghe ed alcune scholae cioè le sedi di rappresentanza delle coorporazioni (collegia) dei vari professionisti che gestivano le attività economiche di Vada Volaterrana. Tale quartiere, che costituisce la più rilevante area archeologica della costa tirrenica fra Luni e Populonia, fu costruito a partire dagli inizi del I sec.d.C. e continuò ad essere attivo almeno sino alla metà del VII sec.d.C., partecipando ad attività di import-export con l’intero bacino del Mediterraneo.

Parte integrante del progetto sono le ricerche volte alla ricostruzione dell’ambiente e della paleogeografia costieri e indagini di archeologia subacquea per lo studio della biodiversità marina connessa ai relitti, rispettivamente in collaborazione con il  Dipartimento di Scienze della Terra (Prof. C. Baroni, A. Ribolini, M.C. Salvatore) e il Dipartimento di Biologia (Prof. F.Maltagliati).  E’ inoltre in corso la collaborazione con il CNR-Pisa (Prof. V.Palleschi) per la restituzione 3D degli edifici antichi. Connesse agli scavi archeologici, il progetto si articola in ricognizioni archeologico-topografiche, che hanno permesso di ricostruire il sistema insediativo antico nel retroterra di Vada Volaterrana, costituito da ville, fattorie e centri manifatturieri

Alle attività archeologiche, coordinate sul campo da P.Sangriso, F. Bulzomi, A.Cafaro, S. Genovesi, S.Marini, R.Marcheschi, partecipano studenti UNIPI, studenti, in massima parte extraeuropei, della Vada Volaterrana Summer School e studenti di Istituti Superiori, con progetti di alternanza Scuola-Lavoro.

Nella campagna 2018 lo scavo ha interessato il settore meridionale dell’area archeologica, ove sono state portate alcune botteghe, in una delle quali è stato individuato un forno da pane, e una schola, costituita da un allineamento di più ambienti, pavimentati in marmo, terminante ad Est con una grande esedra semicircolare . Lungo il settore occidentale, durante lo scavo delle fosse di fondazione degli edifici è stata rinvenuta una notevole quantità di grandi contenitori della età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.) e di sostegni per focolari, indicatori della produzione del sale mediante ebollizione dell’acqua salmastra. Villaggi simili, datati all’età del Bronzo e all’età del Ferro, sono attestati nella fascia costiera tirrenica, ed anche nelle vicinanze di Vada, alla foce del fiume Fine in loc. Galafone.

Questo documenta che le dune costiere su cui vennero costruiti gli edifici romani in loc. San Gaetano erano in precedenza occupate da un villaggio specializzato nella produzione del sale, a conferma di questa vocazione produttiva che avrà una lunga storia: quando Rutilio Namaziano nel 417 d.C. visita Vada documenta la presenza di saline in piena funzione.

Oltre agli aspetti scientifici sono state effettuate iniziative per la fruizione di un vasto pubblico, e soprattutto delle comunità lo­cali, per favorire una condivisione e riap­propriazione collettiva del passato, che può essere foriera di una crescita futura a sviluppo sostenibile. In particolare il 14 luglio, con il patrocinio del MIBACT-Anno Europeo del Patrimonio Culturale-, è stato effettuato un open day sullo scavo, organizzato in visite guidate continue e laboratori vari, al quale hanno partecipato oltre 250 interessati.

(Foto d’archivio)