Scrugli (FI): “La cassa integrazione (l’isola) che non c’è…”
“E’ da quasi un anno che il Governo continua a giocare con la cassa integrazione e con il lavoro degli italiani.
“La cassa integrazione in deroga non ha funzionato, bisognava cambiare prima il meccanismo”. Queste le parole pronunciate il 2 settembre dal Ministro dell’ economia Roberto Gualtieri.
Da quella data niente è cambiato.
L’ ammortizzatore sociale che durante la pandemia di coronavirus doveva contribuire a sostenere il reddito delle famiglie, la cassa integrazione, è andato a “passo d’uomo” ed è stato caratterizzato da forti e quotidiani ritardi.
Il meccanismo prevedeva la possibilità di accesso soltanto per i lavoratori dipendenti pubblici o privati ed escludeva invece i lavoratori autonomi, i professionisti e le Partite Iva.
Per queste ultime categorie di lavoratori, infatti, erano stati previsti bonus da 600 o da 1.000 euro, indennizzi una tantum e sostegni che però non sono bastati per sostenere la crisi portata dal Covid-19.
Per questo motivo grazie anche all’ azione di Forza Italia, il Parlamento ha approvato un emendamento alla Legge di Bilancio per il 2021, introducendo l’ammortizzatore sociale anche alle Partite Iva, agli autonomi e ai professionisti in possesso di determinati requisiti.
La nuova cassa integrazione si chiama Iscro e dovrebbe garantire un assegno mensile compreso tra 250 euro e 800 euro.
Il nuovo ammortizzatore sociale, infatti, spetterà a comunicatori, pubblicitari, web manager, consulenti pubblicitari, traduttori e venditori porta a porta.
A rimanere esclusi saranno, invece, altrettanti lavoratori che non rispetteranno i requisiti richiesti per beneficiare della cassa: architetti, avvocati, medici e giornalisti ad esempio, in quanto iscritti a una cassa di previdenza privata.
Troppe le criticità legate principalmente al reperimento delle coperture della cassa e all’esclusione di diverse categorie professionali non iscritte alla Gestione separata dell’Inps.
In merito alle coperture, in particolare, il timore è quello che per finanziare l’ammortizzatore sociale si debba andare a prelevare denaro direttamente dalle tasche dei potenziali beneficiari del credito. Si prevede, infatti, l’introduzione di un’aliquota aggiuntiva pari a 0,28%.
Troppe cose continuano a non funzionare; sono tante, troppe le p.iva che non alzeranno più le proprie saracinesche.
A breve, mentre M5S e PD stanno solo pensando a come salvare le poltrone, arriveranno i primi licenziamenti?”
Domenico Scrugli, responsabile Dipartimento Lavoro provincia di Livorno – Forza Italia