Sei disabile? Cinema a prezzo pieno, ma il posto disponibile è solo sotto lo schermo
Ed è solo uno dei tanti problemi di una città che non solo non rimuove gli ostacoli, ma quando costruisce aggiunge nuove barriere architettoniche (come in piazza Garibaldi)
“Al cinema i disabili pagano prezzo pieno, ma non possono avere lo stesso servizio degli altri”. Questa la denuncia di quanto avvenuto in questi giorni in un noto cinema cittadino. “Biglietto normale, senza sconti, ma posizione a dir poco sfavorita: a pochi metri dallo schermo”.
“Non si tratta qui di difendere un privilegio, perché in questa condizione non c’è nulla di privilegiato. La sala non è attrezzata e non ci sono elevatori che consentano di vedere il film come tutti gli altri. E saremmo pronti a pagare un biglietto anche doppio, ma vorremmo – come avviene in altre strutture italiane ed estere – poter disporre di un ascensore e di posti come tutti gli altri”. “Se al cinema non mi ci vuoi non ci vengo. Basta si abbia il coraggio di dircelo”.
La questione del cinema non è un fattore isolato, ma si inserisce in un modo paradossalmente coerente in una città che ha sempre meno aree a misura di disabile. E se lo consentono spesso lo umiliano.
“I posti auto non permettono a un disabile che guida di scendere dall’auto perché non c’è spazio per la pedana laterale a sinistra. I distributori di benzina non applicano la convenzione regionale che permette di rifornirsi al servito con la tariffa del self-service. Sul lungomare non c’è modo per il guidatore di scendere, a pena di essere falciato o parcheggiare contromano, mentre il parcheggio dell’acquario non consente di scendere e rimontare per pagare il ticket”.
Non è solamente una questione di singoli ostacoli: è una battaglia continua ed umiliante dove col passare del tempo le barriere architettoniche aumentano invece di diminuire. L’accusa alla amministrazione attuale è diretta e senza sconti: “C’è il cestino che ingombra e sei davanti alle telecamere di Striscia La Notizia? Non ci mettere l’adesivo maledizione! Togli il cestino perché non ci si passa! Hanno fatto il nuovo palco a Garibaldi e poi ci mettono tre scalini? Dopo mesi si parla ancora di un appalto di gara per fare un semplice scivolo? E non si attacchino all’assenza della spalletta, perché in altre zone della città non ci sono”.
“Si ha la reale percezione di che cosa può significare una caduta grave per un disabile? Cadere di carrozzina e fratturarsi può significare rimanere ospedalizzati per tre mesi e neppure a Livorno, perché non c’è posto”.
“Hanno aperto nuovi negozi ma si costruiscono ancora scalini. Se vuoi una città veramente inclusiva a dimensione anche di disabile devi eliminare le barriere architettoniche in ogni cosa che progetti; ma a priori e non per toglierle dopo chissà quando. E’ disarmante: ma devo portarmi dietro uno scivolo per salire nei negozi? Ci vuole tanto a predisporre uno sconto sulle tasse ai negozi che installano uno scivolo? Ma gli uffici quando danno i permessi che fanno?”