SENTENZE – Dire ai suoi superiori che un medico è “incompetente” non è reato di diffamazione
31 maggio 2022 – SENTENZE – Dire ai suoi superiori che un medico è “incompetente” non è reato di diffamazione
Rivolgere una critica ai superiori di una dottoressa, utilizzando il termine “incompetenza” dopo essersi visti negare un trattamento medico che fino a quel momento era stato riconosciuto, non integra il reato di diffamazione, ma esercizio del diritto di critica.
Come sempre occorre tenere conto del contesto, inoltre nel caso in esame, anche se i toni utilizzati sono stati sferzanti, non c’è stata offesa al patrimonio morale della dottoressa.
Questo quanto afferma la Cassazione con la sentenza n. 20206-2022
All’imputata è stato contestato di aver offeso un medico, in un ricorso che la donna ha indirizzato al Direttore Sanitario della Asl, all’Assessore regionale e al Dipartimento per la salute e il walfare della Regione,dove affermava una “manifestata inesistente competenza professionale e una illogicità linguistica.”
La Cassazione però annulla senza rinvio la sentenza perché il fatto non costituisce reato.
Dalla analisi dei fatti la Cassazione rileva che quanto evidenziato dal difensore dell’imputata sul diritto di critica è fondato
Per la Suprema Corte occorre contestualizzare le espressioni ingiuriose e verificare che i toni del soggetto agente, anche se aspri, non risultino del tutto gratuiti, ma siano pertinenti al tema della discussione e proporzionati al fatto e a quanto si vuole esprimere.
Nel caso in esame le frasi utilizzate dall’imputata sono state ritenute rientranti nei casi del diritto di critica e non in un attacco gratuito al patrimonio morale della professionista.