Sequestrati oggetti contraffatti nascosti negli arenili. Tolti dal mercato 467.000 prodotti cinesi
Sequestrati oltre 12.000 oggetti contraffatti, 55 denunciati, oltre 467.000 articoli cinesi tolti dal mercato.
Terminata la stagione estiva. intenso il lavoro delle fiamme Gialle livornesi nel contrasto al commercio di prodotti contraffatti e non sicuri.
Sequestrate oltre 11.700 borse, occhiali,orologi e scarpe di note griffe francesi ed italiane, tutte contraffatte. Denunciati 55 soggetti.
Tolti dal mercato anche 467.000 articoli messi in vendita in violazione del codice del consumo (oggettistica per la casa, accessori per la persona e per la telefonia, giocattoli, filtri per sigarette, etc).
Comminate sanzioni amministrative a carico di 10 imprenditori.
Nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto del fenomeno della vendita di prodotti contraffatti e non sicuri nonché di tutte le manifestazioni di illegalità connesse, quali l’abusivismo commerciale, durante la trascorsa stagione estiva i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno fortemente hanno intensificato le attività nello specifico settore, considerata l’alta vocazione turistica della provincia che, come ogni anno, riversa migliaia di vacanzieri lungo tutta la costa labronica, dove, accanto ai commercianti e imprenditori che quotidianamente operano nella legalità, vi sono venditori abusivi senza scrupoli, intenti a vendere beni contraffatti.
Per questo motivo, dai primi giorni del mese di giugno a tutto settembre, i finanzieri del Gruppo di Livorno, in abiti civili, hanno intensificato la quotidiana attività di controllo economico del territorio, del centro cittadino e, soprattutto, del litorale della provincia (spingendosi fino ai lidi del comprensorio cecinese e rosignanese), per contrastare la filiera della distribuzione di prodotti contraffatti e/o non sicuri, effettuando 32 interventi e sequestrando 9.649 prodotti recanti marchi contraffatti delle più famose griffe del mondo della moda (Hogan, Prada, Michael Kors, Chanel, Vuitton, Giorgio Armani, Versace, Gucci, Moncler, Converse, Nike, Adidas ecc.), per un valore di mercato complessivo della merce pari a circa 300.000,00 euro, nonché denunciando alla locale Procura della Repubblica 21 persone, talune con precedenti specifici, di cui 7 di nazionalità senegalese, per i reati di contraffazione e ricettazione.
Ai beni contraffatti sequestrati dai militari del Gruppo, si sono poi aggiunti 451.217 “prodotti non sicuri” (accessori per telefonia e per abbigliamento, giocattoli per bambini ed accessori per la casa, oltre ad articoli vari), di provenienza cinese, non conformi alle indicazioni minime contemplate dal Codice del Consumo: tutti i beni sarebbero finiti nelle abitazioni degli acquirenti, ignari della scarsa qualità e dell’intrinseca pericolosità degli articoli che avrebbero comprato. Ai nove imprenditori segnalati alle competenti Camera di Commercio e Prefettura, potranno essere comminate sanzioni amministrative per più di 20.000 euro.
L’attività di controllo in argomento ha interessato, altresì, anche la parte più a sud della provincia labronica e l’Isola d’Elba, ed è stata ivi posta in essere dai Reparti del Corpo territorialmente competenti (Compagnie di Piombino e Portoferraio, Tenenza di Cecina, Brigata di Castiglioncello). In tale ambito, sono stati sequestrati ulteriori 2.085 prodotti recanti marchi contraffatti nonché 16.433 prodotti non sicuri, con la denuncia di altre 34 persone e la segnalazione alla Camera di Commercio e Prefettura di nr.1 imprenditore per la comminazione delle conseguenti sanzioni.
Particolarmente attenta è stata l’attività di pattugliamento che ha permesso l’individuazione di numerosi punti di raccolta della merce, ben occultata in prossimità degli arenili nonché all’interno della fitta vegetazione delle pinete, come nel caso dell’area prossima alle “spiagge bianche”, dove l’acume investigativo dei finanzieri ha permesso di scoprire un vero deposito di scarpe, borse, occhiali ed orologi contraffatti (quasi millecinquecento i prodotti ivi sequestrati) tali da far scaturire ulteriori denunce per le richiamate violazioni penali a carico di ignoti.
Per essere ammessi sul mercato italiano, i prodotti di importazione extra-europea devono, infatti, sottostare ai severi standard di conformità comunitaria: utilizzo di sostanze non tossiche e comunque in quantità “sotto soglia” di nocività, delle quali il consumatore deve essere adeguatamente informato per questioni di tolleranza individuale, indicazione della provenienza effettiva, del produttore e dell’importatore, il quale si assume la responsabilità della sicurezza del prodotto, indicazioni in lingua italiana sul corretto utilizzo da parte del consumatore finale, qualità della componentistica degli apparecchi elettronici, robustezza meccanica dei giocattoli destinati ai bambini.
L’azione repressiva, oltre ad evidenziare l’impegno operativo del Corpo nello specifico settore, in risposta ad un’esigenza sempre più avvertita dalla collettività, rimarca il ruolo di centralità della Guardia di Finanza nel comparto della tutela intellettuale, a salvaguardia del consumatore finale e degli imprenditori onesti: i prodotti recanti marchi “falsi”, infatti, oltre a poter causare pericoli per la salute, generano rilevanti danni economici alle imprese produttrici, causando fenomeni di sleale concorrenza commerciale, spesso correlate a fenomeni di evasione fiscale, in evidente danno sia del consumatore che dei commercianti onesti che operano nel pieno rispetto delle regole.
Non da meno il comparto della “sicurezza prodotti” è da sempre particolarmente presidiato dalle Fiamme Gialle labroniche, costantemente impegnate per impedire l’immissione in commercio di prodotti potenzialmente pericolosi per il consumatore finale oltre che, al pari dei prodotti contraffatti, forieri di forme scorrette di concorrenza commerciale. Si pensi che taluni prodotti sequestrati avevano una componente elettronica (tale, quindi, da suggerire una particolare cautela nell’uso) ed altri erano giocattoli per bambini con parti facilmente ingeribili.
Livorno, 4 ottobre 2017.