Sequestro di beni a bancarottiere. Gestiva gli affari di cooperative che poi “svuotava”
Livorno, 16 aprile 2019 – La Finanza gli sequestra mezzo milione di euro.
Dall’evasione di alcuni imprenditori edili alle fatture false di una società operante in porto. Gli imbrogli per non pagare le tasse non si fermano qui. Oggi è il turno di un albanese “bancarottiere”. Quarantenne, domiciliato a Livorno per gestire una serie di cooperative, le Fiamme Gialle gli hanno sequestrato Range Rover, Mercedes e Maserati oltre a 32 preziosi e articoli di alta orologeria, per un valore di quasi mezzo milione di euro. L’evasore già era imputato, dalla Procura di Livorno, insieme a 4 complici, come componente di un’associazione a delinquere responsabile di molteplici crimini: dalla bancarotta fraudolenta a quella semplice, dall’appropriazione indebita aggravata alla dichiarazione dei redditi infedele, dalla sottrazione al pagamento delle imposte all’indebita compensazione di crediti inesistenti e intestazione fittizia di beni. Però, dopo i provvedimenti restrittivi eseguiti nel 2017, che avevano colpito anche il cittadino albanese, gli investigatori della GdF di Livorno hanno esaminato la documentazione reperita nel corso delle perquisizioni. Così il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Livorno ha ricostruito la posizione fiscale del responsabile che, oltre ad aver compiuto i gravi reati, grazie a questi ha potuto incassare proventi illeciti, ricchezza criminale che, oltre alla sua origine illegale, è stata anche occultata al Fisco. Un milione e 200 mila euro l’illecito arricchimento dell’evasore totale conseguito dal 2013 al 2015. I Finanzieri hanno, inoltre, rilevato che l’entità dell’Irpef evasa superava la soglia dei 50 mila euro annui, tanto da configurare l’ulteriore fattispecie di omessa dichiarazione, punita con la reclusione da 18 mesi a 4 anni. L’evasore è stato, per questo, nuovamente denunciato alla Procura della Repubblica di Livorno. Il Sostituto Procuratore Dott.ssa Laura Guidotti ha quindi chiesto al GIP l’emissione di un provvedimento di sequestro “per equivalente”, sino a concorrenza dell’imposta evasa per 476.000 euro, eseguito nei giorni scorsi dalle Fiamme Gialle labroniche.