Si dimette il garante dei disabili. “Troppi attacchi ignobili e immotivati”
Melis:"Le barriere architettoniche non sono l'unico problema della città"
Livorno – Maurizio Melis, garante dei disabili si dimette dall’incarico. La lettera di dimissioni con le motivazioni.
“La mia decisione di rimettere nelle mani del Sindaco l’incarico di Garante delle persone con disabilità deriva da importanti problemi di salute incompatibili col ruolo che il Sindaco mi ha chiamato a ricoprire ma soprattutto dall’atteggiamento di contestazione di cui sono stato oggetto in questi 5 mesi di attività, durante i quali ho ricevuto attacchi che non riguardavano il Garante nel suo operato, che avrei interpretato come una legittima critica e che mi avrebbero consentito di migliorare, ma bensì la mia persona, che è stata oggetto di ignobili e immotivati attacchi e insulti sul piano personale già dal giorno successivo alla mia nomina (!!!) da parte di figure che anziché agire in prima persona, rappresentando cioè quello che sarebbe stato un legittimo punto di vista, si arrogano il diritto di parlare in rappresentanza di tutti i disabili, ignorando volutamente la vastità del mondo della disabilità e le miriadi di problematiche che esistono nel mondo, in Italia e a Livorno e che chiedono tutte indistintamente di essere risolte.
Sono stati portati a galla in questi mesi da questi personaggi problemi che esistono in città da decenni e che si pretendeva, evidentemente, che la figura del Garante risolvesse con la bacchetta magica. Tutti problemi legati esclusivamente alle barriere architettoniche, come se queste fossero l’unico problema in città e non ci fosse invece un problema di educazione civica generale, permeato sia nelle istituzioni che nella cittadinanza, con diritti lesi importanti, come la richiesta disperata dei genitori di bambini e ragazzi autistici che non hanno un centro dove poter svolgere l’attività, anziani che non riescono ad essere accettati nelle RSA, diabetici pluriamputati che non riescono ad avere un parcheggio riservato, studenti disabili coi soliti problemi di assistenza scolastica, una persona disabile chiusa in casa da un anno perché non si riesce a costruire un ascensore perché non si sa a chi appartiene il terreno su cui dovrebbe insistere, altri disabili che non riescono a ricevere cure dalla ASL… E non sono che pochi esempi delle miriadi di cose da affrontare.
Ma ripeto, se la contestazione (che tutti hanno il diritto di portare avanti) fosse rientrata nell’alveo del mio incarico, non avrei potuto che chinare la testa e cercare di impegnarmi di più nei miei compiti. Invece è sfociata nell’insulto personale, nel delegittimare la mia figura adducendo le motivazioni più risibili, come il fatto che ignorassi i problemi della città perché non nativo di Livorno, o addirittura non conoscere le esigenze delle persone in carrozzina perché, nonostante sia poliomielitico dall’infanzia, riesco a camminare e uso la carrozzina solo saltuariamente.
La meschinità (e il mio limite di sopportazione) ha raggiunto l’apice quando qualcuno si è permesso di insultarmi e sbeffeggiarmi andando volutamente nel negozio dove lavora a mia figlia in città.
Mi consola di aver adoperato questi 5 mesi per spianare la strada a chi mi sostituirà nell’incarico sia in termini burocratici, avendo dovuto nel vero senso della parola “costruire” un ufficio che prima non esisteva, trovando allocazione, mezzi tecnici, risorse finanziarie, sia in termini di un tessuto di relazioni all’interno del palazzo comunale e con le altre realtà cittadine.
Nei prossimi mesi inizieranno i lavori del PEBA (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) fortemente voluto da questa giunta. E’ stato raggiunto l’accordo col CIP (Comitato Italiano Paralimpico) per la realizzazione di uno sportello presso l’URP del Comune su dove indirizzare le persone disabili che intendono fare sport. Mi sono relazionato con l’Autorità Portuale per il piano di abbattimento delle barriere architettoniche in Fortezza Vecchia (recentemente illustrato in una conferenza stampa), col comandante e la vicecomandante dott.ssa Pedini per la realizzazione di un’app che i cittadini potranno utilizzare per segnalare le prepotenze di chi parcheggia nei posti riservati o in prossimità degli scivoli…
Insomma, la città è decisamente viva e sembra cambiare atteggiamento riguardo alle problematiche delle persone disabili. Certo, siamo ben lontani dalla perfezione e molto c’è da fare, ma qualcosa si sta muovendo e non riconoscerlo significa solo bloccare questi pochi, piccoli passi che potrebbero portare lontano.
Ma quello che mi terrò da questa esperienza sono l’apprezzamento e le mail delle persone che mi hanno ringraziato per aver risolto un loro problema e che sono la dimostrazione che si può ottenere dei risultati senza bisogno di clamore mediatico, mettendo avanti i problemi delle persone all’esigenza di apparire sempre e a qualsiasi costo. Un esempio su tutti? Sono stato interpellato perché i cestini che l’AAMPS andava posizionando in città erano di intralcio al passaggio delle persone con difficoltà motorie. Io non sono andato a protestare dal Sindaco e dall’Assessore per accendere i riflettori su di me, non ho chiamato “Striscia la notizia”, ma ho contattato direttamente l’AAMPS che non solo ha risolto i singoli casi, ma ha dato istruzioni agli operatori perché dessero la giusta attenzione alla problematica, infatti non ho avuto altre segnalazioni.
Attenzione, con questo non voglio dire che chi protesta è in torto. Molto del lavoro che ho portato a compimento è frutto delle lecite proteste e segnalazioni portate avanti nel passato per accendere i riflettori sulle problematiche delle persone con disabilità! Dico solo che è necessario distinguere tra chi protesta e si ferma lì, aspettando la prossima occasione per protestare e mettersi in mostra e chi invece alla protesta fa seguire un’azione di collaborazione con la pubblica amministrazione e gli enti. E’ a questo che doveva servire la figura del Garante, cioè a mettere in contatto il cittadino con le istituzioni rappresentando nei confronti di queste ultime un interesse universale, non l’esigenza di un singolo.
A me è sempre più interessato “fare”, piuttosto che “far vedere di fare”, che spesso purtroppo corrisponde a non fare proprio niente. Spesso coloro che urlano lo fanno per bisogno di attenzione, e la rabbia con cui esprimono i propri pensieri talvolta manda un messaggio distorto a chi ascolta. Insomma dei messaggi che hanno un fondamento ineccepibile e umanamente comprensibile possono arrivare a chi ascolta come delle pretese, se non si traslano questi pensieri nella realtà. All’esterno passa talvolta il messaggio della persona disabile perennemente rancorosa che ce l’ha col mondo che ritiene responsabile della propria disabilità.
Cerco di spiegarmi: alcune persone minacciano di boicottare la fruizione di un monumento come la Fortezza Vecchia perché non è completamente accessibile. Il principio, come ho appena affermato, è ineccepibile: tutti devono poter fruire di un bene perché la Costituzione nell’articolo 3 recita che tutti i cittadini sono uguali “senza distinzioni di condizioni personali e sociali”, che queste persone hanno tradotto con un “se ci puoi andare tu (normodotato, ndr) ci devo poter andare anche io (disabile, ndr)”.
Chi potrebbe, moralmente e sociologicamente, essere contro un assunto del genere? Io no di certo. Eppure è necessario portare questo concetto su un piano più pragmatico: io, disabile, non posso pretendere di impedire l’accesso alla Fortezza a tutti i livornesi perché delle barriere architettoniche mi impediscono di accedere. Sarebbe come stare ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti e chiedere di impedire l’accesso a tutti perché io non posso salire le scale.
Qui c’è un aspetto che artatamente si vuole ignorare: l’Autorità Portuale attua finalmente dopo anni di impedimenti burocratici un piano di abbattimento delle barriere architettoniche. Mi sembra assurdo e strumentale volerne bloccare l’accesso sino alla realizzazione completa del piano. E che si farà allora quando, alla fine dei lavori, si scoprirà che il Mastio della Fortezza non sarà raggiungibile da un disabile in carrozzina e non potrà mai esserlo? Si continuerà ad impedire a tutti i livornesi e ai turisti di godere del monumento simbolo della città? Farlo è strumentale, anacronistico e irreale. Significa non voler riconoscere anche quel poco che qualcuno finalmente riesce a fare.
L’assurdità di certi comportamenti e gli attacchi alla mia figura mi causano uno sconforto che gli innumerevoli attestati di stima che ho ricevuto in questi giorni non riescono a lenire. La contestualità delle contestazioni alle istituzioni e la mia nomina non possono non farmi sospettare che le due cose siano collegate. Allora, se come credo sono io la causa di queste contestazioni, mi faccio da parte, se questo è il bene della città.
Aspetto e spero vivamente che le persone che contestano in maniera strumentale si candidino a ricoprire il mio ruolo, giacché sono evidentemente convinte di avere delle soluzioni più adeguate di quelle che ho io. Se non lo facessero, dimostrerebbero ancora una volta che quello che interessa loro è che i problemi permangano per dar loro il modo di mettersi ancora una volta in vetrina per dimostrare di lottare per la risoluzione di problemi che a loro non interessa risolvere.
A chi mi seguirà lascio una situazione che ha bisogno di tanto lavoro e impegno. Io non ho conosciuto le amministrazioni passate e non posso giudicare se l’attuale sia migliore o peggiore per quanto riguarda i servizi per i disabili. So però che l’atteggiamento delle istituzioni e dell’opinione pubblica sta lentamente cambiando ed è necessario “sfruttare” questa tendenza per pretendere il diritto ad un mondo, e in fattispecie alla nostra città, più vivibile, più accogliente, più inclusivo.
E’ la “cultura della disabilità” che deve entrare in tutti noi. Oggi dobbiamo tutti essere consci che di fianco a noi c’è o ci potrebbe essere una persona con delle esigenze particolari che non possiamo, nel 2018, più ignorare. C’è da lavorare nel campo dell’istruzione, della sanità, del lavoro, della cultura. Insomma, c’è tanto da fare.
Io ringrazio intanto tutte le persone con cui mi sono relazionato all’interno dell’Amministrazione comunale, dal Sindaco agli assessori, la sig.ra Gabbrielli, il Capo di Gabinetto dott. Bertelli, i già nominati Comandante della PM dott. Pucciarelli e la vicecomandante Dott.ssa Pedini per la disponibilità e l’attenzione con cui hanno recepito le mie continue segnalazioni”.
Maurizio Melis
Livorno, 22 giugno 2018