Sicurezza e lavoro portuale, USB incontra l’Autorità Portuale. Il punto sulla piattaforma sindacale USB nel porto di Livorno
Nella giornata di ieri, giovedì 18 maggio, i delegati USB Porto hanno incontrato i vertici dell’Autorità di Sistema Portuale. All’odine del giorno i temi della sicurezza, della riorganizzazione del lavoro portuale e la situazione dell’art 17 ALP SRL.
Nel corso di quest’ultimo anno di attività sindacale USB porti Livorno è riuscita, insieme ad altri soggetti e attraverso un lungo lavoro di pressione con l’Autorità Portuale e Assessore Comunale, ad ottenere l’installazione di un presidio medico in una zona portuale ad alta densità di lavoratori. Presidio che è stato tutt’ora confermato. Un risultato importante.
Nonostante ciò, i problemi che gravano sul porto di Livorno sono ancora molteplici. Alcuni in fase di risoluzione altri invece arenati per colpa delle politiche adottate e delle pressioni da parte delle categorie datoriali. Numerose segnalazioni sono state fatte in questi mesi all’Adsp per situazioni che violavano la Legge vigente 84/94. Segnalazione finite nel niente ed è solo grazie al coinvolgimento della Capitaneria di Porto e della Prefettura che USB è riuscita a fermare l’autoproduzione su una linea del nostro scalo. Un fenomeno che lede direttamente il lavoro portuale.
Riscontriamo ormai da mesi, per non dire anni, l’immobilismo degli Organi competenti nell’arginare il ricorso eccessivo agli straordinari; risolvere le mancate applicazioni del CCNL porti ai lavoratori che svolgono cicli di lavoro portuale (spesso questi lavoratori hanno contratti Multiservizi e facchinaggio pagati pochi euro l ‘ ora e nessun integrativo applicato). Un immobilismo a nostro avviso grave che comporta un abbassamento progressivo dei livelli di sicurezza.
Problematiche alimentate anche dalla “anomalia” del nostro scalo con la presenza di 3 art. 16 usati dai vari terminal come meri fornitori di manodopera e utilizzati per produrre concorrenza al ribasso con l’aggiudicazione dei contratti di appalto.
Un sistema quello appena descritto lasciato libero di “degenerare” dalle Autorità e dai sindacati concertativi che rischia di andare a smantellare definitivamente il lavoro portuale. Basse tariffe portano a bassi salari “costringendo” il lavoratore ad un uso massiccio dello straordinario per portare a casa uno stipendio adeguato mettendo a rischio se ed i propri colleghi.
Per questo come USB ormai da quasi un anno stiamo cercando di proporre una soluzione così come è stato fatto in altri porti. Un pool unico di manodopera art 17.
La natura legislativa di questo articolo eliminerebbe ogni dumping tariffario dato che la tariffa è unica e decisa dall’ Adsp. Questo risolverebbe gran parte dei problemi che affliggono il nostro porto e i nostri compagni portuali, abituati ormai a farsi la “guerra” tra loro per l’aggiudicazione di un appalto con il conseguente aumento dei carichi di lavoro.
Con i vertici dell’Autorità di Sistema Portuale abbiamo discusso di questi temi in un lungo incontro durato oltre due ore.
Abbiamo portato queste proposte anche nelle recenti riunioni tenutesi tra gli RLS di Sito del porto, gli RLS aziendali e i vari delegati. (Una delegazione di USB è anche presente al convegno odierno sulla sicurezza promosso dagli RLS di Sito).
Registriamo con soddisfazione che la volontà da parte della maggioranza è quella di risolvere la problematica del ricorso eccessivo agli straordinari. Ci sono casi in cui si raggiungono i 50/60 turni mensili a persona su un contratto che ne prevede 26 + 4 di straordinario!
Nonostante la volontà collettiva degli di risolvere problematiche comuni in favore di una maggior sicurezza abbiamo riscontrato nelle Segreterie di alcuni sindacati una certa riluttanza nell’ adottare misure forti in questo senso.
Sarà forse perché due segretari sono impiegati da anni come dipendenti dell’Adsp e addirittura siedono anche nel tavolo del partenariato e nella commissione portuale. Stesse persone sia tra i “controllori” che tra i “controllati”…
Per affrontare alla radice questi problemi è importante rivedere completamente l’organizzazione del lavoro in porto. Eliminare la concorrenza e andare a imporre condizioni migliori ad armatori e terminalisti che, negli ultimi anni, hanno visto i propri profitti aumentare a dismisura. Non esiste crisi in questo settore.
Contemporaneamente abbiamo deciso di sostenere la campagna nazionale e lo sciopero generale del 26 maggio per ottenere aumenti salariali STRUTTURALI in paga base così come è stato fatto in Germania e Regno Unito; Altrimenti la “guerra” tra lavoratori per un turno in più, per uno straordinario in più non cesserà mai.
Per questo invitiamo tutti i lavoratori portuali ad aderire allo sciopero generale nazionale del 26 maggio e partecipare alla manifestazione che si svolgerà presso la rotatoria del Ponte Genova dalle ore 6:00.
Per ultimo ma non certo meno importante, vogliamo sottolineare l’importanza della due giorni di convegni, organizzata dal Comune di Livorno e dall’assessore Bonciani dal titolo “il Porto delle donne” alla quale siamo stati invitati e abbiamo partecipato.
Un’iniziativa importante che avuto il merito di mettere intorno ad un tavolo ospiti di livello estremamente competenti.
Ma soprattutto ha saputo far emergere tutta una serie di criticità, contraddizioni, piccole e grandi discriminazioni che le donne subiscono nei posti di lavoro in generale e in particolare in ambito portuale e marittimo. Importante che sia stata la nostra città a fare da apripista su questi temi.