Sindacati: NO a Case della Salute Private SI al SSN pubblico
NO a Case della Salute Private SI al SSN pubblico equo e solidale
CGIL CISL E UIL-M. CAVALLINI, D.PARRINI,P.CAMELLI
Apprendiamo dalla stampa dell’apertura di una casa della Salute privata all’Attias.
Nei numerosi incontri sindacali Regionali ed Aziendali non si è mai parlato di case della salute private, si sono invece analizzati i dati per capire come provare a dare risposte pubbliche alle lunghe liste di attesa e degli imminenti interventi per la ristrutturazione di alcuni presidi che dovranno dare origine a case della salute (via del mare, poliambulatorio, via Peppino Impastato etc…..).
Ci pare proprio una grande bufala o meglio ancora un inappropriato spot pubblicitario prodotto da Medici di Medicina Generale che, lo ricordiamo, hanno un vincolo di correttezza e lealtà verso il Servizio Sanitario nazionale.La bufala diventa ancora più grande quando si ipotizzano perfino percorsi verso ambulatori specialistici privati non convenzionati con la Asl a cui indirizzare cittadini;
Ci aspettiamo dalla Direzione Aziendale una smentita di quanto affermato dai Medici di Medicina Generale e, nel caso si riscontrassero comportamenti in contrasto con i vincoli dell’accordo nazionale di Medicina Generale, i dovuti provvedimenti.
Come Organizzazioni sindacali siamo fortemente preoccupate della deriva privatista, che sta prendendo la Sanità a livello nazionale e ancor più a livello Provinciale. Abbiamo sempre denunciato l’esistenza nel paese di un’emergenza sanità dettata anche dalle politiche di riduzione dei finanziamenti che impediscono l’effettiva eguaglianza dell’accesso alla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione.
Forte della richiesta altissima che crea tempi di attesa biblici, in assenza di un governo della salute pubblica, si stanno aprendo spazi al mercato privato che si sta auto organizzando in funzione del profitto. Quello sanitario è uno dei settori più redditizi e trainanti nell’economia Nazionale, ed ha forti ripercussioni sull’economia locale colpita fortemente dalla crisi.
Da molto tempo sul nostro territorio, grazie anche all’incessante pressione sindacale, si spinge per dar vita alle costituzione delle Case della Salute complesse in attuazione della normativa regionale, risposta che attualmente riteniamo necessaria per superare il disagio e per dare risposte in tempo reale alle esigenze diagnostiche e di primo intervento. Il nostro territorio sulle case della salute pubbliche è in forte ritardo.
Avevamo apprezzato uno spiraglio che si apriva su possibili soluzioni condivise, con strutture pubbliche che in questi mesi hanno visto l’avvio di percorsi di riconversione in tal senso.
Improvvisamente compare la casa della salute privata quale presunta risposta immediata che tale servizio, per come appare sulla stampa, darà ai cittadini e, ciliegina sulla torta, la possibilità di ridurre l’annoso problema delle liste di attesa “per le visite specialistiche indirizzando l’utenza nello studio difronte formato da specialisti”.
E’ bene precisare che non esistono e non possono esistere Case della Salute private e neppure convenzionabili.
Più in generale l’iniziativa dei Medici di medicina Generale, riportata dalla stampa, ripropone all’Azienda il tema di accellerare l’iniziativa per un piano di sviluppo dei servizi territoriali che a Livorno sono il vero tallone d’Achille della Sanità Pubblica.
Ed è anche urgente una iniziativa aziendale che sappia valorizzare per prima cosa tutte le potenzialità pubbliche e partire dalle grandi disponibilità che può offrire un accordo con i medici dipendenti che svolgono attività intramoenia e che possono,loro si, con il loro tempo e rispettando il vincolo contrattuale con l’azienda pubblica, accogliere pacchetti di prestazioni a tariffa ticket pur restando all’interno delle agende cup e dei relativi percorsi diagnostici assistenziali.
La scelta, se confermata dall’azienda sanitaria nord-ovest, non appare coerente con la programmata ristrutturazione delle strutture pubbliche così come anche il 23-4 riportato dalla stampa. Quale l’utilità di spendere soldi pubblici nelle ristrutturazioni, dal momento che si sottende che le strutture private, a parità di costi, daranno un servizio uguale se non migliore? Se il privato riesce dove il pubblico non arriva, bisogna ripensare l’organizzazione, mantenendo l’universalità del diritto alla salute.
Se ad oggi le liste di attesa sono uno dei problemi che non si riesce a contrastare, l’altro nodo sta nella difficoltà a reperire personale per il SSN (vedi diagnostica d’immagine), mentre si apprende che in privato ce ne sono e “nello studio di fronte”. Le strade facili passeranno dallo scarso controllo e dall’elusione dei CCNL garanti del diritto e della dignità dei lavoratori?
Se da una parte i medici sono legati ad un’utenza che da importanza anche alla logistica e alla dislocazione degli ambulatori, dall’altra sarebbe bene ricordassero che l’utenza proviene dalla convenzione ASL. Non è delegando al privato competenze del SSN che si realizza il diritto universale alla salute sancito dalla Costituzione.