Cronaca 15 Luglio 2019

Situazione ospedale, sopralluogo del consigliere regionale Pecori

Livorno – Il rapporto del consigliere regionale Monica Pecori dopo la visita all’ospedale di Livorno per verificare con mano le criticità del servizio sanitario segnalate dal sindacato Fials

La situazione verificata dalla consigliera regionale Monica Pecori:

 

“Nei giorni scorsi mi sono recata al presidio ospedaliero di Livorno per prendere visione delle criticità segnalate in una dettagliata esposizione dei fatti da parte del Sindacato FIALS.

Al pronto soccorso dove numerosi erano i pazienti in attesa, quello che mi è saltato subito agli occhi sono stati i pazienti presenti nelle sale “open”, denominate A, B, C, pazienti in barella che mediamente aspettano anche 25 ore per essere inviate ai reparti.

Non si tratta della parte dedicata all’osservazione breve, bensì di pazienti già “processati”, per il quale il personale del pronto soccorso ha già svolto il proprio compito di diagnosi e stabilizzazione, che aspettano un posto letto per essere curati e che invece si trovano costretti su una barella, assistiti dal personale del pronto soccorso che in teoria dovrebbe dedicarsi alle attività appunto di pronto soccorso”.

“Il frutto della riorganizzazione voluta dal Governatore Rossi”

 

“Il motivo? La carenza cronica dei posti letto, frutto della riorganizzazione voluta dal Governatore Rossi, per la quale non sono rispettati, a Livorno, le stesse percentuali da lui stesso previste, (3,15 posti letto ogni 1000 abitanti, inferiori ai 3,7 previsti dal Decreto Balduzzi 2012), bensì si continua a mantenere una misera percentuale del 2,19 e gli effetti sono a mio avviso devastanti.

Per rattoppare la carenza cronica dei posti letto e il relativo intasamento del pronto soccorso (tralascio la questione delle Case di salute, ad oggi inesistenti), la Usl Nordovest si è inventata i posti “buffer”, (tampone, in inglese), che dovrebbero servire a tamponare carenze ormai cronicizzate.

Più che tampone è una toppa, peggiore del buco”.

E dove sono questi “buffer”?

 

“Nel presidio ospedaliero è presente, al sesto padiglione primo piano, il reparto di week surgery che per definizione dovrebbe accogliere pazienti chirurgici, su attività programmata, dal lunedì al venerdì e che quindi basa l’assistenza con personale dedicato ai pazienti in fase postoperatoria.

Il reparto è dotato di 23 posti letto nell’ala prossima al blocco operatorio e di altri 20 posti letto dalla parte opposta del corridoio: si tratta di 20 ricoveri chiusi nel periodo estivo e durante l’anno sottoutilizzati, in quanto il numero degli interventi programmati è condizionato dal numero dei tavoli operatori attivi che rimangono ridotti per la carenza di personale. Inoltre, infermieri ed operatori socio sanitari sono impegnati anche alle attività di chirurgia ambulatoriale che va dalla biopsia epatica alla vertebroplastica all’ago TAC polmonare, tutte prestazioni che necessitano una particolare assistenza”.

Cosa accade quotidianamente nel reparto di week surgery

 

“Quello che invece accade quotidianamente è che, soprattutto la notte, nel reparto i posti letto vengono sistematicamente occupati da pazienti provenienti dal pronto soccorso (quando viene superato il periodo massimo consentito di stazionamento in barella) che necessitano di ricovero in medicina.

Pazienti che hanno diritto e necessitano di un’assistenza che non è chirurgica bensì medica così nel reparto si viene a determinare una promiscuità di patologie decisamente sconsigliata in termini di rischio clinico

Questa attività si svolge anche nei giorni nei quali ovviamente il reparto dovrebbe restare chiuso sabato e domenica il personale ovviamente non è presente e viene sostituito da personale interinale infermieristico (perché mancano anche al reparto di week surgery).

Mi sorprende il fatto che nello stesso reparto, l’ala che contiene 20 posti letto resti chiusa mentre con un’implementazione di personale si potrebbe svolgere un’attività di medicina, vista l’evidenza oggettiva che il secondo padiglione non ce la fa ad accogliere tutti i pazienti dal pronto soccorso dove, come già detto, i pazienti sono costretti a restare in barella oltre 24 ore”.

Una Gestione USL che guarda più al risparmio che alla salute

 

“Questa è l’ennesima conseguenza di una gestione, da parte della Usl Nordovest e della Regione Toscana approssimativa, di una programmazione priva di lungimiranza che guarda molto al risparmio e molto poco alla salute dei cittadini livornesi.

Aggiungo inoltre che a mio avviso, l’accordo azienda-confederali (giustamente rigettato dal sindacato Fials), di assunzione temporanea di 70 tra infermieri e Oss che copriranno quindi solo per il periodo estivo alcuni reparti, in un territorio aziendale che comprende 11 presidi ospedalieri e 13 stabilimenti, perennemente in affanno, ovunque, per carenza di personale, sia assolutamente insufficiente”.