“Sporti di tutti (o quasi) – Inclusione di alcuni ma non di tutti”, Melis TDS si appella alla Vezzali
“La Toscana Disabili Sport è una ASD fondata nel 2016 con sede a Livorno e che opera su un’ampia parte del territorio regionale toscano.
L’Associazione ha appena presentato domanda di partecipazione al progetto “Sport di Tutti – Inclusione” (attenti a queste parole), che ha come oggetto “SOSTEGNO DI PROGETTI DI SPORT SOCIALE REALIZZATI DALL’ASSOCIAZIONISMO SPORTIVO DI BASE A FAVORE DI CATEGORIE VULNERABILI E SOGGETTI FRAGILI“.
La TDS si è vista respingere la domanda poiché non risulta iscritta nel registro delle società del CONI.
Praticando infatti la TDS le discipline del basket in carrozzina e del nuoto paralimpico, questa risulta iscritta esclusivamente al CIP-Comitato Italiano Paralimpico.
Questo comporta l’iscrizione nel registro parallelo del CONI che, prima dell’elevazione del CIP al rango di Istituto di diritto pubblico (Decreto Legislativo n. 43 del 27 febbraio 2017) era unico.
L’iscrizione al registro CONI risulta conditio sine qua non per la partecipazione a molti bandi e qualifica che ufficializza una società sportiva come tale.
Fatto sta che da questa “divisione” le società sportive paralimpiche risultano iscritte ad un “limbo” che, di fatto, le ghettizza e non le rende di pari livello alle altre società sportive.
Di fatto, questa esclusione comporta una forma di discriminazione (diretta o indiretta sta al giudice stabilirlo) nei confronti delle società parlimpiche e dei suoi atleti con disabilità, ai sensi della Legge 67 del 2006.
Entrando invece nella semantica delle parole, che include doverosamente l’etica delle stesse, riteniamo oltraggioso, oltre che risibile, che un progetto con tale titolo (che modificherei in “Sporti di tutti (o quasi) – Inclusione di alcuni ma non di tutti”), emanato da un organismo filogovernativo (“Sport e salute”, Società per azioni costituita in forza dell’articolo 8 del decreto legge 8 luglio 2002 n. 138 strappandolo di fatto alla gestione del Coni) faccia tale assurda ed anacronistica discriminazione.
Invio questa “lettera aperta” al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport on. Maria Valentina Vezzali affinché intervenga con immediatezza per porre fine a questo obbrobio discriminante che fa a pugni con l’oggetto stesso del progetto e con la stessa norma citata che eleva il CIP al pari grado del CONI, e invito il presidente nazionale CIP dott. Luca Pancalli ad intervenire in tal senso, restituendo dignità allo sport paralimpico, relegato di fatto con questo episodio, ma anche in tanti non noti quotidiani che non salgono agli onori della cronaca, al rango di sport di secondo livello, con discriminazioni che offendono l’impegno di tutti gli atleti paralimpici e di tanti dirigenti sportivi come il sottoscritto, che dedicano la propria vita ad offrire a tanti ragazze e ragazzi, donne e uomini, un’opportunità di vita, di riscatto personale e di crescita della propria autonomia e autostima” .
IL PRESIDENTE TDS
Maurizio Melis