Stop cedolare secca negozi, ANIA e Casa Mia denunciano la distruzione del sistema economico italiano
Livorno 16 dicembre 2019 – Ania e Casa Mia denunciano la pesante situazione dei piccoli proprietari di fondi commerciali in Italia dopo lo stop del Governo alla cedolare secca sugli affitti: “Il Vice Segretario Nazionale Andrea Monteleone del Sindacato inquilini ANIA e la Presidente Cetty Moscatt dell’Associazione Proprietari CASA MIA denunciano l’incoscienza dimostrata dai componenti della Commissione Bilancio del Senato che non hanno prorogato la Cedolare Secca al 21% per le locazioni commerciali.
Chi non ha permesso la proroga di questa norma probabilmente vive su un altro pianeta o quantomeno non in Italia.
Da anni discutiamo della crisi, ormai endemica, che attanaglia il nostro paese, che si è sempre vantato di avere un sistema economico commerciale formato da micro imprese che di fatto sono la spina dorsale della nostra economia.
Si assiste quasi giornalmente nelle TV e sui quotidiani a maratone di esperti con fiumi di chiacchiere sulla peculiarità del nostro sistema imprenditoriale formato da microimprese che stanno soffrendo pesantemente la crisi economica e la nefasta concorrenza delle multinazionali che nel tempo si stanno imponendo con i loro centri commerciali e le loro grandi catene di distribuzione.
Consapevoli di tutto ciò cosa tirano fuori dal cilindro i nostri esperti rappresentanti politici? L’abolizione della Cedolare Secca per le locazioni commerciali, ritornando alla pesante imposizione fiscale che colpisce il proprietario dei muri, e conseguentemente il conduttore del locale che deve subire un canone di locazione maggiorato per coprire l’elevata fiscalità.
L’ANIA e CASA MIA da tempo sono impegnati affinchè la Cedolare Secca venga applicata a tutte le locazioni non abitative affinchè si possano rimodulare i relativi canoni di locazione verso il basso dando un po’ di respiro ai conduttori e fiscalmente anche ai proprietari, con la conseguenziale diminuzione del numero degli sfratti per morosità.
Ci vantiamo di avere un sistema di microimprese artigianali di altissimo livello qualitativo che purtroppo arranca a causa della concorrenza delle multinazionili ed invece di aiutarlo con una imposizione fiscale più bassa, ci si “inventa” l’abolizione della Cedolare Secca.
Il Dr. Andrea Monteleone assieme alla collega Cetty Moscatt invitano il Governo Nazionale a rivedere la loro posizione in merito alla Cedolare Secca sulle unità non abitative riconfermandola per il prossimo anno e anzi abbassandone l’aliquota al 10% estendendola anche alle altre categorie catastali, oltre la C/1, con una speciale attenzione ai locali con destinazione d’uso Artigianale C/3.
Questa rimodulazione darebbe certamente nuova linfa alla sopravvivenza delle nostre “botteghe” che da sempre animano i Centri Storici delle nostre splendide città, salvaguardandole dallo spopolamento e desertificazione commerciale oltre al conseguenziale degrado urbano.
Altro auspicabile intervento sarebbe sull’abbattimento delle imposte comunali gravanti pesantemente sulle unità immobiliari non abitative”.