Cronaca 3 Giugno 2022

“Stop Comprensivi” l’intervento del comitato dopo la costituzione dei 9 nuovi comprensivi

Livorno 3 giugno 2022

L’intervento di Stop Comprensivi, dopo l’annuncio della vice sindaco Camici della chiusura del procedimento e dell’istituzione di 9 comprensivi dall’anno scolastico 2022-2023

Dopo mesi di stallo, caratterizzati dal rifiuto di audire in VII commissione il comitato “Stop Comprensivi”, l’amministrazione comunale torna ad occuparsi del dimensionamento scolastico.

Lo fa attraverso un incontro di monitoraggio che si è svolto online martedì 31 maggio e a cui hanno preso parte l’amministrazione comunale, il provveditore Andrea Simonetti, i Dirigenti Scolastici e un gruppo di docenti individuati tra scuola primaria e secondaria.

Contrariamente a quanto garantito dal sindaco Salvetti non sono stati invitati i docenti che avevano partecipato ai vari tavoli di discussione con il Comune:

il sindaco si era impegnato affinché quel ristretto gruppo di docenti potesse seguire in maniera costante tutti i lavori sui comprensivi, ma così non è stato.

A margine dell’incontro abbiamo potuto leggere le dichiarazioni trionfalistiche della vicesindaca Camici alle quale replichiamo volentieri in quanto lo stato delle cose ci appare alquanto differente.

Innanzitutto gli accorpamenti e i frazionamenti delle scuole cittadine porteranno diversi docenti a spostarsi dalle scuole in cui attualmente insegnano, causando dal prossimo anno una perdita di continuità didattica con le classi e il resto del collegio docenti.

Ci saranno casi in cui per completare la propria cattedra, diversi docenti dovranno essere spalmati su tre diversi comprensivi.

Anche l’offerta formativa, almeno in questo anno di passaggio, risulta impoverita.

Alcuni dirigenti hanno scelto di rinunciare almeno momentaneamente a progetti e prassi didattiche (es. la richiesta di madrelingua per progetti di potenziamento linguistico) a causa della comprensivizzazione in corso perché impossibilitati a fare domanda su scuole che andranno a cessare la loro forma giuridica al 31/8 o perché al momento delle richieste mancavano ancora i codici meccanografici dei nuovi istituti.

 

Ci pare poi imbarazzante leggere che non ci saranno tagli in seguito alla comprensivizzazione.

Sul territorio, al posto di 12 tra circoli didattici e scuole medie, si creeranno 9 istituti unici (di circa 1000 utenti ciascuno), accorpando le dirigenze e le segreterie di tre istituti in un unico servizio; il quale, a differenza di ora, dovrà operare su tre ordini di scuole.

Si perderanno così tre Dirigenti Scolastici e tre DSGA, nonostante nella legge di Bilancio 2022 sia presente una norma che garantirebbe alle scuole con 500 alunni un D.S. e un DSGA.

 

Come si fa a non pensare che l’operazione non sia innanzitutto una razionalizzazione economica?

C’è poi la questione dei collaboratori scolastici che al momento sembrano confermati in blocco, ma nel tempo subiranno una contrazione dell’organico di diritto che sarà indicativamente rimpiazzato con organico di fatto: in pratica posti precari al posto fissi.

Durante il tavolo di monitoraggio la vicesindaca ha espresso la volontà di ricevere dai Dirigenti Scolastici l’individuazione delle aree tematiche sulle quali il Comune vorrebbe investire delle risorse per integrare i nuovi Istituti Comprensivi.

Anche in questo caso si ignorano i meccanismi della scuola: sono i collegi docenti, l’organo collettivo della scuola, ad avere la responsabilità sulle questioni didattiche.

Ma la vicesindaca ci ha abituato alla sua idea di scuola dall’alto: continua ad ignorare chi si occupa di didattica e a cercare un dialogo esclusivo con i Dirigenti Scolastici.

Fortunatamente alcuni dei dirigenti presenti al tavolo le hanno ricordato che prima di progettare insieme, i docenti dei nuovi istituti dovranno incontrarsi, conoscersi e confrontarsi e in seguito stabilire su quali linee progettuali muoversi.

Il percorso si costruisce dal basso, con il confronto, non si impone o si cala dall’alto, come tante decisioni prese dalla vicesindaca nel suo mandato.

Permane in quest’ottica il problema degli spazi: gli istituti comprensivi accorpano scuole distanti tra loro:

dove avverrà la progettualità? In che spazi saranno svolti i collegi docenti? In quali ore si faranno le tanto pubblicizzate lezioni in continuità verticale? Come si integrano tipologie contrattuali diverse all’interno di una programmazione verticale?

 

Domande che da tempo abbiamo rivolto all’amministrazione comunale nella figura della vicesindaca Camici, la quale come ormai è noto rifiuta il confronto con chi pone dubbi sul progetto, ma a differenza sua la scuola la conosce, la vive e la costruisce ogni giorno.

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