Cronaca 7 Giugno 2018

Suicidio nel carcere Le Sughere

L’uomo – spiega il sindacato CO.s.p – era stato condannato all’ergastolo per omicidio

Livorno, 7 giugno 2018 – La notte scorsa un uomo si è tolto la vita all’interno di una cella della casa circondariale di Livorno, Le Sughere.

“Davanti a un fatto così grave provo un dolore immenso  – commenta il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin. Il suicidio di un detenuto in carcere rappresenta una sconfitta per l’intero sistema penitenziario nazionale”.

 “Sono anni che, insieme al Garante per i diritti dei detenuti, denunciamo le criticità e l’inadeguatezza delle Sughere – attacca Nogarin. Lo scorso anno ho portato addirittura il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, a fare un sopralluogo all’interno della struttura. Dopo le rassicurazioni iniziali, non abbiamo saputo più nulla, ma noi non ci siamo fermati”.

Lunedì scorso, 4 giugno, infatti, il sindaco Filippo Nogarin e il garante per i diritti dei detenuti del Comune di Livorno, Giovanni De Peppo, erano stati ricevuti a Firenze da Antonio Fullone, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria della Toscana e dell’Umbria, per porgli le problematiche delle Sughere.

“Si è trattato di un incontro estremamente produttivo – sottolinea il Sindaco. Il Provveditore ha già previsto un sopralluogo alle Sughere insieme ai responsabili della parte strutturale. A quel punto ci verrà fornito un cronoprogramma dei lavori di messa in sicurezza e ripristino delle zone maggiormente disastrate. Questo però non basta. Alle Sughere ci sono altri due problemi gravi: i programmi di reinserimento e le attività organizzate all’interno della casa circondariale sono del tutto insufficienti, e la polizia penitenziaria è sotto organico di almeno 25 agenti. E’ fondamentale che il nuovo Guardasigilli agisca al più presto”.

“Questa è una tragedia che si poteva e doveva evitare – aggiunge il Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Livorno, Giovanni De PeppoNon dimentichiamoci che questa persona solo pochi giorni fa è stata trasferita d’imperio da un altro carcere dal Dipartimento dell’amministrazione pentienziaria di Roma. Il DAP, quasi sempre disattento alle segnalazioni relative ai detenuti più fragili, in questo caso sembra aver agito su richiesta dei penitenziario, senza però le conseguenze che questo trasferimento avrebbe avuto sull’equilibrio psicofisico di un detenuto che già aveva manifestato atteggiamenti a rischio suicidario. E questo è molto grave.

Più in generale, è indispensabile predisporre, all’interno delle carceri, sezioni dedicate in grado di accogliere, custodire e curare adeguatamente chi si trova in una condizione di rischio e precarietà psichica particolare”.

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CO.S.P. CARCERE DI LIVORNO, DETENUTO 58ENNE DI ORIGINI PUGLIESI SI TOGLIE LA VITA   

 E’ deceduto la notte scorsa nel carcere di Livorno un detenuto di origini pugliesi di 58 anni.  L’uomo, affetto da problemi psichiatrici, era  stato dimesso domenica scorsa dall’ospedale civile dove era costantemente piantonato. L’uomo condannato all’ergastolo per omicidio, si è tolto  la vita. 

Il triste episodio conferma le criticità segnalate dal sindacato Cos.p. che ancora una volta, nel silenzio assordante della direzione  Toscana, solleva le gravi problematiche di quei  detenuti sottoposti a regimi speciali di sorveglianza, ovvero  reclusi affetti da problemi psichiatrici con tendenza a forme di autolesionismo o con istinto suicida.  

Sebbene il poliziotto penitenziario sia chiamato a svolgere un delicato compito di sorveglianza, ciò che manca nei confronti dei detenuti che si trovano in condizioni di estremo disagio psico-fisico  è il supporto assistenziale e sanitario degli staff multidisciplinari.

Il CO.S.P. chiede un immediato cambio di rotta nei confronti di quei lavoratori che svolgono il proprio servizio in condizioni spesso proibitive. Nella sezione del Casa Circondariale di Livorno, a conferma dell’episodio avvenuto nelle ore scorse, sono presenti detenuti di  “difficile gestione”,  nonostante il personale addetto alla sicurezza sia troppe volte adibito a compiti poco pertinenti le attività a cui dovrebbe essere preposto. 

Il Sindacato CO.S.P. inoltre, ha più volte richiamato l’attenzione del DAP Toscana sulle normative che regolamentano il divieto di fumo nei luoghi di lavoro richiamandosi alle leggi emanate dallo Stato. La sistematica violazione del divieto di fumo  in alcuni settori della struttura penitenziaria livornese,  compromette lo svolgimento dell’attività professionale provocando danni alla salute degli addetti alla sicurezza e alla vigilanza.

E’ il caso di un dipendente che lunedì scorso ha dovuto ricorrere alle cure del medico di guardia  e successivamente al pronto soccorso  che ha conferma la prognosi causata dal fumo respirato nei luoghi di lavoro. Il Coordinamento sindacale penitenziario sollecita l’adozione di accertamenti presso la  sede di  Livorno riservandosi di tutelare gli interessi e la salute dei  lavoratori.

Ufficio Stampa Nazionale Co.s.p.