Tenerini (FI): Cecina, la lezione del voto: per vincere serve allargare l’area moderata
Cecina (Livorno) 18 ottobre 2025 Tenerini (FI): Cecina, la lezione del voto: per vincere serve allargare l’area moderata
I giorni che seguono ogni tornata elettorale sono sempre utili per riflettere, ascoltare e rimettere in fila ciò che il voto ci consegna. La prima parola è grazie: ogni preferenza è un legame. A Cecina ho raccolto quasi 600 preferenze personali: è la conferma di un radicamento vivo, fatto di prossimità, serietà e lavoro quotidiano.
Guardando il quadro, emerge un messaggio netto. Il partito capitanato dal Premier Giorgia Meloni è primo in città; il centrosinistra prevale per somma di liste, non per la spinta del PD, che perde una quota consistente di consensi rispetto a cinque anni fa. Quella parte di voto non scompare: si ridistribuisce verso la lista del Presidente e verso la sinistra ecologista, che a Cecina corre più della media provinciale. È un mosaico, non un monolite.
Nel centrodestra, le dinamiche raccontano una coalizione viva e plurale.
Forza Italia cresce in termini percentuali e conferma la solidità del suo consenso, costruito sul lavoro territoriale e su un rapporto diretto con l’elettorato moderato.
La Lega, pur registrando una perdita significativa rispetto al 2020, a Cecina dimostra una tenuta migliore rispetto a molte altre realtà territoriali, segno di una presenza radicata e di una base che resta importante nel quadro complessivo del centrodestra.
Il dato politico più rilevante è la crescita dell’area moderata, che a Cecina quasi raddoppia il proprio peso percentuale rispetto al 2020. È il segno di un consenso costruito nel tempo, fatto di relazioni autentiche e di una proposta pragmatica, popolare e riformista.
Quando la partecipazione si riduce e la polarizzazione si attenua, il voto che resiste è quello legato alla fiducia, alla prossimità, al lavoro quotidiano sul territorio. Ed è proprio questo voto, più riflessivo e responsabile, a poter fare la differenza nei prossimi anni.
La lezione è semplice: si vince per addizione, non per contrapposizione. L’astensionismo ha inciso soprattutto dove il voto era più di impulso, ma la risposta non è accentuare le differenze: è valorizzare ciò che unisce.
L’area moderata rappresenta il ponte tra le diverse anime del centrodestra e la società civile; è lo spazio politico che può continuare a crescere e ad attrarre nuovi elettori, senza togliere nulla a nessuno, ma rafforzando tutti.
Il futuro del centrodestra passa da qui: dalla capacità di crescere insieme, di integrare energie e sensibilità, di mantenere l’unità come valore e come metodo.
Io riparto da questo: dal rapporto diretto con le persone, dal lavoro concreto, dalla coesione della nostra squadra.
Perché un centrodestra unito, aperto e capace di includere è la base più solida per costruire il futuro che vogliamo.